Regolato da appositi strumenti legislativi previsti dal D.Lgs. n. 179 del 2012 (convertito nella legge 17 dicembre 2012, n. 221 e conosciuto anche con il nome di “Decreto crescita bis”), l’equity crowdfunding è una forma di finanziamento “partecipativo” introdotto per favorire la crescita e lo sviluppo di piccole realtà imprenditoriali. Inizialmente pensato come mezzo per reperire finanziamenti per start up innovative, l’equity crowdfunding è stato poi esteso a tutte le piccole e medie imprese italiane.
Cos’è l’equity crowdfunding e come si differenzia dalle altre forme di crowdfunding
Nello specifico, l’equity crowdfunding consente di raccogliere finanziamenti in cambio di una partecipazione azionaria all’interno del capitale della società. I singoli o i gruppi di investitori che decideranno di finanziare un progetto di una PMI o startup, dunque, diventeranno soci dell’impresa stessa, acquisendo diritti patrimoniali e amministrativi. Una sostanziale differenza rispetto alle altre campagne di crowdfunding, nelle quali la ricompensa per chi investe è il prodotto che si finanzia (crowdfunding reward based) o la restituzione del capitale investito maggiorato da interessi (social lending o prestito tra privati).
Legislazione italiana sull’equity crowdfunding
A definire le modalità di partecipazione alle campagne di equity crowdfunding è, come detto, il decreto legge n.179 del 2012. Lo scopo delle misure previste nel cosiddetto “Decreto crescita bis” è quello di incentivare (e allo stesso tempo regolamentare) l’utilizzo di nuove forme di finanziamento da parte delle piccole e medie imprese e delle startup. In questo modo, infatti, il legislatore intende fornire uno stimolo alla crescita di quelle realtà imprenditoriali che, da sempre, costituiscono la spina dorsale del comparto produttivo italiano. Il D.Lgs. 179/2012 ha poi demandato alla Consob il compito di disciplinare alcuni aspetti specifici del fenomeno: un’attività che si è tradotta nella redazione del “Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on-line”.
Come accedere ai finanziamenti con l’equity crowdfunding
Chiunque voglia investire nelle startup innovative e nelle PMI tramite l’equity crowdfunding dovrà necessariamente passare attraverso alcuni portali web creati appositamente per questa forma di finanziamento. La loro attività è disciplinata dal regolamento stilato dalla Consob e citato precedentemente e si basa esclusivamente sull’offerta di capitali a rischio: azioni, nel caso di società per azioni; quote, nel caso di società a responsabilità limitata.
All’interno del portale di equity crowdfunding i finanziatori troveranno informazioni sulle singole offerte nella forma di schede di approfondimento, composte anche da elementi multimediali quali immagini, video e presentazioni.
Regolamento europeo
Il 10 novembre 2023 c’è stato un punto di svolta per l’equity crowdfunding, considerando l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo. Un cambiamento normativo che ha introdotto svariate novità, atte a rendere il settore più accessibile, sicuro e soprattutto attraente per potenziali investitori. Di seguito le novità del regolamento:
- semplificazione delle procedure – Il processo di avvio di nuove campagne di crowdfunding è più rapido e meno costoso rispetto a quanto avveniva in precedenza;
- limiti di raccolta – Il limite massimo di raccolta fondi per ogni singola campagna è stato aumentato a 5 milioni di euro;
- maggiori tutele per gli investitori – Introdotte nuove misure di protezione, al fine di aumentare la fiducia nel settore, come la maggior trasparenza sulle informazioni finanziarie e l’obbligo di dettagli sui rischi;
- incentivi fiscali – previsti incentivi fiscali per gli investitori, sia persone fisiche che giuridiche, così da incoraggiare la partecipazione al mercato.