Giosuè Carducci nasce a Valdicastello, provincia di Lucca, il 27 luglio 1835. Muore a Bologna 16 febbraio 1907. Un anno prima viene insignito del Premio Nobel per la Letteratura, primo italiano a vincerlo in questa categoria.
Giosuè Carducci
Giosuè Carducci è stato un poeta italiano, Premio Nobel per la Letteratura nel 1906.
BIOGRAFIA
Giosuè Carducci nasce a Valdicastello, provincia di Lucca, il 27 luglio 1835. Fin da piccolo si dimostra ribelle, selvatico e amante della natura tanto da tenere in casa una civetta, un falco e un lupo.
La sua infanzia viene segnata dalla povertà della famiglia, situazione che gli impedisce di frequentare le scuole. Suo padre incarica quindi il sacerdote Giovanni Bertinelli di dargli lezioni di latino durante il giorno, mentre la sera è lui stesso impartirgli l'insegnamento della lingua romana.
Già da ragazzo, Carducci comincia a cimentarsi con i primi versi. Nel 1849 con la sua famiglia si trasferisce a Firenze. Qui Giosuè incontra la futura moglie Elvira. Intanto comincia a frequentare il liceo. Si appassiona dei poeti classici, ma anche di Leopardi e Foscolo.
Nel 1853 si iscrive alla facoltà di Lettere della Scuola Normale Superiore di Pisa. Si laurea nel 1856 in Filosofia e Filologia con una tesi intitolata Della poesia cavalleresca o trovadorica.
Con gli amici di Firenze dà anche vita al gruppo antiromantico, e di strenua difesa del classicismo, denominato Amici pedanti.
CARRIERA
Giosuè Carducci comincia la sua carriera nell'insegnamento nel 1856, al ginnasio di San Miniato al Tedesco, dove ottiene la cattedra di retorica per la quarta e quinta classe. Nel frattempo continua a scrivere, curando l'edizione di numerosi volumi. Si interessa anche di politica, indicando chiaramente la propria appartenenza ideologica alla fazione che voleva l'Italia unita e il ricongiungimento con il Piemonte, in opposizione agli obiettivi dei filo-granducali.
Nel 1860 si trasferisce a Bologna dove ottiene la cattedra di Eloquenza italiana, futura Letteratura italiana, all'università. Rimane in carica fino al 1904. In Emilia di avvicina alla Massoneria. Stringe amicizia con uomini politici in vista e dopo l'università prende l'abitudine di andare al Caffè dei Cacciatori per poi recarsi alla Loggia.
Nel 1871 pubblica il volume Poesie, che raccoglie i suoi scritti recenti e datati. Il libro è diviso in tre parti: Decennali (1860-1870), Levia Gravia (1857-1870) e Juvenilia (1850-1857). Nei Decennali confluiscono le poesie politiche, a eccezione di quelle precedenti a Sicilia e la rivoluzione, mentre le altre due sezioni riproducevano gli altri testi. Nel 1877 scrive Le odi barbare.
Nel 1904 è costretto a lasciare l'insegnamento per problemi di salute.
PREMIO NOBEL
Nel 1906 l'Accademia svedese conferisce a Giosuè Carducci il Premio Nobel per la Letteratura, ma il poeta, ormai malato, non va a Stoccolma per ritirarlo. Gli viene quindi consegnato a Bologna dall'ambasciatore svedese.
Questa la motivazione del Premio: «Non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all'energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica».
OPERE
Oltre che sulla carriera accademica, Carducci concentra la sua attenzione sulla politica che inevitabilmente condiziona la sua poetica.
Fra le moltissime opere è possibile ricordare:
- Rime, San Miniato
- Levia Gravia
- Poesie
- Primavere elleniche
- Nuove poesie
- Odi barbare
- Giambi ed Epodi
- Nuove odi barbare
- Rime nuove
- Terze odi barbare
- Delle Odi barbare. Libri II ordinati e corretti
- Rime e ritmi
Nel 1876 diventa deputato del regno d'Italia, nel 1890 viene nominato senatore. Nel 1881 è membro del Consiglio superiore dell'istruzione.
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