Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.
Il governo ha adottato una posizione decisa nei confronti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione che non dispongono del Green pass, e le conseguenze di questa politica potrebbero estendersi ben oltre il periodo lavorativo attuale, influenzando anche la situazione pensionistica dei lavoratori coinvolti. È cruciale analizzare attentamente queste possibili ripercussioni a lungo termine. La sospensione del dipendente non vaccinato comporta una serie di conseguenze che vanno oltre la semplice perdita di stipendio per i giorni di assenza.
La riduzione dell’anzianità di servizio e del montante contributivo avrà infatti un impatto diretto sul calcolo della futura pensione del lavoratore. Questo perché l’assenza causata dalla sospensione viene considerata ingiustificata per cui sarà trattata come un periodo non lavorato ai fini della pensione.
Significa che i dipendenti della PA che vengono sospesi per mancanza di Green pass potrebbero vedere una diminuzione significativa del loro montante contributivo, il che si rifletterà direttamente sull’importo dell’assegno pensionistico una volta che raggiungeranno l’età pensionabile. Tale riduzione potrebbe avere quindi un impatto duraturo sul loro tenore di vita dopo il pensionamento e sulla loro capacità di far fronte alle spese quotidiane e ai costi della salute in età avanzata.
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Lavoratori senza Green pass, sospensione al pari di assegna ingiustificata: quali le conseguenze
Le nuove disposizioni sull'obbligatorietà del Green pass per i lavoratori del settore pubblico non sono prive di conseguenze. Per chi è sprovvisto di certificazione verde Covid, ma si reca al lavoro, al momento di un eventuale controllo andrà incontro ad una sospensione.
La situazione attuale richiede un approccio ponderato e responsabile per garantire la sicurezza di tutti sul luogo di lavoro. L'alternativa per i dipendenti non vaccinati rimane quella di sottoporsi regolarmente a test ogni 48 ore, una misura che, sebbene possa essere scomoda, è finalizzata a tutelare la salute di tutti i colleghi in quanto lo smart working non è stato concesso ai dipendenti non vaccinati. Ciò potrebbe però mettere molti dipendenti in una situazione difficile, soprattutto considerando l'impatto che questa scelta avrà sulle loro finanze e sulla loro carriera.
La decisione di sospendere il lavoratore che rifiuta la vaccinazione o non accetta di sottoporsi regolarmente ai test sarà trattata come un'assenza ingiustificata. Ovviamente, questo comporterà ripercussioni significative, tra cui una riduzione dello stipendio per i giorni di assenza e una perdita di anzianità lavorativa e contributiva. Significa che i dipendenti non vaccinati dovranno affrontare le conseguenze finanziarie e lavorative della propria scelta e ciò potrebbe creare una situazione di stress e incertezza per molti.
Costoro, infatti, potrebbero sentirsi costretti a scegliere tra la propria salute e la propria stabilità economica. È importante quindi che i datori di lavoro considerino attentamente le implicazioni delle proprie politiche e lavorino per trovare soluzioni che proteggano la salute e il benessere di tutti i dipendenti, senza penalizzare coloro che scelgono di non vaccinarsi per motivi personali o di salute.
Pensioni, come cambiano quelle dei lavoratori senza Green pass
Riassumendo, per analizzare meglio gli effetti a lungo termine dei provvedimenti che scatteranno nei confronti dei lavoratori senza Green pass, l'assenza ingiustificata dei dipendenti PA non vaccinati e sprovvisti di tampone con esito negativo, implica:
la sospensione dello stipendio per i giorni di mancata attività;
lo stop alla maturazione di ferie per le giornate non lavorate;
la corrispondente perdita di anzianità di servizio e dei relativi contributi.
L'essere scoperti da un punto di vista contributivo, nonché il mancato calcolo dell'anzianità di servizio per il periodo in questione, avrà inevitabilmente degli effetti sull'assegno pensionistico maturato dal lavoratore. Il tutto, di fatto, si tradurrà in un allungamento dei tempi di accesso alla pensione e un minore gettito sul montante. Per i lavoratori senza Green pass (e senza tampone), il rischio concreto è quindi quello di dover andare in pensione dopo rispetto ai colleghi vaccinati e, inoltre, di ricevere un assegno minore.