Non decolla il tavolo sulle pensioni tra Governo e Sindacati. Particolarmente critico Maurizio Landini che a margine del “round” di ieri ha parlato di “incontro totalmente inutile”. “Hanno ridetto le cose di gennaio e sulle risorse per fare una trattativa vera non ci hanno risposto. Il governo non ha la volontà vera di aprire la trattativa e il ministro non ha alcun mandato”, ha affondato il segretario della CGIL.
Pensioni, sindacati contro il Governo
Sulla stessa linea anche la Uil. “Risultati concreti oggi non ci sono, su nessun tema. Neppure su Opzione donna e per queste donne rimaste sotto il sole, che non sono state nemmeno nominate: se questo è il modo con il quale la presidente del Consiglio e la ministra rispondono alle donne c’è da stare preoccupati”, ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, aggiungendo che “oggi pomeriggio manderanno un calendario di appuntamenti. Saremo presenti a tutti gli incontri in attesa di avere dati e risposte e di sapere le risorse che saranno impegnate. Finora ci sono solo affermazioni di principio. Chiacchiere e distintivo non ci servono”.
Ecco perché
Più moderato Sbarra che sottolinea che si è trattato di “un incontro interlocutorio, anche se positivo perché ci ha consentito di riannodare i fili del confronto dopo molti mesi di vuoto e relazioni sindacali. Ho apprezzato la disponibilità e l’impegno del governo a muoversi per cambiare e modificare la legge Fornero, superando le rigidità e aprendo un percorso che guardi a flessibilità, sostenibilità e inclusività. I primi interventi di questi cambiamenti devono entrare nella legge di Stabilità”.
“Il governo – ha proseguito il segretario generale della Cisl – si è riservato di fare una valutazione sulla base della consistenza delle risorse a disposizione. Il ministro riconosce che le priorità che abbiamo indicato nella nostra piattaforma sono i contenuti da porre a base del confronto e partirà a breve un cronoprogramma di incontri dedicati”.
Intanto, l’obiettivo è trovare la soluzione per disinnescare il ritorno alla Fornero a fine anno. “Prima bisogna capire la consistenza delle risorse e conoscere la sostenibilità delle varie misure e poi possiamo dare le risposte migliori” spiega in un’intervista a La Stampa il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Claudio Durigon.
Quota 41: cosa ha detto Durigon
“Ai sindacati abbiamo illustrato tutte le azioni che si possono mettere in campo, da un minimo di garanzia, che può essere rappresentato dalla proroga che si può dare per assodata di Quota 103, ad altre misure che possiamo prendere. È vero che non abbiamo ancora definito le risorse, ma ci sono alcune cose che certamente non si bypassano”. “Quota 41 a me sta tanto cara e posso garantire che poi si farà. Se sarà fatta quest’anno o comunque il prossimo lo vedremo. Ma sia come Lega che come governo vogliamo senz’altro portare a casa questo risultato. E già la quota 41 nella quota 103, con 62 anni di età, è un primo passo in questa direzione”.
Con la Quota 103, “coi 41 anni di contributi ed il 62 anni di età, già oggi sono 17.000 quelli che hanno lasciato il lavoro in anticipo, poi ci sono tutte le altre domande in lavorazione, per cui raggiungeremo certamente le 40-50.000 uscite previste a fine anno”.