Entra sempre più nel vivo la discussione sulla riforma delle pensioni mentre si avvicina a grandi passi la fine di Quota 102, la soluzione ponte individuata in extremis dal Governo in attesa di trovare la giusta sintesi (che ad oggi non è ancora stata trovata, in assenza della quale, a fine anno si tornerà alla Fornero, con uscita a 67 anni).
Pensioni, il piano della Lega
Sul tema, particolarmente attiva la Lega che vuole a tutti i costi scongiurare l’ipotesi. 41 anni di contribuzione per uscire dal lavoro prevedendo uno sconto alle donne con figli. Pensione di garanzia per i più giovani con un assegno pari a 1,5 volte il minimo previsto dalla legge. Cambio del paniere Istat per una rivalutazione che tenga conto del reale impatto inflattivo sulle somme erogate a chi esce dal lavoro.
Ad anticipare il “piano” della Lega per cambiare la previdenza, a Il Tempo è l’ex sottosegretario leghista, Claudio Durigon, padre della Quota 100, il quale ribadisce che “la cosa fondamentale è rottamare definitivamente la Fornero”.
“Sconto” a donne con figli
“Vorremmo inserire – spiega Durigon – nella riforma lo sconto dei contributi a chi ha avuto figli, togliendo un anno ai 41 necessari per ogni ragazzo o ragazza”. E sancire una volta per tutte la soglia di contribuzione necessaria, i 41 anni, per lasciare il posto. Poi si possono introdurre correttivi per alcune categorie”.
Per Durigon, tra l’altro, l’impatto dei 41 anni “non è invasivo sui conti. Innanzitutto non va dimenticato che, lentamente, il bacino di chi ha il conteggio con il retributivo, dunque più oneroso per le casse dello Stato, si sta esaurendo. Così l’uscita anticipata ha sempre un peso sempre meno rilevante sul bilancio pubblico. Le stime che circolano parlano, di un costo compreso tra 4,5 miliardi e sei tra il 2023 e il 2025. I dati precisi li ha l’Inps, i miei sono probabilmente spannometrici, ma non si discostano molto dalla realtà”.
La Lega non chiude le porte a priori ad altre soluzioni che – sottolinea Durigon – sono “praticabili ma in linea di principio non siamo d’accordo perché prevedono sempre una perdita economica troppo esagerata per il lavoratore”.
Quota 100, il bilancio
Nei giorni scorsi un’analisi congiunta Inps e Upb ha certificato il “flop” di quota 100 con un numero di domande arrivate nel triennio “ampiamente sotto le attese”. Ma Durigon difende a spada tratta la misura: “È stata una grande rivoluzione perché ha svuotato, con la massima volontarietà, un bacino di lavoratori bloccati dall’iniqua legge Fornero. Sono uscite circa 400 mila persone pari al 75% degli aventi diritto. Tre su quattro hanno approfittato. Molto di più dell’Ape social che si è fermata al 65%”.