Pensioni: quota 100 confermata, al via da aprile. Assegno non cumulabile

Quota 100 è confermata misura sperimentale per 3 anni e assegno non cumulabile. Gli statali dovranno attendere ottobre

L’accesso alla pensione con la quota 100 è confermato, ma sarà con paletti, finestre e vincoli che ne ridurranno l’impatto sulle casse dello Stato, almeno per il 2019. Sarà una misura sperimentale per il triennio 2019-2021, partirà dal prossimo aprile ma non per tutti: gli statali dovranno aspettare sei mesi dalla maturazione dei requisiti, quindi fino a ottobre.
Inoltre, l’assegno non sarà cumulabile “fino alla maturazione del requisito di vecchiaia” con i redditi da lavoro dipendente o autonomo a eccezione da quelli derivanti dal lavoro autonomo occasionale nel limite di 5mila euro annui.

COME SARA’ QUOTA 100 – I lavoratori privati potranno andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi dal primo aprile se si sono raggiunti i requisiti entro il 31 dicembre 2018. Chi li raggiungerà dopo, potrà andare via tre mesi più tardi: la finestra è di tre mesi ed è mobile. I lavoratori pubblici, al contrario, dovranno dare un preavviso di sei mesi, ai quali si aggiungono i tre di finestra mobile. La prima data utile sarà il primo ottobre. Le altre a seguire.

“Tenuto conto dell’esigenza di garantire la continuità e il buon andamento dell’azione amministrativa”, spiega la bozza, i lavoratori pubblici avranno diritto ad aderire entro il primo aprile 2019 ma potranno andare effettivamente in pensione solo dall’1 ottobre. Se si maturano i requisiti successivamente al primo aprile si dovranno comunque aspettare sei mesi. La domanda di collocamento a riposo deve essere presentata all’amministrazione di appartenenza con un preavviso di almeno sei mesi.

Il requisito di età anagrafica per uscire con quota 100 è adeguato agli incrementi della speranza di vita. La bozza prevede invece lo stop all’adeguamento della speranza di vita per la pensione anticipata lasciandola a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne anche nel 2019. Sarà però applicata la finestra trimestrale per cui il vantaggio reale sarà solo di due mesi. L’incremento dell’aspettativa che scatta per la vecchiaia l’anno prossimo è di cinque mesi.

OPZIONE DONNA E APE SOCIAL – L’anno prossimo potranno andare in pensione le donne con almeno 35 anni di contributi nate entro il 31 dicembre del 1959 se dipendenti e entro il 31 dicembre 1958 se autonome. A questo trattamento si applica la decorrenza mobile. E il calcolo contributivo della pensione. L’Ape social per gli over 63 in condizione di difficoltà con almeno 30 anni di contributi se disoccupati e 36 se impegnati in lavori gravosi è prorogata al 31 dicembre 2019. Per i giovani si riduce a 2 volte il minimo l’accesso alla pensione anticipata nel sistema contributivo.

RISCATTO LAUREA – In via sperimentale per il 2019 e il 2020 si potranno riscattare i periodi non coperti da contribuzione (come nel caso del riscatto della laurea) per i quali non sussista obbligo contributivo. Sarà possibile solo per chi è interamente nel sistema contributivo e quindi non ha anzianità contributiva precedente il 31 dicembre 1995.