Pensioni più alte in Manovra, 20 euro in più al mese ma solo per gli over 70

Nella Manovra 2026 restano Ape sociale e bonus Maroni, ma spariscono Quota 103 e Opzione Donna. Aumentano le cifre degli assegni, ma non tutti

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato:

Nella Manovra 2026, tante conferme, diversi arrivederci e alcuni addii. In particolare, nel capitolo delle pensioni vediamo prorogati di un altro anno sia l’Ape sociale che il bonus Maroni, mentre spariscono Opzione Donna e Quota 103. Il testo non è ancora definitivo, ma queste opzioni non sembrano destinate a tornare in discussione. Da mesi infatti si ragiona su quali strumenti abbandonare perché poco utilizzati e su quali invece concentrarsi.

Per esempio, vengono aumentate le pensioni sociali, ma non per tutti. E fuori dalla Manovra ci sono gli aumenti automatici dovuti all’adeguamento all’inflazione. In ogni caso, la voce “Pensioni” nella manovra non è certo rivoluzionaria, ma come il resto del testo appare piuttosto prudente.

Pensione aumentata, ma non per tutti

La Manovra 2026 non è certo concentrata sulle pensioni, ma ci sono alcuni punti che sono stati trattati. Ad esempio, le pensioni sociali sono state maggiorate, ma non per tutti. Si parla di un aumento di 20 euro al mese per gli over 70 a basso reddito.

All’orizzonte, quindi, due requisiti, se venisse confermata la Manovra 2026:

  • reddito basso;
  • età pari o superiore a settant’anni;
  • giovani con disabilità.

La prima bozza della legge di Bilancio conferma quindi che, a partire da gennaio 2026, i soggetti in condizioni di disagio e che hanno superato l’età minima richiesta vedranno l’assegno pensionistico incrementato di 20 euro al mese, per un totale di 260 euro all’anno.

4 euro in più sulle pensioni minime

Fuori dalla Manovra invece si parla di pensioni minime. Queste aumenteranno di circa 4 euro al mese da gennaio. A dettare l’aumento non è però una proposta strutturale o una tantum all’interno della manovra, ma l’effetto dell’adeguamento all’inflazione.

Il dato stimato dell’inflazione è di +1,5% nel 2025 e per questo la maggiorazione, prevista dal bilancio dello scorso anno, permette alle pensioni minime di salire da 616,67 euro a 620,41 euro.

Non proprio quattro euro, ma 3,74 euro in più al mese. Non un gran aumento, ma maggiore di quello dell’anno in corso, che ha visto le pensioni minime crescere di appena 1,8 euro al mese. In pratica non bastava neanche per prendersi una tazzina di caffè ogni 30 giorni, visto l’aumento del costo della materia prima.

Aumento dell’età pensionabile a 67 anni e un mese

Tutto il dibattito sulle pensioni si è concentrato sull’aumento dell’età pensionabile. In precedenza, il governo aveva dichiarato di voler bloccare l’automatismo che, all’aumentare della speranza di vita, fa crescere anche l’età pensionabile. Questo avrebbe dovuto scattare in automatico, ma il governo ha deciso di non aumentare a 67 anni e tre mesi a partire dal 2027 l’età pensionabile minima, scegliendo di diluire l’aumento nel tempo.

Il calendario:

  • dal 1° gennaio 2027 si andrà in pensione a 67 anni e un mese, oppure con 42 anni e 11 mesi di contributi;
  • dal 1° gennaio 2028 l’età minima sale a 67 anni e tre mesi, con 43 anni e un mese di contributi;
  • da gennaio 2029 si uscirà dal mondo del lavoro a 67 anni e cinque mesi, oppure con 43 anni e tre mesi di contributi.

Sono state ovviamente previste delle eccezioni, come per i lavori usuranti e gravosi.