Sono giornate febbrili quelle che vedono la conclusione delle vacanze che i rappresentanti del governo si sono concessi nelle settimane centrali del mese di agosto. Mentre buona parte dei ministri sta riemergendo dalle ferie in occasione dell’annuale meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione (hanno partecipato, chi in collegamento e chi in presenza, Giorgetti, Urso, Calderone, Fitto, Tajani e Salvini), da parte di Palazzo Chigi è arrivata la notizia della convocazione della prossima riunione dell’esecutivo, fissata per il pomeriggio del prossimo lunedì 28 agosto.
Nel frattempo, anche la stessa Giorgia Meloni ha terminato il proprio soggiorno nella masseria pugliese di Ceglie Messapica, interrotto solamente per una “fuga” di tre giorni in Albania su invito del presidente Edi Rama. La premier, dopo aver ricaricato le batterie in compagnia dei familiari più stretti, ha ben chiare in mente le priorità su cui concentrare l’attenzione a partire dalla prossima settimana: i fari sono puntati sulle scelte che la maggioranza dovrà portare avanti in merito alla prossima legge di Bilancio.
Partono le fibrillazioni in vista della manovra 2024: il governo taglierà Opzione Donna?
Ad anticipare la cornice entro cui verrà scritta la manovra di fine anno ci ha pensato il ministro dell’Economia, che proprio nel suo intervento alla kermesse romagnola ha ammesso in maniera chiara e inequivocabile che “non ci sono i soldi per fare tutto“, ricordando come sia “compito della politica quello di dettare delle priorità”. Quella di Giorgetti è parsa una risposta ai tanti messaggi contraddittori lanciati dai suoi colleghi, che nelle ultime settimane si sono prodigati ad annunciare riforme e provvedimenti di ogni genere, senza però valutare la reale situazione dei conti pubblici.
Se, da un lato, una delle poche certezze riguarda il taglio del cuneo fiscale (il cui costo dovrebbe assestarsi, grosso modo, tra i 9 e gli 11 miliardi di euro), molto più confuso risulta essere ad oggi il capitolo che concerne le misure pensionistiche che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia riusciranno ad inserire nella Finanziaria 2024.
Come funziona oggi Opzione Donna e cosa potrebbe cambiare con la legge di Bilancio 2024
Secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica nell’edizione di giovedì 24 agosto, pare che una delle norme che potrebbero essere sacrificate sia Opzione Donna. Stiamo parlando dell’anticipo pensionistico riservato alle lavoratrici italiane fin dalla sua introduzione nel lontano 2004 ad opera del secondo governo Berlusconi. Negli anni trascorsi fino ad oggi, questo meccanismo di ricalcolo contributivo ha permesso a circa 170mila cittadine di lasciare il lavoro con tempistiche anticipate rispetto alla deadline individuata con i requisiti ordinari.
Come specifica il giornale del gruppo Gedi, dopo averla già depotenziata nella legge di Bilancio del 2022 introducendo paletti molto più stringenti ed escludendo oltre 20mila esodate, ora Giorgia Meloni vorrebbe sacrificare del tutto Opzione Donna alla luce delle poche richieste pervenute all’Inps nei primi sei mesi del 2023: si parla infatti di sole 7.536 domande presentate, molte meno delle oltre 11mila registrate nello stesso periodo del 2022.
D’altronde, innalzando il requisito anagrafico da 58-59 anni alla soglia di 60 anni (sempre con 35 anni di contributi) e limitando la platea delle possibili beneficiarie a sole tre tipologie di lavoratrici (ossia quelle licenziate, quelle con un’invalidità civile almeno al 74% e quelle con un soggetto familiare a carico), la presidente del Consiglio sapeva bene di generare malcontento, ma sembra essere determinata a proseguire per questa strada.