Pensioni per gli insegnanti, via al riscatto della laurea agevolato a 900 euro

Un ddl propone il riscatto della laurea agevolato per insegnanti, Ata e personale a qualsiasi titolo afferente al comparto istruzione e ricerca: 4.500 euro anziché oltre 30.000

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 21 Marzo 2025 11:17

Un disegno di legge per garantire il riscatto agevolato della laurea degli insegnanti e dei lavoratori della scuola. Questi potrebbero così andare in pensione in anticipo sui tempi, pagando 900 euro, per ogni anno di iscrizione non fuori corso alla propria facoltà universitaria, anziché 6.000 euro.

La spesa complessiva, su un corso di studi di 5 anni, sarebbe così di 4.500 euro anziché di oltre 30.000. Il ddl è stato depositato al Senato con prima firmataria la senatrice Carmela Bucalo di Fratelli d’Italia.

Aliquota ridotta per il riscatto della laurea

La proposta presentata a Palazzo Madama è piuttosto scarna: il testo è composto da un unico articolo suddiviso in due commi. Il primo dei quali prevede il “riscatto agevolato dei corsi universitari di studio per il personale del comparto istruzione e ricerca”. Con aliquota ridotta al 5%. Il pagamento agevolato, da 900 euro annui, verrebbe garantito ai docenti e personale Ata. Si va così a modificare l’impianto dall’articolo 20, comma 6, del dl 4/2019.

L’allargamento a tutti i lavoratori della scuola viene motivato, come scritto nella relazione introduttiva del ddl, con il fatto che:

“Il titolo relativo all’alta formazione universitaria è diventato requisito essenziale per l’accesso alla professione non solo per il personale appartenente alla categoria dei docenti: basti pensare alle elevate qualificazioni del personale amministrativo”.

Il riscatto agevolato della laurea, se approvato, come recita il secondo comma del testo, si andrebbe ad applicare al personale di:

  • scuola;
  • università;
  • accademie;
  • conservatori;
  • enti di ricerca.

Il riferimento va a soggetti con contratto a tempo indeterminato o determinato. Lo stesso dicasi per i temporaneamente non occupati. Tirate le somme, la misura interesserebbe potenzialmente circa 1,2 milioni di lavoratori.

Tutto nasce dalla petizione di Anief

La proposta della senatrice meloniana arriva dopo la petizione lanciata dal sindacato Anief, che in pochi mesi ha raccolto 120.000. Il presidente Marcello Pacifico sostiene che il riscatto agevolato della laurea sarebbe una risposta dello Stato al burnout che colpisce molti insegnanti.

Insegnanti in pensione a 61 anni

Se la proposta andasse in porto, gli insegnanti (e tutto il personale coinvolto nel comparto istruzione e ricerca) potrebbero lasciare il lavoro a 61 anni. Attualmente l’unico modo per andare in pensione a quest’età è accedere a forme di anticipo pensionistico. Ciò, però, a fronte del possesso di determinati requisiti e accettando la decurtazione dell’assegno.

La domanda dalla quale è partita la petizione di Anief è la seguente: “Perché il riscatto gratuito della laurea è previsto solo per gli ufficiali dell’esercito?”.

La proposta della senatrice Bucalo arriva dopo l’assicurazione sanitaria introdotta di recente attraverso il decreto Pa.

La senatrice ha spiegato al Sole 24 Ore che la sua speranza è quella che il ddl venga calendarizzato in commissione entro fine marzo. Si mira a partire al più presto con un ciclo di audizioni e trasformare la proposta in legge il prima possibile.

Insegnanti a rischio bornout

Un’indagine dell’Università Bicocca di Milano ha evidenziato come quasi il 50% degli insegnanti sia a rischio burnout. Una condizione che si realizza attraverso tre sintomi:

  • esaurimento emotivo;
  • depersonalizzazione;
  • bassa realizzazione personale.

I docenti più a rischio, viene specificato, sono quelli delle superiori e in particolare quelli dei licei.

Oggi solo per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e per gli educatori degli asili nido viene riconosciuta la possibilità di fare domanda per la pensione come lavoratori precoci.