Pensioni, governo Meloni si spacca: Forza Italia vuole aumentare le minime

C’è grande attesa per le novità sulla riforma pensioni del governo Meloni: tra Quota 41 e assegno minimo il vero problema è la scarsità di risorse

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 22 Agosto 2024 09:53

Siamo in tempi di manovra finanziaria e così nel governo Meloni si torna a parlare di riforma delle pensioni. Il tema è tra i più caldi e ogni forza politica della maggioranza vorrebbe accontentare il proprio elettorato, ma il vero problema è che la coperta è molto corta. A disposizione c’è soltanto un miliardo di risorse e non potranno essere accontentati tutti.

Sembrerebbe cosa fatta la proroga dell’Opzione donna e dell’Ape sociale, ma a causa della stretta sui requisiti del 2023 i lavoratori interessati sarebbero pochissimi, non più di circa 5mila in tutto. La Lega, nella sua battaglia storica contro la riforma Fornero, punta sulla sostituzione della Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi) con la Quota 41 (41 anni di contributi al di là dell’età), mentre Forza Italia intende rilanciare un vecchio cavallo di battaglia di Berlusconi, l’aumento delle pensioni minime. Novità, comunque, potrebbero arrivare anche sul fronte delle uscite anticipate.

La Quota 41 della Lega nella versione ‘light’

Il Carroccio punta da sempre al superamento della riforma pensioni Fornero. La proposta di quest’anno potrebbe essere quella di una versione ‘light’ della Quota 41. Il sistema di calcolo previdenziale, al momento, prevede che chi è coperto da almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 può accedere al sistema misto, retributivo fino al 31 dicembre 2011 e contributivo a partire dal 1° gennaio 2012.

La proposta della Lega di Matteo Salvini prevedrebbe invece che chi sceglie di uscire con Quota 41 ‘light’ dovrebbe rinunciare al sistema misto e accettare di andare in quiescenza esclusivamente con il calcolo contributivo. I sindacati parlano di un taglio dell’assegno compreso tra il 15% e il 30%, e promettono battaglia. L’operazione costerebbe comunque circa un miliardo di euro, esaurendo di fatto le risorse disponibili.

Alzare le pensioni minime, il cavallo di battaglia di Forza Italia

Sul tema delle pensioni, alcune novità potrebbero arrivare anche sul fronte delle minime. La battaglia di Silvio Berlusconi sull’aumento dell’assegno minimo viene rilanciata dai suoi eredi, soprattutto per marcare un’identità e contemporaneamente smarcarsi dagli alleati di maggioranza. Ancora una volta il problema sono le risorse.

Negli ultimi due anni gli aumenti ci sono stati: tutti hanno avuto l’assegno a 579 euro, mentre gli over 75 hanno visto crescere l’ammontare a 600 euro. Queste misure sono però in scadenza proprio a fine 2024. La proposta degli azzurri al momento avrebbe un peso di 650 milioni di euro. Le proposte della Lega e di Forza Italia, dunque, sembrano al momento inconciliabili.

La questione dei fondi pensione integrativi e le pensioni anticipate

Il confronto/scontro sulla riforma delle pensioni riprenderà a settembre. Secondo alcune indiscrezioni de Il Corriere della Sera, che parla di fonti governative, la discussione sulle uscite anticipate potrebbe incentrarsi sui fondi pensione integrativi.

L’idea sarebbe quella di utilizzare le rendite maturate per il raggiungimento della soglia necessaria al pensionamento anticipato per coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1995 e dunque rientrano esclusivamente nel sistema contributivo. La Lega sta spingendo in questa direzione, anche attraverso una proposta di rafforzamento degli stessi fondi pensione con l’obbligo di versamento in essi del 25% degli accantonamenti del Tfr.