Come funziona il riscatto della laurea a fini contributivi

Scopri le caratteristiche il Riscatto di laurea, le sue funzionalita e in che modo si può richiedere

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Alessandro Speziali

Esperto di Economia

Dopo la laurea triennale in Economia e Gestione Aziendale, durante gli studi magistrali vola all'Università della California dove ha modo di studiare la finanza da un punto di vista internazionale.

Pubblicato: 22 Dicembre 2021 14:30Aggiornato: 16 Aprile 2024 09:44

Al termine della propria esperienza universitaria di laurea triennale, magistrale o specialistica, gli anni di studio possono essere contati a fini pensionistici. Ecco cos’è il “riscatto di laurea”, i requisiti per ottenerlo e come completare una domanda corretta.

Cos’è il riscatto di laurea

Come definito dallo stesso INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), il riscatto di laurea è un particolare iter burocratico che consente di valorizzare, a fini pensionistici, gli anni impiegati per completare il proprio percorso di studi universitari. Sia che si parli di laurea di tipo triennale, magistrale o specialistico.

Tale formula di riscatto degli anni di studio è valida se, e solo se, il soggetto richiedente il diritto abbia effettivamente concluso il suo percorso, con il necessario conseguimento del diploma di laurea o di un titolo equiparato. Il riscatto di laurea può essere esercitato anche da soggetti inoccupati che al momento della domanda non risultano iscritti ad altre forme obbligatorie di previdenza sociale, e che non abbiano intrapreso alcun tipo di attività lavorativa in Italia o all’estero.

Titoli di studio riscattabili ai fini contributivi

Si possono riscattare i periodi corrispondenti alla durata dei corsi legali di studio universitario a seguito dei quali hai conseguito uno o più titoli rilasciati dalle Università o da Istituti di livello universitario:

  • diplomi universitari (corsi di durata non inferiore a due anni e non superiore a tre)
  • diplomi di laurea (corsi di durata non inferiore a quattro anni e non superiore a sei)
  • diplomi di specializzazione, che si conseguono successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni
  • dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge
  • laurea triennale, laurea specialistica e laurea magistrale
  • diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM).

È possibile anche riscattare solo una parte e non l’intero corso di studi.

Quando il riscatto di laurea non è valido

Sempre secondo la Legge, esistono delle particolari fattispecie che non convalidano il corretto iter di riscatto del titolo di studio universitario. Non si può far valere la propria laurea a fini pensionistici:

  • per gli anni in cui è si stati studenti universitari fuori corso.
  • per gli anni di studio universitario già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto in qualsiasi regime previdenziale. In poche parole quando lo studente-lavoratore è già soggetto al pagamento dei contributi statali presso il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, presso le gestioni speciali del Fondo stesso per i lavoratori autonomi o presso i fondi sostitutivi ed esclusivi dell’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti.

Posso riscattare il mio percorso di studi all’estero?

Per quanto riguarda i percorsi di studio all’estero, esistono due differenti fattispecie che garantiscono o meno la validità del riscatto di laurea. Se il diploma è ottenuto al di fuori dei confini nazionali e non ha validità nel nostro Paese, la Legge Italiana prevede che: I titoli accademici conseguiti all’estero non hanno valore legale in Italia, salvo il caso di legge speciale o di accordi bilaterali”. In questo caso il titolo di studio non si può quindi riscattare.

Conseguenza differente hanno invece i titoli universitari conseguiti all’estero e indicati come riconosciuti da università italiane o, comunque, come aventi valore legale in Italia. In questa precisa casistica è invece possibile il riscatto di laurea. E nel caso del mio periodo di studi in Erasmus? Il progetto Erasmus corrisponde ad un breve periodo del proprio percorso accademico passato all’estero. Pertanto, dato il conseguimento del titolo di studio in Italia, rimane valido per il riscatto di laurea a fini previdenziali.

Il riscatto di laurea richiesto da soggetti inoccupati

Come fa sapere l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), sui suoi canali online dedicati all’iter burocratico per il riscatto del titolo di studio universitario, tale procedura è valida anche per i soggetti “inoccupati”. Il soggetto inoccupato è colui che, al momento della domanda non svolge attività lavorativa, sia come dipendente, sia come professionista autonomo, e non è iscritto ad alcuna forma di previdenza. Si deve però dichiarare disponibile a lavorare, e deve essere iscritto all’albo di un centro per l’impiego.

Per riscattare la sua laurea, il soggetto inoccupato dovrà versare un contributo il cui importo varia ogni anno ed è basato sul minimo contributivo richiesto agli iscritti alla Gestione separata artigiani e commercianti INPS moltiplicato per 33%. Pensata per aiutare i neolaureati in cerca di impiego, tale formula consente una detrazione del 19% a chi sostiene la spesa (tipicamente i genitori).

Come compilare la domanda per il riscatto di laurea

Il cittadino italiano laureato può avanzare la propria domanda di riscatto del titolo di studio online, attraverso il portale del servizio INPS dedicato. Il pagamento dell’onere previsto dalla Legge per il riscatto di laurea si può estinguere tramite Avviso di pagamento pagoPA, online dal sito Inps oppure attraverso i canali fisici e online di banche e altri Prestatori di Servizio di Pagamento, sparsi sul territorio nazionale.

Una volta comunicata l’autorizzazione dell’addebito, l’ente previdenziale invierà una lettera di conferma indicante il mese di attivazione del servizio e gli importi relativi alle scadenze dell’anno. Col riscatto di laurea in corso, è necessario informare l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ogni qualvolta si presenti una variazione di indirizzo o di dati anagrafici del soggetto richiedente.

Quanto costa riscattare la laurea?

Quanto costa il riscatto di laurea? Non esiste una risposta univoca: ogni ex studente dovrà pagare un onere “personalizzato”. Tuttavia, l’INPS mette a disposizione un simulatore che fornisce una stima del costo del riscatto, la decorrenza della pensione (se ci si avvale del riscatto oppure no) e il beneficio che riscattare la laurea comporta. Per il riscatto di laurea contributivo, e dunque per riscattare gli studi successivi all’1 gennaio 1996, l’onere viene calcolato sulla base della retribuzione degli ultimi 12 mesi moltiplicata per l’aliquota vigente al momento della domanda.

Il soggetto, inoltre, ha la possibilità di richiedere il riscatto di laurea agevolato per i periodi che si collochino nel sistema contributivo della futura pensione. Tale sistema, introdotto nel 2019, consente di rateizzare il costo del riscatto in massimo 120 rate mensili (e dunque in 10 anni). In questo caso, l’onere è determinato prendendo a riferimento il minimale degli artigiani e commercianti e l’aliquota di computo vigente nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Per il 2021, è il 33% (aliquota di computo) di 15.953 euro (minimale di artigiani e commercianti). E, dunque, è di 5.264,49 euro l’anno.