Chi ha chiesto un finanziamento avrà sicuramente sentito pronunciare la parola Crif che è l’acronimo di Centrale rischi di intermediazione finanziaria. Si tratta di una banca dati che raccoglie informazioni sulla situazione creditizia non soltanto delle persone ma anche delle imprese. Vediamo dunque come funziona dunque tale archivio e perché è così importante non finirci.
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Cos’è esattamente il Crif
Il Crif, come spiega Bankitalia, è un gestore di un Sistema di Informazioni Creditizie. Un Sic è una banca dati che raccoglie i dati, forniti volontariamente dagli enti finanziatori che vi aderiscono, sui rapporti di credito e sui comportamenti dei debitori.
Gli istituti di credito e le finanziarie utilizzano tali dati per valutare l’affidabilità di una persona che chiede un prestito o un mutuo. Verificano infatti se ha altri debiti in corso o se ha avuto problemi nel passato come dei ritardi o delle insolvenze.
I Sic sono gestiti da società private e l’adesione non è obbligatoria anche se la maggiore parte delle banche vi partecipa, dato che offrono informazioni dettagliate e aggiornate sul singolo finanziamento.
Prima della loro comparsa, gli istituti di credito si tutelavano con fideiussioni, garanzie o ipoteche. Oggi, invece, grazie a tali banche dati, possono conoscere la storia creditizia del richiedente e decidere se erogare o meno un prestito.
Qual è la differenza tra Centrale dei rischi e Sic
Spesso si crede erroneamente che la Centrale dei rischi della Banca d’Italia e i Sic siano la medesima cosa.Tutti e due, infatti, servono per valutare l’affidabilità creditizia ma funzionano in modo diverso:
- la Centrale dei rischia è obbligatoria e pubblica ma riguarda soltanto importi rilevanti o situazioni problematiche – gli istituti di credito devono infatti segnalare i clienti solo se hanno dei debiti più alti di 30.000 euro o se sono in sofferenza;
- i Sic, invece, sono privati e volontari e raccolgono informazioni anche inerenti a piccole somme e permettono di ricostruire la storia creditizia di una persona.
Come funziona il Crif
Come abbiamo visto, il Crif è una delle principali società che gestisce i Sic in Italia. Esso fornisce un valido aiuto alle banche, che prima di concedere un finanziamento possono consultare il database.
Non è però il Crif che decide se accettare o meno la richiesta, ma l’istituo di credito, che valuta anche altri parametri come
- stabilità lavorativa;
- reddito;
- livello complessivo di indebitamento.
Chi segnala i dati al Crif
Sono gli istituti di credito, le finanziarie e alcuni tipi di società private come quelle che offrono il noleggio a lungo termine a comunicare i dati dei finanziamenti dei clienti al Crif.
La segnalazione avviene:
- quando si chiede un credito;
- quando il credito è concesso;
- ogni mese con gli aggiornamenti sui pagamenti effettuati.
I Sic e il Crif non hanno bisogno del consenso scritto della persona per poter raccogliere informazioni e gestire i dati, in quanto per la legge queste informazioni sono importanti per tutelare sia le finanziarie che le banche.
Non si può quindi chiedere che i dati vengano cancellati con la revoca del consenso. I dati possono essere infatti cancellati o modificati sono nel caso in cui le informazioni siano non vere e non aggiornate.
Chi può visionare i dati Crif?
I dati del Crif possono essere consultati, come abbiamo visto, dagli istituti di credito e dalle finanziarie prima di concedere un prestito.
Inoltre, dall’Autorità giudiziaria nel caso essi servano per questioni giudiziarie o finanziarie e dal semplice cittadino.
Se si sono avuti problemi nei pagamenti o semplicemente si vuole controllare la propria posizione, infatti, è possibile andare sul sito ufficiale nella sezione verifica dati. Collegandosi a questa pagina si può:
- richiedere una visura personale;
- chiedere una correzione.
In questo modo si può controllare periodicamente la propria posizione nei Sic e sapere se si è stati segnalati come cattivi pagatori o se ci sono stati degli errori nella registrazione dei dati.
Nei Sic vengono registrati solo i dati del richiedente?
I dati che vengono registrati nei Sic non sono solo quelli di chi chiede un finanziamento ma anche quelli di chi è collegato al rapporto di credito come:
- i coobbligati ovvero le persone che si impegnano insieme al debitore principale a saldare il debito;
- i terzi ceduti nel caso in cui vi sia una dilazione dei pagamenti o una cessione del credito;
- gli esponenti aziendali o i soci nel caso la richiesta di denaro riguardi una società della quale fanno parte;
- la persona collegata giuridicamente oppure economicamente a chi richiede il credito per motivi imprenditoriali o professionali purché la sua posizione sia diversa da quella del debitore principale.
Che succede se si paga una rata in ritardo
Non si viene segnalati subito in Crif se si salta una rata. Ci sono infatti due situazioni. La prima riguarda il primo ritardo nel pagamento di una rata del finanziamento. In questo caso la segnalazione diventa visibile solo nel caso di mancato pagamento per due mesi di seguito. Quindici giorni prima che la segnalazione diventi visibile nei Sic, però, la banca invia una comunicazione ufficiale al cliente avvisandolo del ritardo del pagamento. Nel caso si provveda a regolarizzare quest’ultimo, la segnalazione non verrà inserita nel sistema.
Qualora, invece, si tratti di ritardi successivi al primo, la segnalazione avverrà ogni mese e in automatico anche per una sola rata saltata. Anche in questo caso si riceverà una lettera nella quale si verrà informati della segnalazione.
Dopo quanti anni si è cancellati dal Crif?
I propri dati non restano per sempre in Crif. Vengono infatti cancellati in automatico quando scadono i tempi previsti dal Codice di condotta dei Sic. Essi sono diversi a seconda dell’informazione registrata.
La cancellazione avviene:
- 180 giorni dopo la richiesta di finanziamento o di mutuo se la banca sta ancora valutando la pratica;
- dopo 90 giorni se il prestito viene rifiutato;
- dopo 5 anni dalla data di estinzione del prestito se quest’ultimo è stato rimborsato in modo regolare;
- dopo 12 mesi se si sono pagate in ritardo 1 o 2 rate, a condizione che nei 12 mesi successivi i pagamenti siano stati sempre puntuali;
- 24 mesi dopo la regolarizzazione di 3 o più rate pagate in ritardo a condizione che nei 2 anni successivi i pagamenti siano stati sempre puntuali;
- dopo 36 mesi nel caso di finanziamenti non rimborsati o in caso di gravi inadempimenti.