Gli italiani scelgono la casa dove vivere in base ai negozi del quartiere: i dati 2024

Ben 9 italiani su 10 scelgono la casa dove vivere in base alla presenza di negozi di quartiere: la paura è la desertificazione commerciale

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Gli italiani vogliono una casa che sia collocata in un quartiere con negozi e servizi di prossimità. Sono questi i dati, anche abbastanza netti, che emergono dall’ultima indagine condotta da Confcommercio in collaborazione con Swg per il progetto Cities rivolto al contrasto della desertificazione commerciale nelle città italiane.

Ben l’88 per cento del campione intervistato (quasi 9 italiani su 10), più nel dettaglio, ha dichiarato che la presenza di esercizi commerciali è un fattore determinante nella scelta del luogo in cui abitare, mentre la restante minima parte predilige le zone esclusivamente residenziali (senza servizi di prossimità).

Gli italiani vogliono case in quartieri con negozi

La preferenza espressa dagli italiani per le case collocate in quartieri con negozi ha un impatto anche sul prezzo delle abitazioni stesse. La presenza di più esercizi commerciali nelle prossimità degli immobili residenziali, infatti, comporta una crescita del loro valore commerciale che viene stimata intorno al 20 per cento. Nel caso contrario, invece, il prezzo di una casa scende, arrivando a un calo stimato del 15 per cento. Il differenziale complessivo è quindi di oltre un terzo.

Ai negozi di quartiere, inoltre, viene riconosciuto dai consumatori un vero e proprio valore sociale. Ben il 64 per cento del campione intervistato da Confcommercio e Swg, infatti, ha dichiarato che i negozi di quartiere rappresentano un punto di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità. Per il 59 per cento, questi esercizi commerciali hanno anche una funzione di servizio per le persone fragili, per il 57 per cento sono un presidio di sicurezza, per il 54 per cento una garanzia di cura dello spazio pubblico e per il 49 per cento dei facilitatori dell’integrazione.

I guadagni dei negozi di quartiere

La presenza di negozi nel quartiere in cui ci sono delle case comporta dei guadagni aggiuntivi anche per gli esercizi commerciali stessi. Per comprendere meglio quanto detto, è necessario guardare ai numeri degli acquisti quotidiani che vengono effettuati dai consumatori in prossimità della propria abitazione:

  • farmaci, 64 per cento;
  • prodotti da tabacco, 59 per cento.

Per quanto concerne invece l’abbigliamento, i prodotti alimentari a lunga conservazione, gli accessori per la casa e i prodotti di elettronica, i centri commerciali e le grandi catene distributive hanno il sopravvento sui negozi di prossimità. Le percentuali delle precedenti categorie indicate, infatti, sono del 64, 60, 60 e 53 per cento, mentre scendono in media tra il 2 e il 5 per cento nel caso dei negozi di quartiere. A spingere verso questa netta differenza è soprattutto il fenomeno della desertificazione commerciale con la quale vi è, specie per le categorie merceologiche in forza ai grandi store, il calo o la totale assenza di negozi tradizionali vicino all’abitazione dei cittadini.

La desertificazione commerciale spinge a cambiare casa

Il fenomeno della desertificazione commerciale, secondo lo studio, spingerebbe anche i cittadini ad allontanarsi dal proprio quartiere di residenza. La pensa così un italiano su 5, il 22 per cento, mentre l’83 per cento del campione dichiara addirittura di provare profonda tristezza di fronte alla chiusura di attività commerciali nel proprio quartiere.

Un altro 74 per cento considera la desertificazione un fenomeno in grado di incidere negativamente sulla qualità della vita nella propria zona di residenza. Il senso di sfiducia si avverte anche nell’alta percentuale, il 56 per cento, di coloro che credono che la chiusura di un negozio di quartiere difficilmente porterà alla sua sostituzione con un’altra attività commerciale.