Il passaporto degli Stati Uniti, per la prima volta in vent’anni, è uscito dalla top ten mondiale dei documenti di viaggio più potenti. Secondo il “Henley Passport Index”, che misura la libertà di movimento dei cittadini in base ai Paesi in cui possono entrare senza visto, gli Stati Uniti si trovano al 12° posto con accesso senza visto a 180 Paesi, lo stesso numero della Malesia. Nel 2014 il passaporto americano occupava la prima posizione, ma da allora la sua forza è progressivamente diminuita. Il report segnala che questa flessione riflette “un cambiamento nelle dinamiche di mobilità globale e di potere diplomatico”. Le cause principali sono legate a modifiche nelle politiche dei visti e alla riduzione della reciprocità da parte di altri Stati.
L’Italia tra i passaporti più forti del mondo
Se il documento statunitense arretra, il passaporto italiano si conferma tra i più solidi e influenti al mondo. Nella classifica Henley, l’Italia occupa il quarto posto, a pari merito con Germania, Spagna, Lussemburgo e Svizzera. I cittadini italiani possono entrare senza visto in 188 Paesi, un vantaggio che riflette la stabilità diplomatica e la fitta rete di accordi bilaterali costruita nel tempo. Rispetto a un decennio fa, il passaporto italiano ha guadagnato ulteriore valore grazie alla crescente apertura verso aree come Asia, America Latina e Medio Oriente, dove l’Italia ha consolidato rapporti commerciali e culturali. Anche la partecipazione attiva del Paese in ambito europeo contribuisce a mantenere elevato il livello di libertà di movimento dei cittadini.
Secondo gli analisti, il posizionamento del documento tricolore è il risultato di un equilibrio tra diplomazia, stabilità economica e appartenenza all’Unione Europea. Quest’ultima, infatti, garantisce ai cittadini italiani la possibilità di viaggiare liberamente in tutti gli Stati membri e di beneficiare degli accordi stipulati dall’UE con numerosi Paesi terzi.
La classifica mondiale
La top ten dell’indice Henley 2025 mostra un predominio europeo e asiatico. Oltre ai tre Paesi in testa, figurano Austria, Belgio, Francia, Paesi Bassi, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Grecia e Portogallo, tutti con accesso a oltre 185 destinazioni. Gli Emirati Arabi Uniti, protagonisti di una rapida ascesa, sono saliti fino all’ottavo posto, mentre il Regno Unito scende all’ottava posizione, due gradini più in basso rispetto al 2024.
All’estremo opposto, Afghanistan, Siria e Iraq restano i Paesi con i passaporti meno “potenti”, con accesso senza visto rispettivamente a 24, 26 e 29 destinazioni. Il divario tra i documenti più e meno accettati nel mondo raggiunge così 169 Paesi, evidenziando un’enorme disuguaglianza nella libertà di movimento globale. Questa la classifica, tra parentesi le destinazioni raggiungibili:
- Singapore (193)
- Corea del Sud (190)
- Giappone (189)
- Germania, Italia, Lussemburgo, Spagna, Svizzera (188)
- Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi (187)
- Grecia, Ungheria, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Svezia (186)
- Australia, Repubblica Ceca, Malta, Polonia (185)
- Croazia, Estonia, Slovacchia, Slovenia, Emirati Arabi, Regno Unito (184)
- Canada (183)
- Lettonia, Liechtenstein (182)
- Islandia, Lituania (181)
- Stati Uniti, Malesia (180)
Perché il passaporto degli Stati Uniti è meno potente
Nel 2025 alcuni Paesi, come Brasile, Papua Nuova Guinea e Myanmar, hanno ritirato o modificato l’esenzione dal visto per i cittadini statunitensi. Al contrario, altre nazioni hanno adottato politiche più aperte nei confronti di Paesi europei e asiatici, escludendo gli Stati Uniti da nuovi accordi di esenzione.
Secondo gli esperti, anche la politica restrittiva in materia di immigrazione degli anni precedenti ha influito sul calo. Le misure introdotte durante l’amministrazione Trump, come la revisione di milioni di visti, hanno ridotto la percezione di reciprocità diplomatica. Oggi, i viaggiatori americani devono affrontare nuove limitazioni, come l’obbligo di autorizzazioni elettroniche (ESTA) per entrare in Europa o nel Regno Unito.
Il presidente di Henley & Partners, Christian Kaelin, ha spiegato:
le nazioni che abbracciano apertura e cooperazione stanno avanzando, mentre quelle che si aggrappano ai privilegi del passato restano indietro