Il mercato aereo dei grandi gruppi e la svolta green: l’intervista al Ceo di Volotea Carlos Muñoz

Carlos Muñoz, Ceo di Volotea, ha raccontato la situazione attuale del comparto aereo e il programma green del vettore, che va oltre l'utilizzo costante di carburanti Saf

Foto di Andrea Celesti

Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 5 Febbraio 2025 13:20

Il settore dell’aviazione è in continua evoluzione, tra sfide competitive, fusioni, acquisizioni e la crescente attenzione alla sostenibilità. In questo contesto dinamico, la compagnia aerea low cost Volotea si è distinta per la sua capacità di crescere in modo indipendente e per il suo impegno verso l’ambiente.

“Pur riconoscendo la complessità della transizione verso un’aviazione più sostenibile, abbiamo rispettato gli obiettivi prefissati e prevediamo di ridurre le emissioni di CO₂ per passeggero-chilometro del 50% entro il 2025”, racconta a QuiFinanza il Ceo di Volotea Carlos Muñoz. Si è soffermato inoltre sulle strategie che hanno permesso al gruppo di raggiungere certi risultati e sul futuro del comparto aereo.

Qual è il modello di business seguito dalla sua compagnia?

Volotea adotta un modello di business unico, focalizzato sul collegamento diretto tra città europee di piccole e medie dimensioni, spesso poco servite dai voli diretti. Infatti, si stima che circa il 65% della popolazione europea viva in città di piccole e medie dimensioni – che rappresentano meno del 30% del traffico aereo – e che, prima dell’arrivo di Volotea, doveva necessariamente spostarsi verso un hub per poter prendere un comodo volo diretto.

Quale strategia avete adottato per fronteggiare la crescita sul mercato dei grandi gruppi?

Volotea ha consolidato la propria indipendenza concentrandosi su una nicchia di mercato specifica e stringendo partnership strategiche, come quelle in essere con Eurowings (parte del gruppo Lufthansa) e Aegean Airlines. L’accordo, avviato nel 2021 come code sharing su rotte internazionali, ha compiuto un passo avanti significativo nel settembre 2024, quando la compagnia greca ha deciso di investire in Volotea nell’ambito di un aumento di capitale.

Grazie a questa operazione, il gruppo ha rafforzato la propria struttura finanziaria con un’iniezione di 50 milioni di euro, di cui 25 milioni provenienti da Aegean e i restanti 25 milioni dagli attuali investitori, incluso il team di gestione. Inoltre, in questa prima fase, Aegean è entrata a far parte della compagine sociale di Volotea con una quota del 17%. In questo momento, non prevediamo alcuna fusione con un’altra compagnia, poiché l’accordo strategico con Aegean ci consente di mantenere e rafforzare la nostra indipendenza operativa, essendo compagnie perfettamente complementari.

Con l’accordo tra Ita Airways e Lufthansa, la Commissione ha scelto EasyJet per la gestione di circa 30 slot giornalieri (15 in partenza, 15 in arrivo) all’aeroporto di Linate, preferendola a Volotea. Dove sono rivolte ora le vostre attenzioni?

Come menzionavo prima, il nostro core business è sempre stato quello di collegare città medio piccole tra loro, al momento siamo concentrati sul consolidamento della nostra rete attuale e sul lancio di nuove rotte dalle nostre basi principali. Ci sono moltissime rotte non servite che potremmo lanciare nei prossimi anni: Volotea ha individuato oltre 1.100 rotte potenziali per il futuro, di cui il 70% privo di concorrenza, attualmente. Inoltre, siamo focalizzati sullo sviluppo graduale delle nostre basi operative – 20 in tutta Europa, di cui 7 in Italia – oltre che sull’espansione della rete aeroportuale di Volotea e sull’apertura di nuove destinazioni.

Quali sono le strategie future del gruppo?

Le nostre strategie future si concentreranno sull’espansione del network, sull’aumento della flotta, sul miglioramento costante dei servizi e sull’adozione di iniziative sostenibili, tra cui l’utilizzo di carburanti Saf e la continua riduzione delle emissioni di CO2, in linea con i nostri ambiziosi obiettivi ambientali.

Gli obiettivi di sostenibilità dell’Ue puntano a zero emissioni nette di gas serra entro il 2050. Com’è possibile coniugare questo aspetto con la crescita del traffico aereo passeggeri in Ue prospettata da Airbus e Boeing? I Saf rappresentano una soluzione praticabile?

I Saf rappresentano sicuramente una soluzione praticabile e, di fatto, sono la migliore soluzione a breve-medio termine e un reale beneficio dal punto di vista ambientale. Si tratta di una scelta responsabile che va fatta per garantire un futuro più sostenibile. L’aviazione rappresenta il 2-3% delle emissioni di CO2 a livello mondiale ed è, senza dubbio, uno dei settori più difficili da decarbonizzare.

Puntare sul Saf significa puntare sulla transizione energetica di un’intera industria, non solo come beneficio per l’ambiente, ma anche come opportunità economica che consente di investire in progetti innovativi e all’avanguardia. Ne siamo fermamente convinti, per questo sosteniamo costantemente la ricerca di questo tipo di combustibili per l’aviazione.

Per quanto riguarda l’integrazione dei Saf in Volotea, tra il 2022 e il 2023 abbiamo impiegato oltre un milione di litri di carburante sostenibile. Inoltre, da settembre 2022 operiamo il servizio shuttle Airbus tra Amburgo e Tolosa con una percentuale di Saf superiore alla media del settore, che ha raggiunto il 12% nel 2023. Parallelamente, collaboriamo con fornitori come Moeve (ex Cepsa), Repsol ed Enilive in Italia per promuovere lo sviluppo dei Saf, valorizzando l’uso di materie prime circolari.

Quali iniziative sta adottando Volotea per ridurre il proprio impatto ambientale?

Dal 2012, abbiamo implementato oltre 50 iniziative per ridurre il consumo di carburante della nostra flotta e promuovere un approccio più sostenibile ai viaggi low-cost. Nel 2022, abbiamo lanciato Voloterra, il nostro programma di sostenibilità basato su cinque pilastri fondamentali: modello di connettività efficiente, riduzione delle emissioni, utilizzo di Saf, sviluppo e innovazione, e trasparenza e verifica.

Pur riconoscendo la complessità della transizione verso un’aviazione più sostenibile, abbiamo rispettato gli obiettivi prefissati e prevediamo di ridurre le emissioni di CO₂ per passeggero-chilometro del 50% entro il 2025 (rispetto al 2012), con cinque anni di anticipo rispetto al piano iniziale. Negli ultimi dieci anni, abbiamo investito in tecnologie all’avanguardia. Nel 2021, abbiamo rinnovato la nostra flotta, sostituendo i Boeing 717 con 41 Airbus A319 e A320, più efficienti e meno impattanti. Inoltre, grazie a un accordo siglato con Airbus nel 2024, abbiamo integrato su tutta la nostra flotta il sistema Descent Profile Optimization (DPO), che ha consentito di ridurre fino a 958 tonnellate di CO₂, dalla sua implementazione iniziale nel 2019.

All’inizio del 2024, abbiamo introdotto Skywise, un sistema di manutenzione predittiva che ottimizza le prestazioni della flotta e garantisce maggiore affidabilità operativa. Infine, colleghiamo più di 100 città europee esclusivamente con voli diretti, senza scali, riducendo del 68% il tempo di volo aggiuntivo e le relative emissioni di CO₂.

I ritardi nelle consegne di aerei hanno portato le compagnie ad aumentare i prezzi dei biglietti per sopperire ai mancati guadagni. Cosa dobbiamo aspettarci per il 2025? L’ingresso di nuovi produttori sul mercato al fianco di Boeing e Airbus può essere una soluzione per il futuro?

I ritardi nella consegna degli aeromobili e i prezzi di leasing elevati potrebbero mantenere alta la pressione sui costi, influenzando i prezzi dei biglietti. Anche il costo del carburante gioca un ruolo chiave in queste variazioni. L’ingresso di nuovi produttori come la cinese Comac potrebbe rappresentare una soluzione a lungo termine, aumentando la concorrenza tra i fornitori di aeromobili.