Una performance più che una sfilata, una staging che fonde arte e moda in un’illusione teatrale. È così che SUNNEI ha presentato la sua collezione Spring/Summer 2026, scegliendo di collaborare con Christie’s, storica casa d’aste internazionale. Niente realmente in vendita, eppure tutto appare disponibile: un’asta immaginaria che trasforma la moda in un gioco di riflessi, dove finzione e realtà si specchiano fino a confondersi.
Il pubblico, sospeso in un’atmosfera surreale e volutamente ambigua, ha vissuto una vera e propria illusione collettiva. Il valore non stava negli abiti, ma nel desiderio che essi riuscivano a generare. Un meccanismo che diventa metafora dell’intero fashion system, sempre più guidato da dinamiche invisibili, dove il confine tra creatività e finanza è ormai sottilissimo.
L’addio di Loris Messina e Simone Rizzo
Questo spettacolo non è stato soltanto la presentazione di una collezione, ma anche un gesto simbolico: l’uscita di scena dei due founder. Dopo dieci anni, Loris Messina e Simone Rizzo lasciano la direzione creativa del marchio che hanno fondato nel 2015, rimanendo coerenti con un percorso sempre segnato da provocazione e rottura.

«Dopo dieci anni, sentiamo l’urgenza di cambiare forma, non direzione» hanno dichiarato, sottolineando la volontà di continuare a lavorare nella creatività, con ancora più libertà e radicalità. La loro uscita, accolta inizialmente con sorpresa, acquista oggi il peso di un atto conclusivo che chiude un capitolo fondamentale, senza spegnere lo spirito che ha reso SUNNEI una delle realtà più riconoscibili della scena milanese.
Un linguaggio divisivo ma autentico
Negli anni, SUNNEI ha costruito la sua identità rifiutando le logiche più convenzionali della moda. Un linguaggio estetico fatto di codici minimalisti, tratti ironici e una spiccata vena anti-fashion ha spesso diviso pubblico e critica. La comunicazione, volutamente spiazzante e autocelebrativa, ha oscillato tra intuizioni brillanti e scelte percepite come autoreferenziali.

Eppure, proprio questo approccio ha incarnato una nuova idea di milanesità contemporanea: sobria ma pungente, concettuale ma concreta, capace di affermarsi più come attitudine che come semplice portabilità.
Il futuro di SUNNEI
Con questa asta teatrale, SUNNEI non si limita a congedarsi: apre la strada a un nuovo corso. Resta da capire chi raccoglierà l’eredità creativa del marchio e in quale direzione si muoverà. Quel che è certo è che il brand, pur giovane, ha conquistato una posizione di rilievo internazionale, lasciando un’eredità fatta di audacia, sperimentazione e irriverenza.
La SS26 non è quindi solo una collezione, ma un atto di trasformazione. Un invito a riflettere sul rapporto tra desiderio, valore e sistema moda, che SUNNEI ha sempre saputo mettere in discussione con radicalità.