«Visti i tempi in cui viviamo, ho pensato di offrire qualcosa di reale, pragmatico, funzionale» queste le parole che ha usato il direttore creativo di Bottega Veneta Matthieu Blazy, parigino classe 1984, parla così per descrivere lo show co-ed FW24 che si è tenuta sabato scorso alla Milano Fashion Week.
Sulla passerella con finitura in legno scottato hanno sfilato uomini e donne con capi belli, quotidiani e desiderabili in cui l’abbellimento è ridotto al minimo. Lo stilista francese al timone creativo della maison di Gruppo Kering da poco più di due anni, ha deciso di “celebrare il quotidiano” e in questa sua interpretazione dell’Autunno Inverno 2024-2025 l’abbigliamento non finge più di essere qualcosa di diverso da quello che è in realtà. “Qui non c’è nulla che imiti qualcosa. Il cotone è cotone”, ha chiarito sempre Blazy nel backstage.
Il monumentale al quotidiano
Il focus della collezione è sui materiali, sull’aspetto tattile che questi restituiscono al primo sguardo: frange, più o meno morbide, sete fluide, lane scultoree, plissé ricchi di movimento, pelle morbida e protettiva. Camicie, cappotti, abiti e gonne, tutti reinterpretati per lasciare un segno, suscitare un’emozione e un ricordo.
«Penso che ci sia qualcosa di bello nell’idea di ricavare qualcosa di monumentale dal quotidiano», ha detto ancora Blazy. Dalla semplice camicia di cotone calico rigato ha evocato una serie di stati d’animo e di intenzioni diverse: qui rimboccata e svolazzante, con il colletto inclinato in modo sbarazzino, altrove sciolta e non rimboccata. Per gli uomini, ha gonfiato una camicia nera fino a farla diventare un trench e gliel’ha appoggiata sulle spalle.
E ancora, per i look maschili, tanti cappotti overzise dalle spalle morbide sopra semplici dolcevita a collo alto o camice abbondanti. Must have della maison, come sempre, gli accessori: due borse a mano, in intrecciato, per muoversi nel quotidiano con praticità e stile. Particolare l’accostamento della borsetta a spalla nera con la shopping in corda lavorata.
Anche il colore ha giocato una parte importante nello show, a partire dai giganteschi cactus di vetro di Murano illuminati dall’interno. Ed è in questa singolare casa nella prateria che prende vita una collezione che brucia ogni eccesso. La camicia di camoscio color zafferano indossata su un dolcevita bianco e pantaloni di pelle nera, gli sgargianti abiti-t-shirt, in parti uguali di oliva, ruggine e bianco, con cuciture sporgenti nel punto in cui i colori si incontrano. Poche decorazioni, quasi superflue. Blazy racconta storie avvincenti e coinvolgenti con abiti più sofisticati perché, per dirla con le sue stesse parole: “Vestirsi bene porta dignità. È ciò che ci rende umani”.
Tra gli invitati, seduti sugli sgabelli in edizione limitata del Tabouret Cabanon LC14 di Le Corbusier, in legno effetto carbonizzato, erano presenti diverse celebrità tra cui A$AP Rocky senza Rihanna ma in compagnia di Raf Simons, una era ossessione per il rapper americano culminata nel pezzo “RAF”.