“Io voglio disegnare il tempo”. È l’idea di continuità tra passato e presente, che ha segnato profondamente tutta la carriera dello stilista giapponese Yohji Yamamoto. Un concetto ripreso e ripercorso nella mostra “Yohji Yamamoto. Letter to the future”, organizzata da 10·Corso·Como a Milano.
Dal 16 maggio al 31 luglio 2024 negli spazi della omonima galleria, nell’avveniristico quartiere di Porta Volta, saranno protagonisti gli abiti, in un flusso dove ogni forma, taglio e geometria, trasmette un’idea di futuro, oltre il tempo.
La luminosità del rinnovato spazio espositivo di 10·Corso·Como, ritornato alla sua essenza industriale, evoca un allestimento puro e lineare, per restituire un’infinita e universale, misteriosa bellezza. In un percorso concepito come un’unica installazione, è chiaro il messaggio di Yohji Yamamoto a Milano e all’Italia, come luogo della creatività per antonomasia. Il progetto curato da Alessio de’ Navasques, docente di Fashion Archives presso l’università di Roma La Sapienza, raccoglie un dialogo tra capi iconici di sfilata, collezioni recenti e future, in un climax ascendente e immersivo.
Una moda radicale
Il percorso espositivo indaga l’opera dello stilista che ha fatto della poesia degli abiti strutturati, ma eterei, tagliati e riassemblati, dove penetra lo spazio dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, la sua firma di riconoscimento. Una dichiarazione sul senso universale della forma attraverso i colori assoluti del bianco, del nero e del rosso: gli abiti diventano parole di una letteratura sul rapporto tra corpo e spazio. Per il designer non è un corpo oggettivato da segni e codici di riconoscimento del genere, ma è un corpo che agisce sull’abito e lo trasforma: una moda radicale, che valorizza l’interiorità di chi la indossa.
10·Corso·Como
Fondato nel 1991 a Milano, 10·Corso·Como, è oggi conosciuto come il primo concept store dedicato al lifestyle, alla moda e all’arte contemporanea. Per svariati anni la boutique di moda e design, la galleria di arte e fotografia, la libreria e un piccolo caffè sono cresciuti con le automobili della Renault nel cortile accanto, la botola per alzare le auto e una grande vetrata a riquadri.
Nel nuovo capitolo di 10·Corso·Como, secondo la visione di Tiziana Fausti, lo spazio espositivo della Galleria continua la sua programmazione dedicata alla cultura dell’arte e della moda con un progetto speciale del designer che ne ha provocato e ispirato estetiche e immaginari: Yohji Yamamoto.
Il poeta del nero
Conosciuto come il poeta del nero, fin dall’inizio della sua carriera, il lavoro di Yamamoto è stato valorizzato per aver sfidato le convenzioni dello stile. Le sue collezioni hanno ridefinito l’idea di bellezza, sovvertendo gli stereotipi, alla ricerca di una nuova geografia del corpo e di una silhouette universale. Laureato in legge all’Università Keio nel 1966, Yamamoto prosegue i propri studi di design della moda alla Bunka Fashion College. Dopo aver presentato le creazioni prêt-à-porter nel 1977 e il debutto a Parigi nel 1981, lo stilista giapponese diventa rapidamente uno dei più influenti sulla scena dell’alta moda.