Statali, rinnovo del contratto per 193mila dipendenti: aumento di stipendio di 160 euro

Con il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici si prevede un aumento medio di stipendio di 160 euro mensili, più smart working e maggiore attenzione al merito

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Firmato il rinnovo del contratto per 193.851 dipendenti delle amministrazioni centrali dello Stato per il triennio 2022-2024. Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha siglato il documento, un atto di indirizzo, lo scorso 29 maggio. Si tratta del punto di partenza per il rinnovo dei contratti in scadenza nel 2024 dei dipendenti ministeriali, di quelli delle agenzie fiscali, della Corte dei Conti, del Cnel, dell’Avvocatura generale e degli enti pubblici non economici. Ma il testo fissa le linee guida anche per tutti gli altri comparti della pubblica amministrazione. Le risorse stanziate nel 2024 per gli aumenti salariali sono pari a 555 milioni di euro, circa un decimo dei 5,5 miliardi stanziati per tutto il comparto dello Stato.

Rinnovo dipendenti pubblici: aumento medio di 160 euro

Nell’ultima versione del testo sono state inserite alcune novità, come il maggior utilizzo dello smart working per lavoratori fragili e per genitori di minori. Il governo ha preferito aumentare il peso della produttività per l’assegnazione dei premi, anziché dell’anzianità di servizio. Già dal suo insediamento il governo aveva in più occasioni specificato che avrebbe puntato a premiare il merito a scuola così come nel mondo del lavoro. Previste poi regole più stringenti per il salario accessorio.

L’aumento a regime, cioè al termine del triennio, sarà pari al 5,78% ovvero circa 160 euro mensili di aumento medio.

I premi

Nel testo si legge che “dovrà essere ribadito il principio per cui alla differenziazione dei giudizi valutativi deve corrispondere una effettiva diversificazione degli istituti premiali”. Traduzione dal burocratese: chi lavora meglio non riceverà solo delle lodi formali destinate a restare sulla carta, ma dei premi in concreto. Il testo obbliga poi a distinguere per gli effetti retributivi “fra performance organizzativa e performance individuale“. Traduzione: ci saranno premi assegnati in seguito a risultati raggiunti da tutto il gruppo di lavoro, ma ci saranno anche premi per le performance individuali. E infine bisognerà dare dei premi extra alle “eccellenze”, quei dipendenti più bravi degli altri capaci di distinguersi.

Si punta dunque a irrobustire il principio meritocratico, tipico del lavoro privato, anche nella pubblica amministrazione: secondo quanto stabilito dall’atto di indirizzo, un dipendente con decenni di anzianità ma dal rendimento mediocre, nell’attribuzione dei premi individuali, verrebbe superato da un collega molto più giovane ma particolarmente preparato e brillante.

“La mia volontà è rendere più flessibili le possibilità di avanzamento del personale nella Pubblica amministrazione, assegnando ai nostri dirigenti un ruolo determinante nella crescita delle persone. Un’opportunità che oggi non esiste”. Così aveva detto a suo tempo il ministro Zangrillo a Il Messaggero.

Formazione

Per poter accedere al sistema premiale, ogni lavoratore dovrà inoltre sostenere 24 ore annue di formazione.

Smart working

Si allargano le maglie dello smart working nel settore pubblico per i lavoratori fragili (con esigenze particolari e documentate) e per i genitori di minori under 14. Il testo puntualizza che tale ipotesi è finalizzata a “un più ampio utilizzo delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa sia in modalità agile che in remoto ove tali modalità siano compatibili con la natura della prestazione, attraverso il superamento del principio della prevalenza dello svolgimento della prestazione ‘in presenza’”

Il settore pubblico sarà inoltre interessato da un massiccio piano di assunzioni: si stima che da qui a 2028 verranno assunte 148.000 persone nella Pa.