L’occupazione di suolo pubblico si riferisce all’utilizzo temporaneo di spazi pubblici da parte di soggetti privati per scopi determinati. Questa pratica richiede un’autorizzazione preventiva e può coinvolgere non solo il suolo stesso, ma anche il soprassuolo e il sottosuolo. Gli spazi interessati possono essere di proprietà comunale o privata ma anche aree private gravate da servitù di uso pubblico. L’occupazione, poi, può comprendere diverse attività, come l’installazione di strutture temporanee, l’esposizione di merci o la realizzazione di eventi pubblici.
Indice
Normativa per l’occupazione del suolo pubblico
L’occupazione del suolo pubblico è un processo richiesto per una vasta gamma di attività commerciali, turistiche e eventi organizzati da associazioni e fondazioni. Poiché il suolo pubblico è di proprietà statale, la sua utilizzazione richiede un’apposita autorizzazione preventiva. Ogni comune, attraverso il proprio regolamento, infatti, stabilisce le procedure e le condizioni per ottenere questo permesso. Ciò include la determinazione dei costi associati all’occupazione del suolo pubblico, nonché l’identificazione di aree che possono richiedere condizioni speciali, come quelle con un valore ambientale, archeologico o storico-artistico particolare. Inoltre, le autorità comunali possono imporre restrizioni aggiuntive per motivi di ordine pubblico e viabilità, garantendo così un utilizzo appropriato e sostenibile dello spazio pubblico.
Differenza tra occupazione e concessione di suolo pubblico
L’occupazione di suolo pubblico, a differenza della concessione, implica un utilizzo temporaneo dello spazio e ha una durata limitata nel tempo. La concessione, invece, implica un utilizzo permanente e a lungo termine dello stesso spazio. Inoltre, mentre per l’occupazione temporanea non è richiesta una tassa specifica, per la concessione permanente è necessario corrispondere una tassa per il diritto di utilizzo continuativo del suolo pubblico.
Rilascio del permesso per occupazione di suolo
La tassa per l’occupazione temporanea o permanente del suolo pubblico è necessaria perché la collettività non può usufruire pienamente di quel bene mentre viene utilizzato a fini privati. Di conseguenza, il privato che ne fa uso è tenuto a versare una somma di denaro corrispondente. Questa tassa è calcolata in base alla posizione e alla dimensione dell’area occupata: generalmente, più centrale è la zona e più ampia è l’area occupata, maggiore sarà l’importo della tassa da versare.
Quali dati deve contenere la richiesta di occupazione suolo pubblico
Di norma, la richiesta di permesso di occupazione del suolo pubblico deve essere presentata almeno 30 giorni prima e deve contenere i seguenti dati:
- scheda anagrafica del richiedente, con dati e indicazione della titolarità sull’intervento;
- localizzazione esatta dell’area da occupare con eventuale via, numero civico e identificazione catastale;
- dimensionamento dell’area con indicazione di lunghezza, larghezza e superficie espressa in mq;
- durata dell’occupazione con data di inizio richiesta;
- motivazione dell’occupazione (ad esempio manifestazione sportiva, cantiere edile, trasloco, etc.).
Ricordiamo che sulla richiesta vanno apposti i bolli che di solito sono due da 16 euro, eventuali fotografie e una planimetria dell’area per un’indicazione puntuale dell’occupazione. Prima di fare richiesta, comunque, è consigliabile far riferimento alla legge e alle norme comunali riguardanti l’occupazione del suolo pubblico.
Costo occupazione suolo pubblico: la Tosap
La tassa per l’occupazione del suolo pubblico, comunemente nota con l’acronimo Tosap, è la tassa dovuta quando un soggetto occupa un’area che appartiene al territorio di un ente locale. La Tosap è quindi un tributo, a favore dei Comuni e delle Province, che colpisce le occupazioni di qualsiasi natura effettuate sui beni appartenenti al demanio e al patrimonio indisponibile dei Comuni e delle Province. La Tosap nel dettaglio colpisce l’occupazione di spazi appartenenti a beni demaniali (i beni dello Stato che ci si chiede a quanto ammontino) o al patrimonio indisponibile degli enti locali, come strade, corsi, piazze, aree private gravate da servitù di passaggio, spazi sovrastanti e sottostanti il suolo pubblico, comprese condutture e impianti, zone acquee adibite all’ormeggio di natanti in rivi e canali.
Tributo per l’occupazione di suolo pubblico: chi lo deve pagare?
Non tutti gli enti sono soggetti alla tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Questa tassa è infatti applicata quando vi è richiesta da parte di privati, come ad esempio bar o ristoranti che necessitano di tavoli all’aperto durante i mesi estivi, associazioni che organizzano eventi in strada, privati che devono effettuare traslochi o ristrutturazioni coinvolgendo aree pubbliche, o chi organizza eventi, comizi, feste, mercatini, e simili. Tuttavia, esistono soggetti esentati dal pagamento di queste tariffe, come gli enti pubblici (Comuni, Province, ecc.), gli enti religiosi e le associazioni senza scopo di lucro.