Stop alle nuove assunzioni dei civili italiani nelle basi militari Usa in Italia, tra cui la base di Aviano. È questa la nuova disposizione arrivata dal Doge, il Dipartimento per l’efficienza governativa guidato da Elon Musk. Dopo il blocco delle carte di credito governative e la richiesta di report settimanali, il congelamento delle assunzioni aumenta la tensione tra Musk, i sindacati e le istituzioni italiane.
La misura riguarda tutte le basi americane in Italia e preoccupa le oltre 4.000 persone impiegate nei siti strategici, soprattutto nella base Usaf di Aviano. Le segreterie nazionali dei sindacati Fisascat Cisl, UilTucs e altre sigle sono in attesa di risposte ufficiali, mentre anche la politica italiana si mobilita per chiedere chiarimenti al governo Usa e al Dipartimento della Difesa. Intanto, è già partita un’interrogazione parlamentare ai ministri Crosetto e Tajani.
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Via al blocco assunzioni dei civili in Italia
Il blocco delle nuove assunzioni è stato comunicato alle rappresentanze sindacali all’inizio della nuova settimana di controlli. Riguarda i lavoratori civili italiani impiegati nelle basi americane, in particolare nelle strutture di Aviano, Sigonella, Napoli, Camp Darby e Camp Ederle. Si tratta di un blocco senza scadenza.
Dopo il congelamento per 30 giorni delle carte di credito dei dipendenti degli uffici acquisti e le mail inviate dal Doge per richiedere rendicontazioni settimanali sul lavoro svolto, questa è la terza misura adottata da Musk in meno di un mese.
Le reazioni dopo la decisione
Secondo le comunicazioni interne, il blocco delle assunzioni rientra nella strategia di spending review voluta dall’amministrazione Trump e gestita dal Doge. L’obiettivo ufficiale è razionalizzare la spesa federale e aumentare l’efficienza operativa.
I sindacati italiani però non ci stanno. Roberta Del Savio della Fisascat Cisl spiega che “c’è un contratto collettivo italiano e non siamo dipendenti federali. Siamo preoccupati per il metodo e per l’incertezza sul futuro”.
Nel frattempo, anche la politica italiana si è mossa. La senatrice del Pd Tatjana Rojc ha presentato un’interrogazione ai ministri Guido Crosetto e Antonio Tajani, chiedendo di chiarire se il blocco possa preludere a un disimpegno militare degli Usa dal territorio italiano.
Le richieste dei sindacati
I sindacati hanno già chiesto chiarimenti ufficiali alla commissione statunitense Jcpc e al ministero dell’Interno italiano. Fino a ora, però, nessuna risposta. La preoccupazione principale riguarda il rischio di demansionamenti e licenziamenti, che potrebbero colpire le migliaia di civili italiani impiegati nelle basi.
“Non possiamo restare a guardare mentre vengono prese decisioni che riguardano il nostro sistema difensivo e i nostri lavoratori”, ha dichiarato la senatrice Rojc. Le forze politiche chiedono al governo di prepararsi a un eventuale ridimensionamento delle basi Nato in Italia e a pianificare interventi economici per proteggere il tessuto sociale ed economico delle regioni coinvolte.