Lavorare all’estero: che tipi di contratto esistono?

Contratti di lavoro all’estero, una panoramica su tipologie e caratteristiche in Europa e oltre. 4 esempi pratici

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Non solo pochi coloro che ogni anno, scelgono di lasciare l’Italia per trasferirsi all’estero e lavorare lontano dal proprio luogo di origine. Ambizione, crescita personale, migliori opportunità di guadagno, voglia di fare nuove esperienze e di confrontarsi con culture, lingue ed usanze diverse sono alcune delle ragioni che stanno alla base della scelta di lavorare all’estero.

Proprio chi ha intenzione di prendere l’aereo e andare altrove, ma anche chi sta valutando l’opzione insieme alle altre sul tavolo, probabilmente vorrà saperne di più su come funzionano i contratti di lavoro in paesi diversi dall’Italia. Ebbene, vero è che i contratti in paesi stranieri possono avere alcune caratteristiche simili alle nostre, soprattutto in Europa, mentre oltreoceano le tipologie sono molto più “liquide” rispetto alla nostra concezione europea.

Di seguito faremo una sintetica panoramica sulle tipologie di contratti che esistono fuori dai nostri confini nazionali, in modo da capire come funzionano e quali peculiarità hanno. Ecco cosa sapere sui contratti in Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti.

Contratti di lavoro all’estero: il caso della Francia

In Francia esistono i CDI, contratti a tempo indeterminato e i CDD, contratti a tempo determinato e a tempo pieno. In caso di CDI non è obbligatorio il periodo di prova, mentre l’accordo può essere variamente modulato in termini di remunerazione, luogo e ore di lavoro – tutti aspetti da concordare con il lavoratore. In caso di rifiuto il datore può rifiutare le modifiche o chiudere il rapporto.

Il CDD non è considerata una soluzione definitiva: come dice il nome, infatti, può essere utilizzato per una sostituzione temporanea di un dipendente, per lavori stagionali e in attesa dell’assunzione di un lavoratore con CDI. In media nel territorio transalpino i CDD non superano i 18 mesi.

Possibile altresì il contratto di lavoro a tempo parziale, per coloro che svolgono meno dell’80% delle ore di lavoro legali o contrattuali (è il caso tipico degli studenti lavoratori), e il contratto di lavoro temporaneo, frutto delle trattative tra impiegato, agenzia di lavoro e azienda.

Da notare inoltre che, a differenza dell’Italia, il diritto del lavoro francese prevede uno stipendio minimo garantito per ora di lavoro, il cd. SMIC – salaire minimum interprofessionnel de croissance.

Lavorare in Germania, contratti previsti e peculiarità

In Germania, anche se il contratto di lavoro è stato stipulato in forma orale, l’azienda dovrà dettagliare le condizioni contrattuali fondamentali in forma scritta, entro e non oltre un mese dall’inizio del rapporto di lavoro. Il contratto conterrà dati come l’inizio e la durata del lavoro, le generalità del datore di lavoro e del dipendente, l’orario e il luogo di lavoro, lo stipendio lordo, la composizione della retribuzione e le ferie.

In Germania la prassi vuole che la maggior parte dei contratti sia da subito a tempo indeterminato. Monte ore? 40 alla settimana, che possono però calare a 38 o 35. Il tempo determinato deve essere giustificato in maniera precisa ed è in genere riferito a over 58 e per non più di due anni. Lo stipendio? Viene contrattato direttamente con il lavoratore e non può scendere al di sotto del salario minimo orario.

Peculiarità dei contratti tedeschi è il cd. Minijob, ossia un accordo azienda-lavoratore che comporta una retribuzione massima di 450 euro mensili. Non ci sono trattenute e si può contare fino a 24 giorni di ferie pagate per anno solare. Interessante altresì notare che in ipotesi di malattia, il lavoratore o la lavoratrice potrà incassare lo stipendio fino ad un massimo di sei settimane.

In Germania troviamo anche tipologie contrattuali molto simili alle nostre, come ad es. il lavoro a chiamata, l’apprendistato, il tirocinio/stage, ma troviamo anche il cd. job-sharing (oggi non più previsto dalla legge italiana).

Da queste parti può capitare che i datori di lavoro siano propensi ad offrirvi un contratto di lavoro, soltanto dopo aver lavorato per qualche giorno in prova senza stipendio. In terra tedesca l’attività di prova di solito dura un giorno, ma può arrivare a cinque giorni. Le parti dell’eventuale contratto di lavoro potranno così valutare se si tratta della scelta giusta.

L’attività di prova non va però confusa con il periodo di prova, perché quest’ultimo prevede l’assunzione come dipendente e il versamento di un salario.

Forse non tutti sanno che talvolta i datori di lavoro tedeschi reclutano persone di altri paesi dell’Unione, offrendo un appartamento o un corso di tedesco gratuito come ‘benefit’.

Tipologie dei contratti di lavoro in Inghilterra

In Inghilterra il contratto di lavoro può essere definito inizialmente a livello verbale, per poi essere ufficializzato su carta entro due mesi. Esso dovrà in particolare indicare il nome del datore di lavoro, il suo indirizzo e il nome del dipendente, ma non mancheranno gli altri dettagli come ad es. in merito alla tipologia utilizzata.

I tipi di contratto che i lavoratori possono firmare sono i seguenti: Temporary (spesso usato per le attività stagionali), Permanent (a tempo indeterminato), Full Time (a tempo pieno), Fixed term contract (a durata determinata), Zero hour contract (a zero ore) cioè senza garanzia di lavoro fisso settimanale.

Inoltre è ovviamente previsto il part time, assai diffuso tra gli studenti che spesso vengono assunti in negozi, ristoranti e pub, mentre il datore di lavoro può richiedere dei turni di lavoro che si possono accettare o meno (qualcosa di simile ai nostri contratti a chiamata).

Anche in Inghilterra, se si sceglie di lavorare per conto proprio (self employed o freelance), sarà necessario dichiarare la propria attività al Fisco e pagare da sé le tasse.

Gli Usa e i contratti di lavoro ‘liquidi’

Se ci trasferiamo oltreoceano vediamo che il lavoro è considerato in maniera diversa: la meritocrazia è il valore su cui si basa la cultura americana, che applica questa ideologia anche in materia di lavoro. Chi ottiene più risultati ha un bonus in busta paga, viene confermato e fa carriera.

Il contratto di lavoro negli Usa indica elementi come le responsabilità generali del dipendente, lo stipendio, l’orario e la durata del rapporto di lavoro, i benefici collegati (ad es. assicurazione sanitaria), l’eventuale patto di non concorrenza e il periodo di prova, non obbligatorio (cd. probation or probationary period).

In America non vi sono leggi federali che regolano il lavoro a tempo pieno, ma un lavoratore subordinato che lavora tra le 30 e le 40 ore settimanali è ritenuto un lavoratore a tempo pieno.

Negli Usa troviamo contratti per stagisti o l’apprendistato, oltre ai classici contratti di lavoro dipendente. I lavoratori autonomi sono inquadrati come liberi professionisti o consulenti. In tali circostanze non viene utilizzato un contratto di lavoro tradizionale, bensì un contratto di servizio che dettaglia i termini e le condizioni della collaborazione.

In particolare, in America ci sono due tipi di contratti di lavoro subordinato, ossia il contratto ‘At Will’ e il contratto per Giusta Causa. Le differenze tra le due tipologie si riferiscono alle motivazioni necessarie per poter licenziare un dipendente. Il contratto At Will dà all’azienda il potere di licenziare i dipendenti in ogni momento, per semplice volontà, invece i contratti per Giusta Causa – l’eccezione alla regola generale – impongono che i datori di lavoro debbano avere un motivo valido per poter allontanare il dipendente.

Nella maggioranza dei casi il contratto di lavoro recherà la dicitura “at will”, ovvero senza nessun tipo di durata precisa e il lavoratore riceverà una lettera di assunzione (offer letter), che viene confermata o modificata annualmente a seconda delle esigenze dell’azienda.

Tra le altre differenze, negli Usa non ci sono per legge giorni di ferie, ma il paid time off, previo accordo con il proprio capo. Insomma, meno tutele, ma stipendi molto più alti e benefits per assicurazione e assistenza sanitaria.