Un milione di laureati in fuga dal Sud negli ultimi 20 anni, meridione desertificato

Secondo la Svimez, la fuga dei laureati e la chiusura delle aziende manifatturiere hanno avuto un impatto evidente sulla natura

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Redazione

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Pubblicato: 22 Settembre 2024 19:44

In venti anni il Sud ha perso un milione di laureati. È il risultato dell’ultima ricerca di Svimez, secondo cui la fuga dei giovani, unita alla chiusura delle aziende manifatturiere, hanno contribuito alla desertificazione di un pezzo del meridione. L’inchiesta del programma Presadiretta su Rai Tre analizza i motivi che hanno spinto i ragazzi a spingersi verso altre regioni o all’estero.

La fuga dei laureati

L’associazione Svimez ha calcolato un milione di laureati in fuga dal Sud negli ultimi venti anni. Parallelamente, la chiusura delle aziende manifatturiere ha portato alla desertificazione del meridione, alle prese con l’inquinamento ambientale in assenza di bonifiche.

L’inchiesta del programma di Rai Tre, Presadiretta, analizza a fondo le ragioni di questa massiccia emigrazione di cervelli in alte regioni del Paese o all’estero, mettendo in luce la mancanza di opportunità lavorative e le sue gravi ripercussioni sul tessuto sociale del Sud. Un allarme lanciato dal conduttore della trasmissione Riccardo Iacona, che sottolinea come questa fuga di cervelli stia impoverendo gravemente il meridione a livello sociale.

Gli atenei del Sud sono alle prese con una crisi senza precedenti: negli ultimi vent’anni, il numero di iscrizioni è crollato in modo drammatico, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte università. Questa situazione, unita alla chiusura di numerose aziende manifatturiere, con aree industriali ormai dismesse, rischia di impoverire ulteriormente il Sud, privandolo di un tessuto economico e sociale sempre più fragile.

Il programma indaga le conseguenze sulla salute di decenni di attività di poli petrolchimici e industriali, focalizzandosi sul disastro ambientale nel distretto di Crotone-Cassano-Cerchiara. Qui l’attività industriale degli anni ’90, in aree oggi dismesse, ha contaminato il territorio con sostanze tossiche. La mancata bonifica della discarica fronte mare, promessa per anni ai cittadini, aggrava ulteriormente una situazione già critica, mettendo a rischio la salute di migliaia di persone.

Quanti laureati in fuga

Negli ultimi vent’anni, assistiamo a una fuga di cervelli sempre più preoccupante dalle aree interne verso i centri urbani, ad eccezione degli anni della pandemia che ha temporaneamente frenato questo trend.

Nel 2022, ben 25.000 laureati hanno abbandonato le periferie italiane, mentre circa 3.000 hanno scelto l’estero. Nonostante un lieve aumento dei rientri dal 2019, questi rimangono marginali rispetto alle partenze, evidenziando una grave perdita di capitale umano per le aree interne.

Negli ultimi vent’anni, oltre 330mila giovani laureati tra i 25 e i 39 anni hanno abbandonato le aree interne per trasferirsi nei centri urbani, mentre circa 45mila hanno scelto l’estero. Nonostante un parziale rientro, si stima che le aree interne abbiano perso in media 8mila laureati all’anno, con un calo delle prospettive di sviluppo di queste zone.

Come visto dai dati mostrati in precedenza, la principale meta degli italiani che espatriano dalle Aeree interne sono i centri. Nel 2021, circa 94mila connazionali hanno deciso di lasciare il Paese, buona parte veniva proprio dai centri.

Il flusso migratorio dalla periferia ha parzialmente compensato la perdita di popolazione verso l’estero. Tuttavia, il saldo migratorio complessivo delle aree interne rimane negativo, con meno di un quarto della popolazione italiana che vive lontano dai centri urbani.

Ma quali sono le mete preferite all’estero di coloro che fuggono dalle aree interne ? Il principale Paese di riferimento è la Germania, che attrae il25,3% degli emigrati provenienti dalle periferie italiane, seguito da Svizzera (13,6%) e Regno Unito (12,7%).

Quest’ultimo Paese si prende invece il primo posto per l’emigrazione proveniente dai centri (18,8%), con Germania e Francia rispettivamente al secondo e terzo posto tra le mete preferite.