La Laurea conviene? Ecco gli Atenei che garantiscono stipendi più ricchi

Le analisi dell’Osservatorio JobPricing sui diversi Atenei italiani e sui percorsi di carriera dei laureati

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Redazione

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Studiare è decisamente un buon investimento a condizione di indirizzare la propria scelta sugli studi e sugli Atenei giusti. Infatti, livelli più alti di istruzione consentono non solo un accesso più facile al mercato del lavoro ma anche carriere migliori e di conseguenza stipendi più alti. La  laurea in generale permette di accedere a una retribuzione superiore del 45% rispetto ad un non laureato, equivalente a 13 mila euro in più di retribuzione annua lorda (RAL) .Non si tratta però di investimenti con un ritorno a breve termine: pertanto la scelta deve essere oculata, basata il più possibile su riscontri oggettivi. Un tallone di Achille del nostro paese in termini di competitività è, tuttavia, rappresentato delle politiche pubbliche legate agli investimenti nel campo dell’istruzione. Queste le principali evidenze che emergono dallo University Report elaborato dall’Osservatorio Job Pricing.

Qui anche uno studio Istat sulle differenze retributive. Vedi anche quanto costa il riscatto della laurea ai fini pensionistici.

Atenei per carriera e guadagno

Ma quali sono gli Atenei che aumentano la probabilità di avere un percorso di carriera più remunerativo? Per rispondere a questa domanda nel report sono riportati i salari medi per i primi 10 anni di carriera dei laureati provenienti da 40 Atenei. Secondo le analisi dell’Osservatorio JobPricing alle università private è associato un salario più alto rispetto a quelle pubbliche in media del 4%, mentre i salari più alti in assoluto sono pagati a coloro che hanno conseguito un titolo di studio presso un politecnico, il 10% in media in più rispetto ad un ateneo pubblico.

Differenze territoriali

Il rendimento dell’istruzione è legato anche alla “geografia”. Laurearsi al Nord porta a percepire una retribuzione in media più alta del 3% rispetto a laurearsi in atenei del Centro Italia, e al 7% in più rispetto ai laureati di un’università del Mezzogiorno. Le differenze nella media retributiva per area geografica sono spiegate in parte dalla distribuzione sul territorio delle varie tipologie di ateneo (al Nord sono presenti più università private che nel resto del paese); in parte è spiegata da dove i laureati tendono a collocarsi nel mercato del lavoro, in quanto chi studia in atenei del Sud è più probabile che poi si garantisca un’occupazione al Sud, dove i salari sono in media più bassi, a prescindere dal titolo di studio conseguito.

La classifica dei migliori

I primi quattro atenei in classifica sono privati o Politecnici situati al Nord del paese: l’Università Commerciale Luigi Bocconi (garantisce una retribuzione media di 35.297 euro), il Politecnico di Milano (34.315 euro), il Politecnico di Torino (33.244 euro) e la Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (33.044 euro). Roma è solo quinta con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata (32.633) che nettamente sopravanza l’Università di Roma La Sapienza (31.809 euro) solo al diciottesimo posto. Gli ultimi nella lista sono gli atenei pubblici di Perugia (29.868 euro) e Cagliari (28.946 euro).

Quanto vale il livello di istruzione?

Il vantaggio che l’istruzione offre lo si può osservare anche in termini di retribuzioni. Tuttavia, in Italia l’istruzione rende meno che in altri Paesi, soprattutto per i più giovani. I dati OCSE mostrano che in Italia, chi possiede un titolo di istruzione terziaria guadagna in media, il 38% in più rispetto a chi ha un titolo di istruzione secondaria, 14 punti in meno della media europea.

Il differenziale è pari a circa 13mila euro per la retribuzione fissa (oltre il 45% in più per i
laureati).

La correlazione che esiste tra istruzione e salario è nota ed evidente: più “elevato” è il titolo di studio conseguito, più elevata è la retribuzione. La crescita salariale non è tuttavia regolare, ma vi sono alcuni scalini ben visibili: il primo grande balzo osservato avviene tra scuola dell’obbligo e diploma di scuola superiore (+15%). Di seguito vi è quello tra diploma e laurea magistrale (+40%) o master di primo livello (+42%). Non si osservano invece significative differenze tra diploma e laurea triennale. Il terzo balzo, seppur di minore entità, si registra tra laurea magistrale e Master di II livello (16%).

Passando alla dinamica dei salari per titolo di studio negli ultimi sette anni si vede come quelli che più sono cresciuti sono i salari dei laureati triennali (+8,2%); al contrario, i livelli retributivi di chi è in possesso di un diploma di media superiore o di una laurea magistrale è cresciuto di meno nel lungo periodo.

Quando lo studio inizia a rendere?

Secondo i dati raccolti da AlmaLaurea nel rapporto sulle condizioni di occupazione dei laureati 2022, il salario medio netto mensile per i laureati di primo livello nel 2021 è stato di 1.340 euro, mentre per i laureati di secondo livello di 1.407 euro.

A cinque anni dalla laurea il salario medio netto mensile è invece di 1.554 euro per i primi (+16%) e 1.635 euro per i secondi (+16%).

I dati dell’Osservatorio Job Pricing consentono di osservare le medie salariali per diversi anni e di confrontare la crescita retributiva con quella dei non laureati: a fronte di una crescita retributiva più contenuta tra i 15 e i 34 anni, già dai 35 anni si inizia ad apprezzare il ritorno di investimento del conseguimento di una laurea, mentre tra i non laureati il gap tra inizio e fine carriera si aggira intorno ai 7mila euro lordi annui.