Formazione per la Pa, dal 2025 obbligatorie 40 ore annue e corsi su sicurezza e trasparenza

Via anche a percorsi per i nuovi assunti e programmi di crescita professionale per chi già opera nelle amministrazioni, così da creare di un ambiente di apprendimento continuo

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 14 Febbraio 2025 08:00

A partire dal 2025, ogni dipendente pubblico dovrà svolgere almeno 40 ore di formazione annue, garantendo così un aggiornamento costante e una crescita professionale continua. Non solo, scattano anche specifici obblighi formativi per i dipendenti pubblici in ambiti cruciali come la sicurezza sul lavoro, la prevenzione della corruzione, l’etica e la trasparenza, i contratti pubblici e il lavoro agile.

Sono alcune delle nuove regole contenute nella direttiva emanata dal Ministro per la pubblica amministrazione, senatore Paolo Zangrillo, che riguarda la formazione e valorizzazione del capitale umano.

Formazione per il lavoro e corsi sulla sicurezza obbligatori

La direttiva sottolinea come lo sviluppo delle competenze del personale pubblico sia un fattore chiave per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi erogati ai cittadini. A partire dal 2025 ogni dipendente pubblico dovrà svolgere almeno 40 ore di formazione annue, garantendo così un aggiornamento costante e una crescita professionale continua.

Le amministrazioni sono chiamate a integrare la formazione all’interno del Piano Integrato di Attività e Organizzazione, stabilendo priorità strategiche per il potenziamento delle competenze. Quello che vuole far passare la direttiva però è che la formazione non deve essere considerata solo un obbligo burocratico, ma “un investimento volto a creare valore pubblico, con benefici per i dipendenti, le istituzioni e i cittadini”, come si legge nel documento.

La normativa stabilisce specifici obblighi formativi per i dipendenti pubblici in ambiti cruciali come la sicurezza sul lavoro, la prevenzione della corruzione, l’etica e la trasparenza, i contratti pubblici e il lavoro agile. Il mancato rispetto di tali obblighi può comportare responsabilità dirigenziale e disciplinare, incidendo sulla valutazione delle performance individuali.

Un aspetto centrale è l’integrazione della formazione con la gestione delle risorse umane, attraverso percorsi di onboarding per i nuovi assunti e programmi di crescita professionale per chi già opera nelle amministrazioni. Il modello proposto punta alla creazione di un ambiente di apprendimento continuo, favorendo lo sviluppo di competenze trasversali e manageriali.

Cosa contiene la direttiva

La direttiva fornisce alle amministrazioni indicazioni per definire percorsi formativi efficaci e allineati agli obiettivi strategici, oltre a stabilire le basi per un sistema di monitoraggio e valutazione dell’impatto della formazione sul valore pubblico.

“La formazione, come specificato nell’atto di indirizzo, è uno specifico obiettivo di performance, concreto e misurabile, che ciascun dirigente deve assicurare attraverso la partecipazione attiva dei dipendenti e a partire dal 2025 con una quota non inferiore alle 40 ore di formazione pro-capite annue conseguite dai dipendenti”, sottolinea Zangrillo.

“Così i dirigenti sono i veri gestori del personale pubblico a cui è affidata la responsabilità di prendersi cura delle proprie persone e creare uno spirito di squadra”, fa sapere ancora.

La Direttiva si colloca nell’ambito delle iniziative promosse dal Dipartimento della funzione pubblica per potenziare la formazione, tra cui il consolidamento della piattaforma Syllabus, la riattivazione dei Poli formativi territoriali e l’assegnazione di circa 20 milioni di euro alle amministrazioni per finanziare percorsi di formazione specialistica.

“Sono tutte iniziative che supportano le nostre persone in un processo di aggiornamento continuo, necessario per affrontare le complesse sfide dell’innovazione e per guidare il Paese verso la crescita e lo sviluppo” conclude il Ministro Zangrillo.