Edilizia, rinnovato il contratto nazionale: aumentano i salari minimi

Rinnovato il Contratto nazionale dell'edilizia con l'accordo raggiunto dalle parti sociali del settore su aumento salariale, regolarità, trasparenza ed affidabilità

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 22 Febbraio 2025 11:08

Aumentano i salari minimi nell’edilizia, grazie al rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. Le parti sociali hanno firmato l’ipotesi di accordo, in attesa della nulla osta da parte di oltre un milione di lavoratori del settore, che otterranno una busta paga di primo e secondo livello più alta e maggiori garanzie di regolarità e trasparenza.

Dopo l’intesa raggiunta il 28 gennaio sul salario minimo, Ance, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Produzione e Lavoro, FenealUil, Filca Cisl e Fillea-Cgil hanno fissato i criteri della parte normativa nel nuovo Ccnl, con prossima scadenza 30 giugno 2028.

Il nuovo Ccnl dell’edilizia

Tocca adesso ai lavoratori dell’edilizia ad esprimersi, con il voto da programmare entro il 20 marzo, sui principi fissati nel nuovo contratto collettivo nazionale.

Tra i punti fondanti dell’accordo rientrano:

  • catalogo formativo nazionale;
  • sorveglianza sanitaria;
  • istanze del settore;
  • premialità;
  • denuncia unica edile ed F24 con lavori della Commissione entro sei mesi;
  • trasferta nazionale;
  • lavoro straordinario;
  • non sovrapponibilità dei cicli contrattuali, prevedi e commissione classificazione.

Cosa cambia con la denuncia unica

Come spiegato in una nota congiunta dalle sigle sindacali Fenealuil, Filca Cisl e Fillea Cgil, uno dei nodi centrali del rinnovo ha riguardato al denuncia unica che “oltre a promuovere la regolarità, garantisce maggiore trasparenza ed affidabilità dell’intero settore nei confronti dei soggetti terzi e delle Pubbliche Amministrazioni”.

“Si tratta di un modello telematico che l’impresa deve inviare mensilmente alla cassa edile e che contiene i dati riferiti al cantiere e all’operaio, dichiarando le ore lavorate e le ore non lavorate con campi bloccanti che impediscono le cosiddette ‘sottodenunce’ (ore dichiarate inferiori alle lavorate), erogazione dell’evr, applicazione contrattuale”, si legge nella nota.

I sindacati precisano inoltre come questo strumento semplifichi gli adempimenti e aumenti la capacità di controllo e di intervento del sistema rispetto alle irregolarità, contrastando il fenomeno del dumping e la concorrenza sleale e aumentando la tutela contrattuale per i lavoratori.

Il nuovo modello presso le Casse Edili mira in particolare a ridurre le ripercussioni provocate dall’evasione ed elusione contributiva, sui lavoratori e le imprese regolari.

La trasferta e l’incremento del salario minimo

Altro traguardo importante per le sigle a tutela dei lavoratori dell’edilizia è costituito dall’accordo sul nuovo regime di trasferta, che rappresenta una semplificazione e automatizzazione ulteriore dei processi, consentendo alle imprese “di ridurre il numero degli adempimenti che saranno svolti soltanto nei confronti della cassa edile del territorio presso il quale ha sede l’azienda, garantendo maggiore funzionalità del sistema e maggiore capacità di controllo della corretta applicazione contrattuale nei confronti dei lavoratori”.

Dal punto di vista economico, le parti coinvolte hanno raggiunto prioritariamente l’intesa sull’aumento del salario minimo, con un aumento di 180 euro della busta paga di primo livello, che arriva a 210 euro sul secondo livello, con un incremento sui minimi del 18%.