Auto elettriche, in arrivo il passaporto per le batterie: come funziona

Dal 2027 tutte le auto elettriche in Europa dovranno avere un passaporto digitale con i dati sullo stato e il ciclo di vita della batteria

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Kia Europe ha annunciato di star lavorando sul passaporto che identifica lo stato delle batterie delle auto elettriche. Si tratta di una sperimentazione che anticipa le normative europee sulla trasparenza dello stato di salute delle batterie. Questo “passaporto” dovrà fornire dati dettagliati e soprattutto in tempo reale sullo stato di salute di ogni singola cella.

Si tratta di una normativa che entrerà in vigore nei prossimi anni e che darà maggiore supporto ai clienti delle auto usate. È un mercato giovane, ma destinato a crescere anno dopo anno. I vantaggi, inoltre, ricadono anche sulla manutenzione ordinaria, perché il cliente saprà esattamente qual è il livello della propria batteria e quanto sarà ancora lungo il suo ciclo di vita. Kia anticipa le normative di riferimento anche per diventare il fornitore di tutte le auto elettriche che dovranno esporre il passaporto della batteria entro febbraio 2027.

Arriva il passaporto per le batterie delle auto elettriche

A partire dal 18 febbraio 2027, tutte le auto elettriche con batteria di capacità superiore a 2 kWh, prodotte o immesse in servizio nell’Unione Europea, dovranno essere associate a una registrazione elettronica: una sorta di passaporto per la batteria con tutte le informazioni necessarie. L’introduzione del passaporto per le batterie è stata prevista dal Regolamento 2023-1542 e ha lo scopo dichiarato di garantire la trasparenza delle batterie durante tutto il loro ciclo di vita, dalla produzione al riciclo.

Il regolamento coinvolge diversi tipi di batterie, non solo quelle delle auto. Avranno un passaporto le batterie:

  • destinate ai mezzi di trasporto leggeri, quindi le batterie per biciclette e monopattini elettrici;
  • di tipo industriale, come i sistemi di accumulo di energia compatti e fissi;
  • quelle necessarie per la trazione dei veicoli ibridi o elettrici.

Tra le informazioni che il passaporto dovrà contenere ci sono quelle sul bilancio di carbonio, sull’origine dei materiali utilizzati, sulla composizione chimica, sulla riciclabilità, su un identificativo unico, sulle informazioni del fabbricante, sui cicli di ricarica e sulla prevenzione e gestione della batteria.

L’azienda o la persona che commercializza la batteria per la prima volta nell’Unione Europea sarà responsabile della completezza e dell’accuratezza delle informazioni che saranno fornite all’interno del passaporto.

La sperimentazione di Kia

A partire dal nuovo regolamento e dall’avvicinarsi della data di attuazione, Kia Europe ha deciso di lanciare la prima sperimentazione sul passaporto per la batteria. La tecnologia è stata testata su un modello, la Kia EV3, ed è stato studiato il modo in cui mostra in tempo reale lo stato di salute della batteria.

Anzi, nello specifico, lo stato di salute di ogni cella della batteria, permettendone una diagnostica ancora più precisa, la possibilità di intervenire in maniera mirata e garantendo una tracciabilità completa lungo tutto il ciclo di vita della componente.

Si tratta di una sperimentazione pionieristica, la prima di questo tipo, che Kia ha condotto insieme con la Delft University of Technology e Hyundai Motor Group.

Quali sono i vantaggi per i clienti?

Chiunque compra un’auto elettrica nuova conosce su carta il ciclo di vita del motore. Il mercato dell’usato inizia però a emergere e per molti clienti acquistare un’auto elettrica usata è spesso sconveniente perché non si conosce a che punto del ciclo di vita la batteria si trovi. Un simile sistema permetterebbe, per esempio, di abbassare il prezzo delle batterie in condizioni più usurate e, di fatto, aumenterebbe la trasparenza dell’operazione di compravendita.

Ma si può allargare lo sguardo anche ad altri momenti della vita della batteria, come in caso di manutenzione ordinaria e straordinaria. Avere un passaporto per la batteria che monitora in tempo reale ogni singola cella permette anche riparazioni più rapide ed economiche.