Google utilizza i nostri dati personali, Antritrust dà 180 giorni per rimediare

L’Antitrust impone a Google maggiore trasparenza sul collegamento dei servizi e sull’uso dei dati personali degli utenti italiani

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Google dovrà cambiare il modo in cui chiede il consenso al trattamento dei dati personali.

È l’esito dell’istruttoria condotta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha accettato una serie di impegni vincolanti presentati dal gruppo di Mountain View.

Antitrust contro Google

Gli interventi dovranno essere implementati entro 180 giorni e si applicheranno a tutti i servizi che fanno capo a Google, compresi il motore di ricerca, YouTube, Maps, Gemini, eccetera. Tutti i servizi, insomma, in cui gli utenti vengono chiamati a scegliere se autorizzare l’utilizzo dei propri dati personali.

La vicenda nasce nel 2024, quando Google introduce una schermata dedicata al collegamento dei servizi per conformarsi al Digital Markets Act (Dma), il regolamento europeo che impone alle piattaforme considerate gatekeeper di ottenere un consenso esplicito prima di incrociare dati provenienti da prodotti differenti.

Secondo l’Antitrust, tuttavia, quella schermata risultava poco chiara, sbilanciata e fuorviante: non esplicitava adeguatamente l’uso combinato dei dati personali, non presentava l’elenco completo dei servizi che avrebbero avuto accesso alle informazioni, non rendeva intuitiva la possibilità di personalizzare il consenso e, soprattutto, esercitava una pressione indebita bloccando Search finché l’utente non avesse preso una decisione.

Il nodo centrale è la condivisione incrociata dei dati personali: ricerche effettuate, app usate, video guardati, spostamenti, preferenze, cronologie. Un insieme di informazioni che, una volta combinato, consente a Google di definire profili estremamente accurati su gusti, abitudini e comportamenti, migliorando precisione dei servizi e rendimento pubblicitario.

La schermata originaria però, osserva l’Autorità, parlava vagamente di un collegamento tra servizi, minimizzando l’impatto concreto di un consenso che va ben oltre un’impostazione tecnica.

La risposta di Google

Per chiudere il procedimento senza sanzioni, Google ha accettato una serie di impegni che verranno messi in atto entro 6 mesi.

Chiarezza sui dati condivisi

La nuova interfaccia chiarirà fin da subito che collegare i servizi significa permettere la combinazione e circolazione dei dati personali tra essi, con effetti su personalizzazione di annunci, risultati, suggerimenti e funzionalità anche su informazioni sensibili.

Trasparenza sui servizi

L’attuale elencazione (limitata a motore di ricerca, YouTube, Play, Maps, Chrome, Pubblicità, Shopping) non riflette la molteplicità dei servizi Google effettivamente collegati. La nuova schermata indicherà chiaramente che anche i servizi non elencati possono scambiare dati e conterrà un link diretto alla lista completa.

Personalizzazione del consenso

Uno dei punti più criticati era la scarsa evidenza dell’opzione personalizzata. Per questo:

  • il pulsante “Altre opzioni” diventerà “Scegli i servizi”;
  • comparirà un testo dedicato che ricorda la possibilità di collegare solo alcuni servizi;
  • l’opzione “Seleziona tutto” verrà rinominata “Seleziona o deseleziona tutto”, chiarendo che con un singolo gesto è possibile anche revocare l’intero collegamento.

L’utente potrà inoltre modificare in qualunque momento le sue impostazioni.

Meno pressione sulla scelta immediata

L’Antitrust ha contestato che Google bloccasse l’uso di Search finché l’utente non avesse deciso, enfatizzando il rischio di perdere funzionalità. Con i nuovi impegni:

  • l’utente potrà rimandare la scelta fino a tre volte su Search, YouTube e Play;
  • un messaggio chiarirà che non serve decidere subito;
  • sarà esplicitato che, in caso di diniego, la maggior parte delle funzionalità rimane attiva, e solo alcune funzioni basate sull’incrocio dati potrebbero risultare limitate.

Comunicazioni a tutti gli utenti

Le modifiche non riguarderanno solo chi non ha ancora espresso un consenso. Google invierà un’e-mail standard a tutti gli utenti italiani che hanno già preferenze salvate. Il messaggio riepilogherà:

  • il collegamento tra Dma e richiesta di consenso;
  • l’uso incrociato dei dati tra i servizi Google;
  • la possibilità di personalizzare il collegamento;
  • il fatto che, senza collegamento, la maggior parte delle funzioni resta disponibile.

Se entro 180 giorni le misure non risultassero implementate, l’Antitrust potrebbe riaprire il procedimento, con sanzioni da 10.000 a 10 milioni di euro e, nei casi più gravi, la sospensione dell’attività fino a trenta giorni.