Flop per il Registro pubblico delle opposizioni, che è stato esteso quest’anno a tutti i numeri di telefono nazionali, fissi e mobili, e che su carta dovrebbe consentire ai cittadini di opporsi alle chiamate indesiderate da parte dei call center. La stretta sul telemarketing non starebbe funzionando, e l’iscrizione sarebbe stata inutile per la maggior parte degli utenti. Lo denuncia l’Unione Nazionale Consumatori, snocciolando i dati sul fallimento di questa importante iniziativa che tutela la privacy e che impedisce agli operatori di usare i numeri dei privati per scopi pubblicitari.
Che cos’è il Registro pubblico delle opposizioni contro le telefonate moleste
L’iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni consente annulla i consensi precedentemente rilasciati per evitare di essere contattati dalle aziende. L’unica eccezione prevista dalla legge è quella che riguarda i gestori delle utenze, cioè le entità con cui si hanno contratti continuativi, come quelli di gas, luce, acqua o telefono, e quelli esplicitamente autorizzati successivamente alla data di iscrizione.
Il blocco riguarda sia le chiamate effettuate da operatori umani, sia quelle automatizzate, dette “robocall”. L’opposizione inoltre può riferirsi anche alla pubblicità cartacea, qualora il proprio indirizzo sia presente negli elenchi telefonici pubblici.
L’iscrizione al Rpo è gratuita e dura per sempre, ma può essere rinnovata nel tempo per annullare anche i consensi rilasciati in seguito alla prima iscrizione. Vi abbiamo spiegato qua nel dettaglio i passaggi necessari per entrare nel Registro pubblico delle opposizioni. Tutti i cittadini intestatari di un contratto telefonico mobile o fisso, detti “contraenti telefonici”, possono entrare nel Rpo, bloccando l’utilizzo del proprio numero per finalità pubblicitarie.
Flop del Registro pubblico delle opposizioni: i numeri che confermano il fallimento
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, fa sapere in una nota che l’ente ha condotto una nuova indagine dalla quale risulta che le telefonate moleste sono addirittura aumentate dal giorno in cui è stato ampliato anche ai numeri di telefono cellulare il Registro pubblico delle opposizioni, ovvero dal 27 luglio.
“Di male in peggio per chi si è iscritto al nuovo Rpo”, sottolinea il numero uno dell’associazione, spiegando che il numero di chiamate indesiderate è in costante crescita. Questo perché i call center abusivi, esteri o comunque irrispettosi delle leggi, almeno in un primo momento, sono stati cauti.
Ma dopo tre mesi i trasgressori non sono stati puniti, dando di fatto il via libera al ritorno del telemarketing d’assalto. Le aziende del settore ora “se ne infischiano“, sottolinea Massimiliano Dona, di consultare gli elenchi ed evitare di contattare chi ha cancellato i precedenti consensi con l’iscrizione al nuovo Registro.
- A fine agosto le telefonate indesiderate erano diminuite per il 57,5% dei partecipanti al sondaggio condotto dall’Unc. Per il 37,2% erano addirittura scomparse. In generale per il 94,7% la situazione era migliorata.
- A novembre è scesa al 56,9% la percentuale di intervistati che ha visto un calo delle chiamate e solo il 10,1% dichiara che sono totalmente sparite. Solo il 67% ritiene che ci sia stato un miglioramento rispetto al passato. Addirittura per il 7,6% del campione sono aumentate le telefonate moleste da parte dei call center. Questa opzione non era emersa nell’indagine condotta in estate.
L’estensione anche ai numeri di telefonia mobile del Rpo era stata salutata con entusiasmo dalle dall’allora ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Qua le sue dichiarazioni. Tuttavia le associazioni di settore avevano parlato di un flop del nuovo Registro pubblico delle opposizioni già a distanza di due mesi dal suo debutto, come spiegato qua.