Le truffe digitali sfruttano la diffusione delle comunicazioni a distanza e puntano a ottenere pagamenti, bonifici o dati personali attraverso tecniche di manipolazione psicologica. Come evidenziato nel documento pubblicato all’Abi, associazione bancaria italiana, i truffatori utilizzano paura, urgenza e finti contatti affidabili per convincere le vittime ad agire senza riflettere. Il meccanismo è semplice: creare pressione emotiva per spingere a fornire informazioni sensibili o autorizzare operazioni non richieste.
Le truffe più comuni
Tutte le frodi hanno un obiettivo comune: indurre l’utente a compiere un’azione immediata. Offerte vantaggiose, emergenze improvvise o avvisi di blocchi bancari sono alcuni degli scenari più frequenti. Il documento messo a disposizione da ABI in illustra nel dettaglio i principali tentativi di frode che colpiscono utenti e risparmiatori.
- la truffa dell’urgenza familiare
- la truffa del blocco del pagamento
- cli Spoofing
- falsi investimenti
- sim swap e falsi siti di e‑commerce
Conosciuta come Family Emergency Scam, la truffa dell’urgenza familiare sfrutta la preoccupazione per i propri cari. I malintenzionati si fingono familiari o figure autorevoli sostenendo che un parente sia coinvolto in un’emergenza e chiedono denaro immediato. È essenziale non lasciarsi prendere dal panico e verificare sempre la situazione contattando direttamente il familiare.
La truffa del blocco del pagamento imita comunicazioni della banca o di enti finanziari. Alla vittima viene detto che c’è un blocco sul conto o su un pagamento e viene chiesto di fornire dati personali per “risolvere” il problema.
Il Cli Spoofing è la falsificazione del numero chiamante: sul display compare un numero affidabile, ad esempio quello della banca. Questo induce la vittima a fidarsi e a condividere informazioni sensibili. Il Fake Investment Scam promette rendimenti elevati e senza rischi. Ovviamente le offerte di investimento ricevute tramite messaggi non richiesti devono essere sempre valutate con sospetto.
Il Sim Swap permette ai truffatori di impossessarsi del numero telefonico della vittima e dei relativi codici di sicurezza. I falsi e‑commerce, invece, attirano con offerte molto vantaggiose ma non consegnano i prodotti.
Riconoscere phishing, smishing e vishing
Nel vademecum si distinguono chiaramente le principali tecniche di frode:
- phishing e-mail che imitano comunicazioni ufficiali e spingono a cliccare link fraudolenti;
- smishing la stessa dinamica, ma tramite sms;
- vishing truffe telefoniche che simulano contatti da banche o enti pubblici.
I segnali da riconoscere includono mittenti sconosciuti, errori di scrittura, messaggi allarmistici, toni urgenti, link sospetti e richieste di informazioni sensibili. La guida suggerisce di ignorare e bloccare i messaggi sospetti e di non cliccare mai link non verificati.
Come difendersi
Secondo le indicazioni presenti nel documento pubblicato dall’Abi, alcuni comportamenti preventivi sono fondamentali:
- non condividere informazioni personali tramite canali non verificati;
- non aprire allegati o link sospetti;
- mantenere aggiornati dispositivi e app;
- utilizzare password robuste e l’autenticazione a due fattori;
- monitorare regolarmente movimenti bancari;
- diffidare da pressioni emotive e urgenze create ad arte.
In caso di numeri non funzionanti o anomalie, è opportuno contattare l’operatore telefonico o la banca utilizzando canali ufficiali.
Cosa fare se si è vittima di truffa
Il vademecum spiega che, in caso di tentato phishing o operazioni sospette, è necessario:
- contattare subito la banca;
- bloccare carte e operatività online;
- denunciare alla Polizia Postale;
- monitorare i conti per individuare ulteriori movimenti fraudolenti.
La guida ricorda che è possibile presentare un reclamo alla banca, un esposto alla Banca d’Italia o un ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario se la gestione del caso non risulta soddisfacente.