Codice della strada, patente sospesa per chi usa telefono alla guida: stretta del Governo

La Commissione Trasporti ha dato l'ok all stretta sull'uso dei cellulari alla guida con l'arrivo della sospensione della patente: ecco quando è prevista

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Stretta del Governo contro l’utilizzo dei telefoni alla guida, con il nuovo Codice della strada che prevede la sospensione breve della patente per coloro che saranno beccati al volante col cellulare in mano. A stabilirlo è stato un emendamento presentato dal Pd e riformulato dal governo che ha ottenuto il via libera in Commissione Trasporti della Camera. Ma per l’ok definitivo servirà il passaggio in Camera e Senato, per rendere effettiva la stretta contro gli automobilisti troppo spesso distratti dagli smartphone mentre sono alla guida.

Stretta sui telefoni e sospensione della patente

Voto positivo in Commissione Trasporti della Camera, ma ci sarà ancora da attendere per il via definitivo per la sospensione breve della patente per i conducenti che guidano parlando al cellulare. L’emendamento del Partito Democratico al nuovo Codice della strada, infatti, è stato parzialmente accolto dal governo, con una riformulazione che ha portato la Commissione a dare parere favorevole alla misura che sa di stretta a partire dal prossimo marzo.

E dopo le nuove regole sugli autovelox, la formulazione dell’articolo 17 prevede al momento una sospensione di una settimana al conducente, beccato in un controllo mentre parla al cellulare, che risulta in possesso di punti patente inferiori a 20 ma superiori a 10, mentre al di sotto di questa soglia la sospensione sarà invece di 15 giorni.

Una sospensione, però, che potrebbe aggravarsi ancor di più se il guidatore provoca un incidente o manda fuori strada un altro veicolo. In caso di sinistro, infatti, lo stop alla licenza di guida potrebbe addirittura raddoppiare, oltre alle altre sanzioni previste per il conducente.

Dall’uso di stupefacenti agli interessi sulle multe

Importanti novità passate al vaglio della Commissione Trasporti della Camera anche quelle sull’uso di stupefacenti e gli interessi sulle multe. Le proposte, che dovranno sempre passare dal voto di Montecitorio e Palazzo Madama prima di diventare effettive, infatti, prevedono il pugno duro.

Nello specifico, infatti, un emendamento al ddl intende mettere sullo stesso piano da un punto di vista degli accertamenti chi guida in stato di ebbrezza e chi sotto effetto di sostanze stupefacenti. Basterà infatti solo un controllo per far scattare la sanzione, mentre con le vecchie regole l’assunzione di sostanze psicotrope andava dimostrato. Una stretta che il ministro Matteo Salvini aveva già preannunciato nelle scorse ore, per rimarcare la volontà del dicastero di mettere un freno a chi si mette alla guida in stato di alterazione psico-fisica.

Altra novità, prevista dall’emendamento presentato da Noi moderati di Maurizio Lupi, è quella che riguarda gli interessi sulle multe. Nello specifico, infatti, è stato fissato un tetto massimo agli interessi sulle sanzioni pecuniarie per infrazioni al Codice della strada, con l’interesse massimo bloccato ai due terzi della somma complessiva, ovvero al 66%.

Soddisfatto Lupi, che ha sottolineato che l’ok all’emendamento proposto è “un atto di giustizia e di equità” nei confronti dei cittadini che ora non dovranno più pagare dopo anni interessi “stratosferici di centinaia o addirittura migliaia di euro per non aver pagato una multa, magari per una dimenticanza o per temporanea impossibilità”.

Bocciato, invece, l’emendamento presentato dal Pd che chiedeva l’immediata installazione sui veicoli di dispositivi contro “la scia di sangue dovuta agli angoli ciechi”.