Sciopero 23 settembre della sanità: medici fermi, disagi in tutta Italia

Lo sciopero del 23 settembre blocca la sanità privata: sindacati chiedono salari equi e il rinnovo dei contratti Aiop e Aris, fermi da troppi anni

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La giornata di oggi, 23 settembre 2024, si preannuncia come una data rovente per chi lavora nella sanità privata. Le principali città italiane si preparano ad accogliere cortei e presidi promossi da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, che hanno chiamato allo sciopero nazionale. Le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle strutture gestite dai contratti Aiop e Aris sono pronti a incrociare le braccia per una protesta che tocca il nodo del rinnovo contrattuale. Le manifestazioni partiranno alle 10 del mattino, con epicentri a Milano, Napoli, Roma e molte altre città.

Contratti bloccati, tensioni in aumento per l’equità salariale

Il cuore della protesta è un tema che scotta: i contratti della sanità privata e delle Rsa sono fermi da troppo tempo. “Abbiamo chiesto da mesi l’apertura dei tavoli: quello per il rinnovo del contratto sanità privata Aris Aiop, fermo al triennio 16/18, e quello per il nuovo contratto unico delle Rsa dove i lavoratori attendono lo sblocco della contrattazione da oltre 12 anni”, denunciano le sigle sindacali. “Le due Associazioni li hanno però negati entrambi, vincolandoli al finanziamento da parte dello Stato. Una risposta per noi inaccettabile”.

I sindacati puntano il dito su quelle strutture che, pur essendo sostenute dai fondi pubblici regionali, continuano a sottopagare il proprio personale. “I presidi saranno per noi l’occasione per chiedere a gran voce che venga revocato l’accreditamento alle strutture che non rinnovano i contratti o che applicano contratti che non rispettano la dignità del lavoro garantendo salari dignitosi”, affermano senza mezzi termini. Oltre 200mila persone lavorano quotidianamente in condizioni che, secondo le sigle, non garantiscono retribuzioni eque né il giusto riconoscimento della professionalità.

Il fulcro della protesta, quindi, riguarda l’equità salariale tra chi opera nelle strutture private e i professionisti del settore pubblico. “Saremo a Roma, presso il Ministero della Salute, a Napoli, sotto la Regione Campania, e a Milano, davanti la Regione Lombardia, per sensibilizzare il governo a trovare soluzioni che garantiscano ai dipendenti, a parità di lavoro, stessi salari e diritti di lavoratrici, lavoratori e professionisti della sanità pubblica”, affermano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

Nel raffronto tra le retribuzioni della sanità pubblica e quelle del settore privato, le differenze sono evidenti. Un Asa o Ota nella sanità pubblica guadagna mensilmente 1627,08 euro, mentre nella sanità privata sotto Aiop Aris ne percepisce 1544,91, e ancora meno nelle Rsa con 1315 euro. Lo stesso vale per gli Oss, dove le differenze si attestano su paghe orarie inferiori nel privato. “Noi chiediamo che attraverso il contratto nazionale venga valorizzata l’attività svolta in questo delicato settore, da considerarsi un ‘servizio pubblico’ a tutti gli effetti e il contratto, dunque, non può essere inferiore a quanto previsto per la Sanità Pubblica”, tuonano i sindacati.

“Non intendiamo fermarci fino a quando non sarà adeguatamente riconosciuta la loro professionalità”, concludono i sindacati. La sfida è lanciata: il settore della sanità privata attende risposte, e lo farà a voce alta nelle piazze di tutta Italia.

Le dimensioni del settore e la pressione sulle strutture

A livello nazionale, il comparto Aiop e Aris della sanità privata e delle Rsa coinvolge oltre 160.000 lavoratori, distribuiti in 204 ospedali (di cui 104 privati accreditati) e migliaia di posti letto. In Lombardia, in particolare, il ruolo della sanità privata è centrale, con oltre 38.000 professionisti impiegati. “È evidente che il Ssr di Regione Lombardia è sostenuto dalla Sanità Pubblica e dalla Sanità Privata, e che tutte le lavoratrici e lavoratori hanno la stessa dignità e vanno loro garantiti pari diritti e pari stipendi”, ricordano le organizzazioni sindacali.

Cosa fare se una visita è stata spostata a causa dello sciopero

Chi desidera sapere se una visita medica è stata spostata a causa dello sciopero della sanità privata può seguire alcuni passi pratici:

  • Contattare direttamente la struttura sanitaria: la prima azione è chiamare la clinica o l’ospedale per ottenere informazioni aggiornate sulle visite.
  • Controllare posta elettronica e Sms: molte strutture inviano notifiche via email o messaggi di testo per informare i pazienti su eventuali modifiche o cancellazioni.
  • Accedere al portale pazienti online: se la struttura offre un sistema di prenotazione online, è utile accedervi per controllare lo stato della visita.
  • Consultare i canali ufficiali: verificare il sito web o i social media della struttura per eventuali comunicazioni riguardanti lo sciopero e i servizi essenziali garantiti.
  • Utilizzare l’assistenza telefonica regionale o nazionale: alcune regioni offrono numeri verdi o linee di assistenza per fornire informazioni sugli scioperi e aiutare con la riprogrammazione degli appuntamenti