Nel primo trimestre del 2024, l’Italia si trova di fronte a un problema sempre più urgente: l’inquinamento atmosferico da polveri sottili. Secondo i dati diffusi da Legambiente in occasione della 54esima Giornata della Terra (Earth Day), ben 8 città italiane hanno già superato il limite previsto per il Pm10, ossia le particelle sottili con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron, per più di 35 giorni in un anno solare, con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo.
Quali sono le città che hanno superato i limiti per le polveri sottili
Le città denominate “fuorilegge” includono Verona (Borgo Milano) con 44 giorni di sforamenti nei primi 91 giorni dell’anno, seguita da Vicenza (San Felice) con 41, Padova (Arcella) con 39, Frosinone (Scalo) con 38, Brescia (Villaggio Sereno), Cremona (Piazza Cadorna), Torino (Grassi) e Venezia (Via Beccaria) con 36. Anche se alcune città come Treviso (Via Lancieri) e Modena (Giardini) hanno raggiunto il limite massimo consentito di 35 giorni di sforamento, la situazione rimane critica.
I primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati da picchi drammatici di concentrazione di polveri sottili, con medie giornaliere che hanno ampiamente superato i limiti normativi. Il 69% delle centraline di monitoraggio analizzate ha registrato almeno una giornata con una concentrazione superiore ai 100 microgrammi per metro cubo, oltre il doppio del limite consentito dalla legge, con punte di oltre 200 microgrammi per metro cubo.
Queste città “fuorilegge” devono ora gestire al meglio l’emergenza inquinamento. Il limite massimo consentito per le emissioni è stato fissato, e qualsiasi sforamento sarà strettamente monitorato e sanzionato. Nonostante la stagione primaverile possa alleviare leggermente il problema, è imperativo affrontare la situazione in modo sistematico per il resto dell’anno.
Le amministrazioni locali e i cittadini devono perseguire azioni concrete e sostenibili per evitare il pericolo imminente: il rischio che con l’avvicinarsi dell’autunno, e il cambio di stagione, tali città possano raddoppiare gli sforamenti consentiti.
Il commento del direttore di Legambiente
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha commentato i dati , dichiarando: “La situazione dell’inquinamento atmosferico nei primi 91 giorni del nuovo anno è davvero preoccupante. Per questo, in occasione della Giornata mondiale della Terra, vogliamo tornare sul tema della qualità dell’aria e chiedere a tutti un impegno collettivo.”
Zampetti ha sottolineato l’importanza di azioni concrete e immediate, che coinvolgano sia le istituzioni che i cittadini: “Serve un maggiore impegno e azioni concrete non più rimandabili, efficaci e ad ampio respiro, che vedano integrarsi politiche urbane, regionali e nazionali su temi trasversali legati ai principali settori emissivi come il traffico, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e le industrie”, ha affermato.
Il direttore generale di Legambiente ha anche esortato i cittadini a fare la loro parte, adottando comportamenti più sostenibili e responsabili. “Anche i cittadini possono concretamente fare il proprio dovere e dare il buon esempio, a cominciare da un cambio di abitudini che preveda un minor utilizzo della macchina per tragitti brevi e facilmente percorribili a piedi o con la bicicletta, o collegati dal trasporto pubblico”, ha spiegato Zampetti.
Ha poi messo in risalto l’importanza di scelte consapevoli riguardo alla spesa alimentare e alla riduzione dei consumi di prodotti derivanti da allevamenti e agricoltura intensivi. Infine, Zampetti ha evidenziato la necessità di aumentare la quantità di verde nelle città, piantando alberi e curando gli spazi pubblici per garantire un ambiente più salubre e una migliore qualità dell’aria.