Cos’è il Tyrrhenian Link di Terna e perché i cittadini stanno protestando

Il Tyrrhenian Link sta iniziando i lavori, ma non senza critiche. I cittadini delle zone coinvolte annunciano proteste. A preoccuparli è la sostenibilità dell'opera green

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

La transizione ecologica è la ricerca di un equilibrio tra la società umana e l’ambiente fisico. In senso pratico si tratta di una “riconversione tecnologica finalizzata a produrre meno sostanze inquinanti”. Questa la definizione di Treccani. Transizione ecologica e interessi economici sono stati a lungo nemici, ma attraverso piani ecologici e sostenibili, come quelli presentati in seno all’Europa, i governi hanno il potere di sventolare la bandiera della sostenibilità, senza venir meno alla loro necessità di sviluppo e produzione. Tra questi, per esempio, troviamo il ministero della Transizione ecologica, il cui obiettivo è quello di perseguire lo sviluppo economico pianificando la salute del pianeta e una società giusta.

Transizione ecologica è quindi un termine che racchiude le necessità economiche e il tema più ampio che vede la relazione tra esseri umani e ambiente, l’impatto antropico su questo e il tentativo di limare le conseguenze del cambiamento su ambiente, cose e persone. Ed è in questa formula che si inserisce il concetto di “sostenibilità” o, ancor meglio, sviluppo sostenibile che tiene conto non soltanto dello sviluppo volto a soddisfare i bisogni antropici, ma anche quelli ambientali.

Un progetto con l’etichetta green deve essere quindi sostenibile e rispettare molteplici richieste di sostenibilità. Il nuovo progetto di Terna, il Tyrrhenian Link, è stato accusato di non essere sostenibile e non perché non ha ottenuto l’etichetta green, ma perché alcuni aspetti del progetto possono creare potenzialmente danni a un ambiente circoscritto e alla comunità che lo abita.

Che cos’è il Tyrrhenian Link?

I collegamenti elettrici sottomarini giocano un ruolo cruciale nella transizione energetica globale. Nel caso specifico, questi permettono di collegare i parchi eolici e i grandi impianti fotovoltaici alle aree industriali e urbane, facilitando il trasferimento di energia rinnovabile da dove questa viene prodotta in abbondanza (come nel Sud Italia), a dove si concentrano i maggiori consumi civili e industriali (nelle Regioni del Nord). In questo contesto si inserisce il Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino di Terna, che prevede un investimento complessivo di 3,7 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi finanziati dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI).

Il Tyrrhenian Link vuole collegare la Sicilia con la Sardegna e infine la penisola italiana attraverso un doppio cavo sottomarino. Sul sito di Terna dedicato al progetto si possono leggere tutte le caratteristiche di questo corridoio elettrico al centro del Mediterraneo. Secondo quanto descritto dall’azienda infatti il progetto prevede la realizzazione di 970 km di cavi capaci di migliorare la capacità di scambio elettrico, favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili e aumentare l’affidabilità della rete.

Tyrrhenian Link
Fonte: Terna
Tyrrhenian Link: il progetto di Terna

L’opera prevede, in dettaglio:

  • il tratto ovest (Sardegna) l’approdo dei cavi a Terra Mala, con una parte di questi che percorreranno strade già esistenti per circa 30 chilometri, lasciando inalterati ambiente e paesaggio; l’inserimento nella Rete di trasmissione nazionale sarà reso possibile attraverso una stazione di conversione da corrente continua in corrente alternata e una stazione di smistamento con brevi raccordi aerei a linee esistenti. Entrambe le stazioni saranno realizzate a Selargius (provincia di Cagliari) in aree vicine alla stazione elettrica già esistente.
  • nel tratto ovest (Sicilia) l’approdo dei cavi marini a Fiumetorto i cavi interrati invisibili attraverseranno la zona industriale di Termini Imerese con brevi tracciati lunghi al massimo 7 chilometri; l’inserimento nella Rete di trasmissione nazionale sarà reso possibile attraverso la realizzazione a Termini Imerese, in Contrada Caracoli (Palermo) di una stazione di conversione da corrente continua in corrente alternata in prossimità dell’esistente stazione elettrica.
  • la tratta est (Sicilia-Campania), lunga 490 chilometri, unisce l’approdo di Fiumetorto, nel comune di Termini Imerese in Sicilia, a Torre Tuscia Magazzeno, presso Battipaglia in Campania; dall’approdo di Fiumetorto i cavi interrati invisibili attraverseranno la zona industriale di Termini Imerese con brevi tracciati; l’inserimento nella Rete di trasmissione nazionale sarà reso possibile attraverso una stazione di conversione da corrente continua in alternata in un’area contigua alla stazione elettrica di Caracoli; mentre l’approdo campano di Torre Tuscia Magazzeno arriverà alla nuova stazione di conversione di Eboli, con i cavi interrati invisibili che percorreranno delle strade già esistenti, lasciando inalterati ambiente e paesaggio, con tracciati di lunghezza compresa tra 14 e 15 chilometri (soluzioni “post-consultazione”); la stazione di conversione sarà realizzata nel comune di Eboli nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo, in località San Nicola Varco; la Stazione di Smistamento sarà localizzata a Eboli.

Tenra ha cercato di rendere sostenibile il progetto non solo da un punto di vista economico, quindi il trasferimento di energia green in sostituizione di quella “sporca” nei luoghi dove è più necessaria, ma anche “sostenibile” a livelo umano attraverso le consultazioni con i Comuni coinvolti. Gli esiti delle consultazioni con i cittadini hanno portato a diversi risultati, come per esempio il posizionamento della stazione di conversione a Eboli, nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo. L’area è stata infatti suggerita da cittadini, associazioni ambientaliste e di categoria ed è stata oggetto di analisi e approfondimenti tecnici che ne hanno verificato l’idoneità. La procedura è avvenuta quindi nella piena collaborazione e sostenibilità con la comunità locale.

Il risultato delle consultazioni però non sono andate sempre per il meglio. Nelle ultime settimane, dopo le proteste del 1q maggio e all’esposto alla Procura di Cagliari, sono emerse con forza le contestazioni al progetto di Terna in Sardegna.

Il Tyrrhenian Link è green, ma è anche sostenibile?

Il progetto di Terna, definito “strategico” e “fondamentale” è sostenibile? La risposta è complessa perché se guardiamo all’obiettivo, cioè lo sfruttamento dell’energia solare ed eolica per alimentare le industrie, la risposta è sì. La risposta è sì anche se si tiene in considerazione che il progetto è italiano e anche che la maggior parte della tecnologia utilizzata sarà progettata e realizzata in Italia. Ma per rendere un progetto davvero sostenibile è necessario anche che i cittadini delle zone coinvolte, in questo caso Sardegna, Sicilia e Campania, lo percepiscano e vivano come tale. Per questo Terna, nel corso degli anni, ha avviato e concluso consultazioni pubbliche.

Online è possibile visualizzare i verbali degli interventi dei cittadini, che hanno esplicitato le loro preoccupazioni, posto domande sulla sicurezza degli impianti, proposto soluzioni alternative ai siti scelti e alzato proteste contro la sottrazione di suolo all’agricoltura.

Alcune delle risposte di Terna non hanno convinto, come definire i siti individuati per le stazioni di conversione e smistamento come “ottimali”. I cittadini si sono domandati, dopo averlo letto sui volantini, per chi siano “ottimali” alcuni siti e non altri. Molte delle lamentele, in ogni caso, nascono dal poco preavviso che Terna avrebbe dato prima dell’inizio delle consultazioni, rendendo il progetto poco partecipabile.  Secondo alcuni cittadini infatti non c’è stato tempo di raccogliere le informazioni adeguate da presentare alle consultazioni, mentre i Comuni erano a discutere con Terna del progetto già da diversi mesi.

Le critiche sull’assenza di sostenibilità: il caso Salergius

Il caso sardo di Salergius è emblematico per descrivere la complessità del concetto di “sostenibilità” come quella di un progetto di transizione ecologica come il Tyrrhenian Link di Terna. Il comitato “No Tyrrhenian Link” si è fatto portavoce delle proteste contro il progetto, ma è solo uno dei tanti che stanno nascendo.

In Sardegna il dibatto è acceso e il mese di maggio ha visto mobilitazioni, presidi e manifestazioni bloccare i primi passi dei lavori e il tentativo di esproprio dei terreni. Il progetto ha bisogno di 17 ettari, ma non tutti i proprietari hanno voluto cedere alla vendita della loro terra. Così il 14 maggio è stato attuato un “provvedimento di occupazione d’urgenza”, ovvero:

L’art. 22 bis, comma 2 del D.P.R. n. 327 del 2001, consente all’Autorità procedente all’espropriazione, allorché i destinatari di tale procedimento siano in numero superiore a 50 soggetti, di non motivare riguardo alla urgenza di realizzare l’opera pubblica.

I proprietari dei terreni tra Selargius e Settimo San Pietro hanno iniziato la protesta, arrivando a bloccare i lavori di costruzione delle due stazioni, una di accumulo e una di smistamento. Matteo Pedditz si è seduto su una delle trivelle, mettendo a rischio la propria vita al grido di: “Il vostro lavoro è la nostra morte”.

La protesta monta per il caso Terna, ma è la conseguenza di decenni di “colonizzazione”, per usare il termine scelto dai manifestanti per descrivere la situazione in Sardegna, poiché rima zona di estrazione di terre rare, poi deposito di rifiuti tossici e infine hub energetico per la penisola. Chi sta manifestando contesta a Terna di star inglobando ettari ed ettari di terreno, un rischio per le attività contadine e turistiche. Si può quindi parlare di progetto sostenibile se non tiene conto del bisogno della popolazione locale?

L’obiettivo ultimo declamato è quello della chiusura delle centrali a carbone, ma per raggiungere il traguardo green i cittadini chiedono di rispettare anche i loro interessi. Invece il 14 maggio, con la polizia a fare da scorta a operatori Terna, sono stati firmati atti di vendita dei terreni con il timore dell’esproprio (come si vede nel video). In seguito la protesta si è spostata in Consiglio comunale, dove i cittadini coinvolti hanno criticato la giunta perché non si sentono rappresentati.

Inviato esposto alla Procura: i prossimi passi

I cittadini criticano l’assenza di una consultazione pubblica e per questo hanno depositato un’esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari per bloccare gli espropri. “Le amministrazioni – ha spiegato Rita Corda in rappresentanza del comitato – devono amministrare con il consenso dei cittadini, a maggior ragione quando il progetto li coinvolge direttamente ed è di grande impatto come questo del Tyrrhenian link. Ci opporremo in ogni modo”, promette. E mentre la Procura viene informata, gli operai continuano a lavorare.

 Il comitato ha già chiesto un incontro con tutti i sindaci dei comuni coinvolti nel Tyrrhenian Link. Obiettivo: portare la questione all’attenzione della presidente della Regione Alessandra Todde in vista di una possibile via di uscita a livello nazionale.

Non manca chi difende l’opera green, perché non solo la vede come un passo verso un futuro più ecologico capace finalmente di chiudere le centrali a carbone, ma anche perché renderebbe più stabile la copertura energetica dell’isola. Le proteste, in questo caso, sono definite “grottesche”. Intanto, per rispondere alle critiche dei cittadini, le amministrazioni locali e regionali stanno interloquendo con Terna per avere delle ricompense economiche. C’è infatti la possibilità di pagare meno l’energia o di avere dei fondi in più per realizzare opere pubbliche utili all’isola.

Il caso sardo tocca nel profondo il tema della sostenibilità, perché nella corsa alla transizione ecologica c’è il rischio di dimenticare che “sostenibile” include anche la sotenibilità umana, un valore aggiunto rispetto a quello puramente economico.