Gli italiani hanno 82 milioni di smartphone inutilizzati: valgono oltre 200 milioni

In Europa ci sono 642 milioni di smartphone inutilizzati: tra riciclo e ricondizionamento valgono oltre un miliardo di euro in risorse preziose

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato:

Nei cassetti delle case europee c’è un tesoro che aspetta solo di essere sfruttato: 642 milioni di smartphone non più utilizzati, il cui valore, tra ricondizionamento e materie prime, supera il miliardo di euro. A fotografare questo potenziale inesplorato è uno studio del centro Fraunhofer Austria, commissionato da Refurbed, marketplace di prodotti ricondizionati.

Delle centinaia di milioni di telefoni “spenti”, lo studio stima che 211 milioni potrebbero tornare a vivere dopo un adeguato ricondizionamento. I restanti 431 milioni, ormai obsoleti, rappresentano invece una vera e propria miniera urbana: al loro interno contengono materiali preziosi come cobalto, stagno, tungsteno, magnesio, oro e palladio, il cui valore complessivo è stimato in 1,1 miliardi di euro.

La classifica europea: Germania prima, Italia terza

La mappa di questo giacimento digitale vede in testa la Germania, con circa 119,3 milioni di dispositivi inutilizzati. Segue la Francia con 96,7 milioni, mentre l’Italia si piazza al terzo posto con 82 milioni di telefoni dimenticati. Per quanto riguarda l’Italia:

  • 26 milioni di smartphone potrebbero essere rigenerati e reimmessi sul mercato;
  • i restanti 56 milioni sono destinabili al riciclo, con un valore economico potenziale di circa 200 milioni di euro in materie prime.

Per dare un’idea, l’analisi calcola che in uno smartphone medio da 160 grammi ci sono circa 43 grammi di metalli, tra cui quelli più critici e preziosi. Nei 56 milioni di smartphone sono contenuti:

  • 679 tonnellate di cobalto;
  • 55,7 tonnellate di stagno;
  • 5,5 tonnellate di tungsteno;
  • 16,7 tonnellate di magnesio;
  • 1,1 tonnellate di oro;
  • 100 kg di palladio.

Il riciclo dei cellulari

Gli smartphone richiedono grandi quantità di materie prime critiche (CRM) come cobalto, rame, magnesio e palladio, e di materie prime da conflitto (CM) come stagno, tantalio, tungsteno e oro. La disponibilità di queste risorse è limitata e l’Europa dipende fortemente da fornitori esteri. Le CRM sono materiali strategici per l’UE per il loro alto valore economico e rischio di scarsità: la lista ufficiale ne comprende attualmente 34. Le CM, spesso provenienti da zone di conflitto, contribuiscono al finanziamento di gruppi armati e generano gravi conseguenze ambientali e sociali, come la distruzione degli habitat e la contaminazione di suoli e acque.

Nonostante i vantaggi economici e ambientali, la strada del riciclo è ancora poco battuta. In Europa, come rimarca lo studio, solo il 10% degli smartphone viene riciclato, una percentuale che a livello globale crolla al 7,5%. Un divario enorme rispetto all’obiettivo Ue di coprire il 25% del fabbisogno di materie prime attraverso il riciclo entro il 2030.

L’appello

Il mercato dei ricondizionati, pilastro fondamentale di questa economia circolare, è in piena espansione. Come sottolinea Kilian Kaminski, co-fondatore di Refurbed, questo settore non è più limitato a smartphone e notebook, ma offre oggi oltre 45.000 articoli diversi. L’offerta spazia dai tablet agli smartwatch, dagli elettrodomestici come macchine da caffè e aspirapolvere, fino alle attrezzature sportive, prime tra tutte le e-bike.

La scelta del ricondizionato porta con sé vantaggi significativi: riduzione dei rifiuti elettronici, delle emissioni di CO₂ e del consumo d’acqua. Ma ha anche un forte impatto sociale nei paesi del Sud globale.