Sharing mobility in Italia, il 95% dei veicoli è a zero emissioni

Il settore fattura 178 milioni, vola il bike sharing, record di noleggi per lo scooter sharing, meno monopattini, il carsharing si evolve e incidenti in calo

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 20 Novembre 2024 15:42

Il comparto della sharing mobility in Italia ha raggiunto ormai una fase di maturità, con una crescita consolidata negli ultimi anni. Tra il 2023 e il 2024, i dati relativi al numero di noleggi e alle percorrenze totali dei servizi in sharing sono rimasti sostanzialmente stabili, a conferma di una fase di stabilizzazione del mercato, che non ha visto grandi aumenti ma neanche un declino. Analogamente, il fatturato complessivo del settore si attesta a circa 178 milioni di euro nel 2023, segnando una lieve crescita rispetto al 2022.

La flotta di veicoli dedicata alla sharing mobility in Italia è composta da ben 81.000 veicoli, una cifra che sottolinea la diffusione dei servizi in condivisione nel Paese. La maggior parte di questi veicoli, precisamente l’86%, è costituita da monopattini e biciclette, con una distribuzione quasi equa tra i due tipi di veicolo: il 44% monopattini e il 42% biciclette. Solo una parte minore della flotta è costituita da auto (9%) e scooter (5%).

Un altro dato particolarmente rilevante è la sostenibilità del settore: ben il 95% dei veicoli in sharing sono a zero emissioni, a dimostrazione dell’impegno per la riduzione dell’impatto ambientale. Questo alto tasso di veicoli elettrici rappresenta una componente fondamentale nell’evoluzione della mobilità urbana sostenibile, contribuendo a rendere più ecologiche le scelte di trasporto quotidiane per i cittadini italiani.

Sebbene il settore della sharing mobility abbia raggiunto una fase di stabilizzazione, l’elevata percentuale di veicoli elettrici e l’ampia diffusione dei servizi in diverse città italiane testimoniano la crescente attenzione verso una mobilità più sostenibile e condivisa.

La maturità della sharing mobility in Italia, un settore in stabilità

In occasione di Intermobility Future Ways, il primo forum nazionale dedicato alla mobilità condivisa, si è tenuto a Rimini la presentazione dell’Ottavo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility. Questo importante documento, frutto della collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, offre un’analisi dettagliata e aggiornata sullo stato dell’arte della sharing mobility in Italia.

Il rapporto presenta una serie di dati e indicatori che delineano l’evoluzione del settore della mobilità condivisa nel nostro Paese. Tra i principali risultati emersi, si possono citare:

  • Crescita costante: il mercato della sharing mobility continua a crescere, dimostrando una sempre maggiore diffusione e integrazione nei sistemi di trasporto urbano;
  • Ampia gamma di servizi: l’offerta di servizi di condivisione si è diversificata, includendo non solo monopattini e biciclette, ma anche auto e scooter elettrici;
  • Sostenibilità ambientale: la sharing mobility si conferma come una soluzione sostenibile per la mobilità urbana, contribuendo alla riduzione delle emissioni e del traffico;
  • Integrazione con il trasporto pubblico: il rapporto evidenzia l’importanza di integrare i servizi di sharing mobility con il trasporto pubblico tradizionale, per creare sistemi di mobilità multimodale più efficienti.

Il rapporto è stato realizzato dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility, un’iniziativa nata con l’obiettivo di monitorare e promuovere lo sviluppo della mobilità condivisa in Italia. L’Osservatorio svolge un ruolo fondamentale nel fornire dati e analisi utili per orientare le politiche pubbliche e le decisioni degli operatori del settore.

La trasformazione del vehicle sharing in Italia: sostenibilità e valorizzazione della domanda

Il settore del vehicle sharing in Italia sta attraversando una fase di profonda trasformazione, come osservato da Raimondo Orsini, Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility. Questo cambiamento è caratterizzato da una crescente attenzione verso una maggiore sostenibilità economica, che si sta traducendo in modelli di business più efficienti e in una gestione più ottimizzata delle risorse. L’obiettivo è quello di rendere il settore più profittevole e al contempo meno dipendente da modelli tradizionali, con l’intento di garantire una maggiore durabilità a lungo termine.

Un altro aspetto fondamentale di questa evoluzione riguarda la valorizzazione della domanda degli utenti. La crescente richiesta di servizi di mobilità condivisa sta spingendo i gestori a ripensare le offerte, cercando di adattarle meglio alle esigenze di chi utilizza i mezzi in sharing. In particolare, si osserva un’attenzione maggiore al miglioramento della qualità del servizio, con soluzioni più personalizzate che rispondano in modo più efficiente alle necessità degli utenti.

Inoltre, questa trasformazione è favorita dalla maggiore consapevolezza degli stakeholder istituzionali, che hanno acquisito una comprensione più profonda dei benefici derivanti dalla mobilità sostenibile e condivisa. Grazie a una conoscenza più approfondita dei vantaggi sociali e ambientali della sharing mobility, le politiche pubbliche stanno diventando sempre più orientate a favorire lo sviluppo del settore, tramite incentivi e normative favorevoli.

Queste dinamiche pongono le basi per un settore che, pur affrontando sfide legate alla competizione e alla sostenibilità economica, si sta evolvendo verso un modello che risponde meglio alle esigenze ecologiche e sociali delle città italiane.

L’evoluzione del carsharing in Italia: flotta, percorrenze e nuove tendenze di noleggio

Il settore del carsharing in Italia sta vivendo un’importante fase di trasformazione, con evidenti cambiamenti nelle tendenze di utilizzo e nelle caratteristiche della flotta. La flotta di auto in condivisione ha raggiunto nuovamente i livelli pre-pandemia, con un totale di quasi 8.000 veicoli disponibili per i cittadini, di cui una parte significativa è rappresentata da auto ibride ed elettriche. Questo incremento di veicoli a zero emissioni riflette un forte orientamento verso soluzioni di mobilità sostenibile, in linea con le politiche ecologiche che puntano alla riduzione dell’impatto ambientale.

Il modello di carsharing free-floating, che consente agli utenti di prelevare e restituire i veicoli liberamente senza la necessità di stazioni fisse, sta vivendo una fase di evoluzione. Le modalità di utilizzo stanno cambiando, con una crescente preferenza per noleggi più lunghi. Le percorrenze totali sono aumentate significativamente, raggiungendo i 78 milioni di chilometri nel 2023, con una previsione di 90 milioni di chilometri per il 2024. Questo dato è sostenuto dall’introduzione di opzioni di noleggio a ore o a giorni, che molti operatori hanno inserito nelle loro offerte per rispondere alla domanda di flessibilità e di maggiore comodità da parte degli utenti.

Parallelamente, anche la durata media dei noleggi ha subito un notevole incremento. Se nel 2020 il noleggio medio era di circa 34 minuti, nel 2023 è salito a ben 88 minuti, indicando una modifica nelle abitudini di utilizzo, con un numero maggiore di utenti che ricorrono al carsharing per tratte più lunghe o per esigenze di mobilità quotidiana.

Nel contesto del carsharing station-based, ovvero il modello in cui le auto sono prelevabili solo in specifici punti di ritiro e riconsegna, la situazione è sostanzialmente stabile. Questo modello registra circa 300.000 noleggi all’anno, con una flotta di 1.200 veicoli, senza segnali di particolari fluttuazioni nella domanda o nell’offerta. Tuttavia, anche in questo ambito, si è registrato un aumento della durata media del noleggio, segno di un interesse crescente per l’utilizzo di queste vetture per periodi più lunghi.

Il successo del bikesharing in Italia: e-bike, crescita della domanda

Il settore del bikesharing sta vivendo una vera e propria esplosione in Italia, diventando uno dei comparti più dinamici nel panorama della mobilità condivisa. Tra tutti i servizi di sharing, il bikesharing è senza dubbio quello che ha mostrato le novità più rilevanti nel 2023. In particolare, si registra un forte aumento delle biciclette elettriche condivise, soprattutto nei servizi di free-floating, che sono gestiti da operatori simili a quelli dei monopattini in sharing. Questo incremento delle e-bike risponde alla crescente domanda di soluzioni di mobilità più sostenibili ed efficienti, ma anche al desiderio di una mobilità urbana che permetta di coprire distanze più lunghe con maggiore facilità.

Attualmente, le biciclette elettriche in free-floating rappresentano il 62% della flotta totale di biciclette in sharing in Italia, un dato che sottolinea come le e-bike stiano progressivamente guadagnando terreno rispetto alle biciclette tradizionali. Le città italiane che registrano il numero maggiore di biciclette elettriche condivise sono Milano, Roma e Bologna, che si confermano come poli principali di mobilità sostenibile.

Anche la domanda di servizi di bikesharing ha visto una crescita costante. Nel 2023, infatti, si è registrato un aumento del 12% dei noleggi rispetto all’anno precedente, con un totale di 11 milioni e mezzo di noleggi. Inoltre, si prevede che la domanda continui a crescere, con una proiezione di ulteriore aumento del 22% per il 2024. Questo trend riflette un cambiamento nelle abitudini di mobilità dei cittadini italiani, che vedono nel bikesharing un’opzione sempre più comoda e accessibile per gli spostamenti quotidiani.

Le percorrenze percorribili tramite il bikesharing free-floating sono anch’esse in forte espansione. Nel 2023, infatti, si sono registrati 25 milioni di chilometri percorsi in bicicletta attraverso il servizio di free-floating, un dato che dimostra l’efficacia di questo modello di mobilità, che sta rapidamente diventando una delle scelte preferite per spostamenti brevi e rapidi in città.

D’altro canto, il bikesharing station-based, pur mostrando una certa stabilità, ha visto una domanda che si mantiene costante rispetto all’anno precedente, con circa 4 milioni di noleggi annui. Tuttavia, i primi dati relativi al 2024 suggeriscono un potenziale aumento della domanda, grazie anche all’espansione delle aree servite e alla crescente attenzione verso la sostenibilità.

La riorganizzazione del settore dei monopattini in sharing

Il 2023 segna un momento di svolta per i servizi di monopattini in sharing in Italia. Dopo anni di espansione accelerata, che ha visto la proliferazione di questo tipo di veicolo nelle città italiane, il settore sta attraversando una fase di razionalizzazione. Dal 2019 in poi, il mercato dei monopattini è cresciuto in modo rapido, talvolta anche disordinato, con la presenza di un numero elevato di operatori e veicoli. Questa crescita ha portato a una saturazione del mercato, dove la concorrenza tra le aziende e la gestione delle flotte hanno reso necessario un intervento di riorganizzazione.

Nel 2023, il mercato ha iniziato a stabilizzarsi, con diverse sperimentazioni che sono giunte a termine e alcuni operatori che hanno deciso di abbandonare il mercato italiano. Diverse città, tra cui Milano, hanno pubblicato nuovi bandi che mirano a limitare il numero di veicoli e operatori presenti sul territorio, al fine di migliorare l’efficienza dei servizi e ridurre la congestione. Questa razionalizzazione ha portato a una riduzione significativa della flotta di monopattini, con circa 18.000 veicoli in meno tra il 2022 e l’inizio del 2024.

Nonostante questa riduzione, il numero di noleggi rimane stabile a circa 25 milioni all’anno, un dato che indica come l’interesse per i monopattini in sharing non sia diminuito, ma si stia semplicemente orientando verso un uso più mirato e razionale del servizio. Tuttavia, le percorrenze medie sono diminuite, passando da 2,5 km a 2,1 km, suggerendo che i cittadini utilizzano i monopattini per tragitti più brevi rispetto al passato.

Un altro dato significativo riguarda la presenza del servizio nelle città italiane: tra il 2022 e il 2023, le città capoluogo con un servizio attivo di monopattini in sharing sono passate da 47 a 35. Questo ridimensionamento riflette una selezione delle città che vogliono mantenere questi servizi, puntando a una gestione più efficiente e sostenibile.

L’evoluzione dello scootersharing in Italia

Il settore dello scootersharing in Italia ha subito una drastica contrazione negli ultimi anni, con una significativa riduzione sia del numero di servizi attivi che della flotta di veicoli disponibili. Tra il 2022 e il 2023, il numero di operatori è sceso da 22 a 10, segnando un evidente ridimensionamento del mercato. Questo declino ha portato a una diminuzione della disponibilità di scooter in sharing, che è calata di oltre la metà all’inizio del 2024. La razionalizzazione del settore è stata una risposta alle difficoltà di sostenibilità economica e alla necessità di concentrarsi su modelli di business più efficienti e sostenibili.

In questo scenario di riduzione, l’operatore Cooltra è emerso come il dominante nel settore, con una quota di mercato che è passata dal 31% nel 2022 al 90% nel 2024. Questo significativo aumento della sua flotta è avvenuto grazie a una consolidamento strategico, che ha permesso all’azienda di triplicare la sua quota di mercato in poco più di un anno, guadagnando un ampio margine rispetto agli altri competitor. L’espansione di Cooltra, che ha investito fortemente nella sua flotta, è un segnale di come, nonostante la riduzione complessiva del settore, ci sia ancora una domanda concentrata su operatori principali che offrono un servizio affidabile e scalabile.

Nonostante la riduzione della flotta e degli operatori, il numero di noleggi effettuati nel 2023 ha comunque raggiunto un nuovo record, superando i 4,5 milioni. Questo dato indica che, sebbene il mercato stia riducendosi, c’è ancora un elevato interesse per il servizio di scootersharing, soprattutto nelle aree urbane dove la mobilità sostenibile continua a essere una priorità. Tuttavia, i dati relativi ai primi mesi del 2024 suggeriscono un calo della domanda di circa il 20% rispetto al 2023, indicando un possibile rallentamento del mercato nei prossimi anni. Questo potrebbe essere il segnale di una maturazione del servizio o di un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, che potrebbero orientarsi verso altre forme di mobilità condivisa o soluzioni di trasporto alternative.

La diminuzione degli incidenti nei servizi di micromobilità in sharing

Nel 2023, si registra una significativa riduzione dell’incidentalità legata ai servizi di micromobilità in sharing, con una diminuzione generale degli incidenti su strada. Questo miglioramento potrebbe essere il risultato di un aumento della consapevolezza degli utenti riguardo alle pratiche di sicurezza e di una maggiore esperienza acquisita nell’utilizzo di monopattini, biciclette e scooter in sharing. Gli utenti sembrano diventare progressivamente più abili nell’uso di questi mezzi, contribuendo a una gestione più sicura delle sistemazioni urbane e della mobilità condivisa.

Nel dettaglio, gli incidenti ogni 100.000 noleggi sono in calo per tutti i servizi di micromobilità, con una riduzione del 11% per i monopattini, del 7% per gli scooter e del 48% per le biciclette. La riduzione più consistente è stata registrata per le biciclette, con una diminuzione molto marcata degli incidenti, segnalando forse una maggiore familiarità con l’uso di questi mezzi rispetto agli anni precedenti. Questi numeri indicano un trend positivo in termini di sicurezza e di adozione di comportamenti più responsabili da parte degli utenti.

Tuttavia, non tutte le città italiane presentano gli stessi dati. Modena e Roma sono le città con il maggior numero di incidenti legati ai monopattini in sharing, segnalando aree in cui si potrebbe migliorare l’infrastruttura e la gestione della micromobilità urbana. La presenza di un numero elevato di incidenti in queste città può essere attribuita a vari fattori, tra cui il traffico intenso, la mancanza di piste ciclabili sicure o l’affollamento delle aree urbane, che rendono più complessa la gestione della sicurezza per gli utenti.