Regolamento imballaggi, dal Parlamento Ue l’ok definitivo: cosa cambia nella spesa

Le nuove regole comprendono obiettivi di riduzione degli imballaggi e, più in particolare, impongono ai Paesi dell'Ue di ridurre i rifiuti di imballaggio in plastica

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 25 Aprile 2024 11:55

Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo al regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (Ppwr) nell’ultima seduta prima della fine della legislatura. Il provvedimento è stato approvato con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni. Nessun eurodeputato italiano ha espresso voto contrario al regolamento. Tra coloro che hanno espresso voto favorevole vi sono gli eurodeputati italiani del gruppo Ecr, al quale appartiene Fratelli d’Italia, che precedentemente avevano votato contro la versione del regolamento presentata lo scorso novembre, oltre ai rappresentanti del Ppe, cui aderisce Forza Italia, del gruppo S&D, cui appartiene il Pd, e della pattuglia 5Stelle. La Lega, insieme alla compagine di Identità e Democrazia, si è astenuta.

Prima che il regolamento possa essere reso ufficiale attraverso la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue e quindi entrare in vigore, deve essere formalmente ratificato dal Consiglio, presumibilmente dopo l’estate. Il testo su cui si è basata la votazione è quello che era stato concordato in via preliminare con il Consiglio dell’Ue a marzo.

Nuove norme per gli imballaggi: riduzione e limitazioni

Il Parlamento europeo ha recentemente adottato nuove norme riguardanti gli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, con l’obiettivo di ridurre il volume complessivo di imballaggi. Le disposizioni includono target di riduzione del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, con un’enfasi particolare sulla riduzione dei rifiuti di imballaggio in plastica. Per combattere gli sprechi, è stata istituita una proporzione massima del 50% di spazio vuoto per gli imballaggi multipli e quelli destinati al trasporto e al commercio elettronico. Inoltre, i produttori e gli importatori dovranno assicurare che il peso e il volume degli imballaggi siano minimizzati.

Le nuove normative vietano specifici tipi di imballaggi di plastica monouso a partire dal 1° gennaio 2030, tra cui gli imballaggi per frutta e verdura fresca non trasformata, i contenitori per cibi e bevande consumati in bar e ristoranti, le monoporzioni come condimenti, salse, panna per caffè e zucchero, i piccoli imballaggi monouso utilizzati negli alberghi e le borse di plastica ultraleggera al di sotto dei 15 micron.

Al fine di tutelare la salute pubblica, il testo impedisce l’uso di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), noti come “inquinanti eterni”, al di sopra di certi limiti negli imballaggi destinati al contatto con prodotti alimentari.

Stop agli “inquinanti eterni” e nuovi obblighi per il riutilizzo: l’Europa verso un futuro più sostenibile

Il Parlamento europeo ha approvato nuove norme per proteggere la salute dei consumatori e ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi alimentari. Le norme vietano l’utilizzo di sostanze perfluoroalchiliche negli imballaggi a contatto con prodotti alimentari, ponendo limiti rigorosi alle loro concentrazioni.

Inoltre, le norme introducono obiettivi di riutilizzo ambiziosi per promuovere un’economia più circolare. Entro il 2030, i distributori finali di bevande e alimenti da asporto dovranno offrire ai consumatori la possibilità di utilizzare i propri contenitori e garantire che il 10% dei prodotti sia disponibile in imballaggi riutilizzabili.

Questi obiettivi si applicano a imballaggi di bevande analcoliche e alcoliche (con alcune eccezioni, come latte, vino e superalcolici), imballaggi multipli e imballaggi per la vendita e il trasporto. Gli Stati membri possono concedere deroghe di cinque anni a queste disposizioni in determinate circostanze.

Queste misure rappresentano un passo importante verso la riduzione dell’uso di plastica monouso e la promozione di pratiche più sostenibili, garantendo al contempo la sicurezza e la salute dei consumatori europei.

L’Ue impone rigidi standard di riciclabilità

Le nuove disposizioni richiedono che tutti gli imballaggi, esclusi quelli di legno leggero, sughero, tessuto, gomma, ceramica, porcellana e cera, siano riciclabili secondo criteri rigorosi. Queste misure includono obiettivi per il contenuto minimo di materiale riciclato negli imballaggi di plastica e obiettivi minimi di riciclaggio in peso per i rifiuti di imballaggio.

Inoltre, entro il 2029, il 90% dei contenitori monouso in metallo e plastica per bevande fino a tre litri dovrà essere raccolto separatamente attraverso sistemi di deposito cauzionale e restituzione, o altre soluzioni atte a raggiungere gli obiettivi di raccolta.

L’Europa riconosce che gli imballaggi rappresentano una fonte crescente di rifiuti. Nel 2018, hanno generato un fatturato di 355 miliardi di euro nell’Ue e la loro quantità è aumentata da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni nel 2021. Nel 2021, ogni cittadino europeo ha prodotto in media 188,7 kg di rifiuti di imballaggio, una cifra destinata a crescere fino a 209 kg nel 2030 in assenza di nuove misure.

Regolamento imballaggi, deroghe e obblighi di riciclo

Il nuovo regolamento stabilisce che i divieti relativi alla plastica non si applicano se l’imballaggio è compostabile e può essere correttamente smaltito con i rifiuti organici. Viene prevista una deroga per la frutta e verdura trasformate, così come per gli imballaggi considerati necessari per evitare perdite di acqua, turgore, shock fisici e ossidazione.

Inoltre, vengono introdotti nuovi divieti tramite una modifica mirata alla Direttiva sulla plastica monouso, come quelli per i film in plastica negli aeroporti e per i piccoli pezzi in polistirene usati per proteggere alcuni prodotti durante il trasporto. La definizione di imballaggio composito è introdotta, specificando che un imballaggio composto per il 95% o più di carta sarà considerato carta ai fini del regolamento e quindi escluso dai divieti.

Obblighi di riuso per il trasporto sono previsti entro il 2030 (obbligatori) e il 2040 (indicativi), con alcune esclusioni come il cartone, il trasporto di beni pericolosi e gli imballaggi flessibili a contatto con gli alimenti. Gli obblighi di riuso per il cibo e le bevande da asporto sono stati sostituiti da clausole che promuovono l’uso di contenitori riutilizzabili.

Gli Stati membri possono derogare agli obblighi di riuso in determinate condizioni, come raggiungere obiettivi di riciclo o di prevenzione dei rifiuti entro scadenze specifiche. Ulteriori deroghe sono previste per le microimprese, gli operatori con superficie di vendita inferiore a 100 mq e gli operatori che immettono sul mercato meno di 1.000 kg di imballaggi all’anno.

L’Unione europea promuove l’eccellenza dell’industria italiana del riciclo

Patrizia Toia, eurodeputata del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Industria, Ricerca ed Energia, ha elogiato l’approvazione del nuovo regolamento sugli imballaggi, sottolineando il pragmatismo e la concretezza dell’Unione europea nel conciliare gli obiettivi ambientali con gli interessi economici. Toia, che ha guidato il lavoro del Parlamento europeo su questa normativa, ha evidenziato il ruolo cruciale del regolamento nel difendere e promuovere l’eccellenza dell’industria italiana del riciclo e delle filiere dei materiali sostenibili. Questo passo, secondo Toia, rappresenta un esempio tangibile di come l’Europa possa operare nell’interesse dei suoi cittadini, offrendo un contrappeso alla polarizzazione ideologica che spesso caratterizza il dibattito politico durante le campagne elettorali.

La leadership italiana nel riciclo degli imballaggi

Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia e membro del Partito Popolare Europeo, ha evidenziato il ruolo di primo piano dell’Italia nel settore del riciclo degli imballaggi. Grazie a un’efficace collaborazione a livello nazionale, che ha visto le forze motrici del Paese unite in un’azione politica coordinata, l’Italia ha ottenuto importanti riconoscimenti normativi. Tra questi, la possibilità di essere esonerata dagli obiettivi di riuso specificati nell’articolo 26 del regolamento europeo. Inoltre, per quanto riguarda le restrizioni previste dall’articolo 22, è stata negoziata una posticipazione della data di entrata in vigore, spostandola al 1 gennaio 2030. Questi risultati sottolineano l’efficacia dell’Italia nel raggiungere traguardi significativi nel riciclo, garantendole vantaggi competitivi a livello europeo.

Per l’Italia riconoscimento europeo nella gestione dei rifiuti di imballaggio

Ignazio Capuano, presidente di Conai, ha espresso soddisfazione per l’esito della votazione odierna, evidenziando il prevalere del buon senso nell’accordo tra Commissione, Parlamento e Consiglio europei. Capuano ha sottolineato l’impegno degli Stati virtuosi come l’Italia, già dotata di uno dei sistemi di gestione dei rifiuti di imballaggio più efficienti in Europa. Ora, per l’attuazione del nuovo regolamento, il ruolo dei sistemi di responsabilità estesa del produttore diventa cruciale.

A livello europeo, gli imballaggi costituiscono solo il 4% dei rifiuti totali, e gran parte di essi viene già gestita correttamente. Tuttavia, Capuano ha espresso la speranza che sempre più materiali possano essere efficacemente reintegrati in un ciclo di vita circolare e sostenibile.

Un passo avanti nell’economia circolare

Il CEO di Seda International Packaging Group e presidente dell’European Paper Packaging Alliance, Antonio D’Amato, ha celebrato il risultato della votazione odierna al Parlamento Europeo, sottolineando l’importanza di questa giornata per l’Europa e soprattutto per l’Italia. D’Amato ha elogiato il successo delle posizioni italiane nel difendere e promuovere il sistema di economia circolare, di cui l’Italia è leader indiscusso.

Il voto, con il 75% dei consensi, ha evitato un’inversione di marcia rispetto al percorso dell’Unione europea degli ultimi 30 anni, caratterizzato dalla collaborazione tra Stati membri e imprese europee. Questo approccio ha permesso di costruire un’economia circolare che ha garantito crescita economica e sostenibilità ambientale, con una significativa riduzione delle emissioni di gas serra del 33% dal 1990.

D’Amato ha sottolineato l’importanza che l’Europa metta a disposizione tecnologie, know-how e migliori pratiche per aiutare le economie globali a perseguire obiettivi di crescita nel rispetto della sostenibilità ambientale. Il Parlamento europeo ha ribadito oggi il principio fondamentale della neutralità tecnologica e il rispetto delle evidenze scientifiche, confermando la validità del modello di economia circolare.

Verso un futuro circolare, il contributo dell’industria cartaria italiana

Il presidente della Federazione Carta Grafica, Michele Bianchi, ha espresso l’apprezzamento di tutta la filiera italiana della carta, dalla produzione alla trasformazione e al riciclo, verso il nuovo regolamento Ppwr. Bianchi ha sottolineato la volontà di contribuire attivamente alla fase attuativa del regolamento, ritenuta fondamentale per bilanciare sostenibilità e armonizzazione interna.

Con un quadro normativo definito, ha aggiunto Bianchi, saranno create le condizioni per una reale transizione dell’Europa verso un’economia sempre più circolare. Questo consentirà investimenti industriali mirati allo sviluppo di soluzioni innovative e tecnologie efficaci, garantendo un futuro sostenibile per l’intera filiera cartaria italiana.

Preoccupazioni sul nuovo regolamento degli imballaggi

Il Presidente Corepla, Giovanni Cassuti, critica duramente il voto in plenaria dell’Europarlamento sul regolamento imballaggi Ppwr, definendolo un provvedimento che rischia di penalizzare l’Italia e di mettere a rischio gli sforzi finora compiuti in materia di economia circolare.

Cassuti sottolinea come il nuovo focus sul riutilizzo sia in contraddizione con le politiche promosse dall’Ue negli ultimi anni, mettendo in discussione un modello di riciclo consolidato che ha dato ottimi risultati. Inoltre, il nuovo regolamento non tiene conto delle peculiarità e dei risultati di ciascun Stato membro, limitando la flessibilità delle amministrazioni nazionali nella gestione della normativa.

Il Presidente Corepla auspica che il prossimo Parlamento e la prossima Commissione abbandonino questa “ottica pregiudizievole verso gli imballaggi in plastica” e che si apra la strada a una vera collaborazione per la sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Impatto sul settore del packaging alimentare italiano

Marco Bergaglio, presidente di Unionplast-Federazione Gomma Plastica, ha espresso forti preoccupazioni riguardo al nuovo regolamento che vieta molteplici tipi di imballaggi monouso in plastica. Bergaglio teme che questa scelta ideologica di favorire il riutilizzo danneggi un intero sistema di eccellenza nel riciclo, compromettendo anche intere filiere produttive.

Il presidente ha criticato aspramente la mancanza di neutralità del regolamento e l’assenza di una valutazione di impatto credibile. Bergaglio ha evidenziato il rischio per il settore del packaging alimentare fresco italiano, che vale 1,5 miliardi di euro e rappresenta il 60-70% del fatturato, sottolineando il pericolo di una reazione a catena che potrebbe compromettere la sostenibilità complessiva.

Secondo Bergaglio, se l’obiettivo del regolamento era ridurre i rifiuti da imballaggio, il risultato ottenuto è il contrario, con un potenziale aumento degli scarti e degli sprechi alimentari. La criticità del nuovo approccio è evidente anche nell’ipotesi di una maggiore utilizzazione di materiali alternativi, come il cartoncino accoppiato con plastica o altri materiali, che aumenterebbe i rifiuti e le emissioni di CO2 per lo smaltimento.

Il presidente di Unionplast-Federazione Gomma Plastica conclude sottolineando il fallimento del regolamento nel raggiungere i suoi obiettivi dichiarati.

Preoccupazioni nel settore ortofrutticolo italiano sul nuovo regolamento Ue

Nonostante il recente voto del Parlamento europeo abbia introdotto alcuni cambiamenti favorevoli, come l’eliminazione dell’obbligo di riuso per le bottiglie di vino e il divieto dei vasi di plastica per i florovivaisti, il settore ortofrutticolo rimane preoccupato. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, le nuove normative continuano a essere penalizzanti, in particolare per la vendita di frutta e verdura fresca. Cristiano Fini, presidente dell’associazione, critica il divieto di utilizzo di imballaggi monouso in plastica per prodotti sotto i 1,5 kg, sottolineando come questa misura non aiuti il settore né in termini di costi né per quanto riguarda la conservazione dei prodotti, compromettendo anche gli sforzi contro lo spreco alimentare.

Fini esprime inoltre preoccupazione per l’ampio margine di sussidiarietà concesso agli Stati membri, temendo che possa portare a una frammentazione delle norme a livello nazionale. Questo scenario potrebbe danneggiare il mercato unico europeo, creando barriere alla competitività e aumentando i costi per le imprese, particolarmente quelle orientate all’esportazione. Si spera che il nuovo Parlamento, dopo le elezioni, possa trovare una soluzione più equilibrata per questi problemi critici.