Perché il Monte Bianco in due anni è calato di due metri

Rispetto al 2021, la vetta più alta d'Europa è più bassa di 2,22 metri, tra le varie cause, figura anche il cambiamento climatico che ha sciolto il manto nevoso

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 6 Ottobre 2023 10:03

Secondo gli esperti francesi dell’Alta Savoia, il Monte Bianco ha subito una perdita di oltre due metri in due anni e la sua attuale altezza è di 4.805,59 metri. Le rilevazioni effettuate a settembre hanno rivelato che la vetta più alta dell’Europa occidentale è diminuita di precisamente 2,22 metri rispetto al 2021. Il presidente della camera dei geometri dell’Alta Savoia, Jean des Garets, ha sottolineato che questa differenza di altezza potrebbe essere dovuta a una variazione del volume delle piogge estive. Tuttavia, ha anche precisato che le variazioni della cima sono comuni e che il Monte Bianco potrebbe benissimo essere molto più alto tra due anni, quando verranno effettuati i prossimi rilievi. Il geometra ha aggiunto che stanno accumulando dati per le future generazioni e che non sono qui per interpretarli, lasciando questo compito agli scienziati. Pertanto, ha chiesto di non utilizzare questi rilievi per dire sciocchezze.

Misurazioni biennali sul Monte Bianco

L’ultima volta che il Monte Bianco è stato misurato, aveva perso un metro. Come avviene ogni due anni, un team di esperti ha intrapreso l’ascesa verso la cima del Monte Bianco armato di strumenti di precisione di ultima generazione.

Un gruppo di circa venti persone, divise in otto cordate, si è arrampicato sulla vetta dell’Europa occidentale a metà settembre. Quest’anno, inoltre, il team ha introdotto una novità: l’uso di un drone per acquisire dati ancora più accurati. Un volto noto si è unito alla spedizione quest’anno: l’ex stella del biathlon, Martin Fourcade, che ha descritto il Monte Bianco come “una fonte inesauribile di fascino“.

Questa operazione rappresenta la dodicesima spedizione di un progetto avviato nel 2001 dalla Camera dipartimentale dei geometri dell’Alta Savoia. Il suo scopo principale è quello di modellare la calotta glaciale e raccogliere dati scientifici sull’impatto del cambiamento climatico sulle montagne alpine. Nel suo principio, i risultati sarebbero stati divulgati solo “20 anni dopo”, come ha spiegato uno dei partecipanti a due spedizioni. Tuttavia, l’entusiasmo suscitato dai risultati ha spinto gli organizzatori a rendere pubblici i dati prima della conclusione del progetto.

Un’altezza variabile a causa di fattori naturali e climatici

Durante l’ultima spedizione di questo genere, nel 2021, l’altitudine del tetto delle Alpi è stata misurata a 4.807,81 metri, circa un metro in meno rispetto alla misurazione del 2017 (mentre la misurazione del 2019, notevolmente bassa, è stata mantenuta “segreta” in quanto ritenuta non rappresentativa). In contrasto, l’apice più alto, pari a 4.810,90 metri, è stato registrato nel 2007.

Queste fluttuazioni non risultano sorprendenti, secondo quanto affermano gli esperti di geodesia, poiché “da tempi immemorabili, la vetta principale del Monte Bianco ha continuato a oscillare.”

La sommità “rocciosa” della montagna si eleva a 4.792 metri, ma è lo strato di “neve eterna” che la copre, agendo come un imponente accumulo di neve, a variare in base ai venti in quota e alla quantità di precipitazioni.

Inoltre, l’altezza della vetta più alta varia a seconda della stagione, poiché il Monte Bianco è una sorta di “complesso di dune” dove il vento, che è più forte in inverno, livella la neve più intensamente che in estate. Di conseguenza, la cima risulta più elevata alla fine della stagione estiva rispetto alla primavera, come sottolineato dagli esperti.

In un periodo in cui il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai sta accelerando sotto l’influenza del riscaldamento globale, che colpisce particolarmente l’arco alpino, uno dei membri del team, Denis Borel, ha invitato a mantenere la calma e a non trarre conclusioni affrettate dalle misurazioni effettuate solo a partire dal 2001 con l’attuale grado di precisione a nostra disposizione.

L’evoluzione della misurazione del Monte Bianco

Le tecnologie e i metodi utilizzati per misurare il Monte Bianco si sono evoluti notevolmente nel corso del tempo. Inizialmente, gli esperti utilizzavano il metodo della triangolazione, posizionandosi su diverse vette e basandosi sull’altitudine nota del lago di Ginevra. Tuttavia, questo metodo presentava dei problemi, poiché si pensava che il lago si trovasse a 800 metri sul livello del mare, mentre in realtà era a 350 metri. Successivamente, sono stati utilizzati barometri per misurare pressione e temperatura e dagli anni ’60 sono state introdotte triangolazioni più accurate grazie ai laser.

Oggi, i geometri-esperti si avvalgono di una costellazione di satelliti e stazioni GPS permanenti nella valle di Chamonix, che permettono loro di ottenere posizioni in tempo reale con una precisione di centimetri. Nonostante ciò, la salita al Monte Bianco rimane necessaria.

L’obiettivo della spedizione è stato anche quello di misurare il volume di ghiaccio e neve sopra i 4.800 metri, denominato “supmallow cap“, confrontandolo con le misurazioni degli anni precedenti. Durante la spedizione, i geometri hanno utilizzato un drone per creare un modello tridimensionale del ghiacciaio in soli dieci minuti. Inoltre, hanno posizionato un GPS mobile sulla cima della neve sopra i 30 metri di ghiaccio per registrare dati massimi per un’ora e mezza o due ore. Questo è stato fatto per garantire risultati affidabili in caso di condizioni meteo avverse come vento forte o nebbia. Tuttavia, il drone non è riuscito a raggiungere tutti i suoi obiettivi, come afferma Denis Borel.