L’idrogeno verde ora si produce anche in aeroporto, lo scalo di Torino è il primo in Italia

Il nuovo impianto pilota di smart grid per la produzione di idrogeno e energie rinnovabili è il primo in Italia e tra i primi al mondo in uno scalo

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 6 Febbraio 2025 14:32

L’idrogeno adesso si produce anche in aeroporto. Lo scalo di Torino-Caselle “Sandro Pertini” è il primo in Italia ad aver dato vita a un impianto pilota per le tecnologie smart grid destinato alla produzione di idrogeno. Il progetto “Torino Green Airport”, sviluppato dalla società che lo gestisce, Sagat, e presentato in occasione dell’Airport Day che ha coinvolto 17 aeroporti italiani, rappresenta il fiore all’occhiello del trasporto aereo sostenibile targato Made in Italy.

Il primo impianto in un aeroporto per la produzione di idrogeno

Il nuovo impianto pilota di Torino-Caselle di smart grid per la produzione di idrogeno verde e energie rinnovabili è il primo in Italia e tra i primi al mondo in uno scalo. Il progetto “Torino Green Airport” punta alla creazione di uno smart energy hub e alla realizzazione degli obiettivi Net Zero entro il 2040, cioè ben 10 anni prima rispetto al target fissato dall’Unione europea nel suo Green Deal.

Un ambizioso piano di decarbonizzazione, che accompagnerebbe gli importanti risultati raggiunti dallo scalo torinese negli ultimi anni: lo scorso anno sono transitati da lì circa 4,7 milioni di passeggeri, con un aumento del +3,6% rispetto al 2023, tanto da posizionare Torino al 13esimo posto dei più utilizzati nel nostro Paese secondo la classifica di Assaeroporti.

Ma come funzionerà il nuovo sistema? In un’area chiusa dell’aeroporto i tecnici hanno realizzato una piattaforma capace di integrare diversi vettori energetici. I picchi di energia prodotta da un impianto fotovoltaico vengono utilizzati per scambiare elettricità con la rete aeroportuale, caricare sistemi a batteria e alimentare un elettrolizzatore che produce idrogeno verde.

L’idrogeno prodotto viene poi stoccato in un serbatoio, miscelato con metano e utilizzato per alimentare 2 fuel cell da 1 chilowattora, che, in cogenerazione, producono energia elettrica e termica per i consumi della caserma dei Vigili del fuoco, in cui l’impianto è posizionato, e calore per riscaldare l’acqua.

Aeroporto di Torino, carbon neutral e con il più grande impianto fotovoltaico

E mentre il futuro inizia a guardare anche all’idrogeno, proprio a Torino- Caselle è attivo dal 2024 il più grande impianto fotovoltaico su tetto in un aeroporto italiano, costituito da 3.651 moduli che coprono una superficie di 6.454 metri quadri, un campo da calcio praticamente.

L’impianto fotovoltaico è in grado di generare 1.585 megawattora di energia elettrica in un anno. Così il sistema riesce a soddisfare fino al 14% del fabbisogno annuale di energia dello scalo aeroportuale e fino al 60% circa del consumo orario in una giornata di sole. L’86% rimanente dell’energia utilizzata è acquistata ma è sempre green, così come gli strumenti utilizzati per il turn around degli aerei, che sono 100% a impatto zero. L’energia elettrica prodotta consente di evitare l’emissione di 406 tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di 13.552 alberi.

Lo scorso anno l’Aeroporto di Torino è diventato anche carbon neutral, che significa che non incide più sul riscaldamento climatico. Torino Airport ha ottenuto infatti la certificazione Livello 3+ Neutrality del programma di sostenibilità ambientale Airport Carbon Accreditation, il protocollo volontario lanciato nel 2009 da Aci Europe, l’associazione degli scali europei, per la gestione delle emissioni di carbonio negli aeroporti con risultati misurabili.

Negli ultimi cinque anni, oltre ad essere il primo a dotarsi persino di un’ambulanza elettrica, lo scalo torinese ha anche ridotto le emissioni di anidride carbonica sotto il proprio diretto controllo di oltre l’80% rispetto al 2019, per un totale di oltre 10mila tonnellate di CO2 risparmiata nel 2023, pari a 330mila alberi piantumati.

Parallelamente, sta lavorando ad altri progetti per proseguire questo percorso di riduzione delle emissioni di CO2 generate localmente, ad esempio aumentando l’energia elettrica autoprodotta da impianti fotovoltaici, rinnovando la flotta aeroportuale con veicoli ibridi o full electric e riducendo progressivamente l’uso di combustibili fossili per il riscaldamento degli ambienti.