La batteria di sabbia più grande al mondo che produce calore

Un cilindro d’acciaio riempito di sabbia cattura e trattiene il calore prodotto da sole e vento: così Pornainen taglia le emissioni del 70%

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web dal 2005, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

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In Finlandia, il comune di Pornainen (nella provincia dell’Uusimaa) ha inaugurato la più grande sand battery mai realizzata. È un nome evocativo e la tecnologia è molto interessante, ma facciamo subito chiarezza: non è una batteria in senso stretto. Infatti non immagazzina elettricità, ma calore. Si tratta di un accumulatore termico. Semplificando è un cilindro di acciaio riempito di sabbia che cattura il tepore prodotto da fonti rinnovabili, restituendolo al bisogno.

Dietro c’è la startup Polar Night Energy (Pne), che ha installato un impianto capace di fornire 1 megawatt di potenza termica con una capacità di accumulo di 100 megawattora. In pratica può coprire il fabbisogno di riscaldamento di circa 1.000 persone, riducendo del 70% le emissioni di CO₂ rispetto alle soluzioni convenzionali.

Come funziona la batteria termica a sabbia

Il principio è semplice: quando c’è energia in eccesso prodotta da sole o vento, questa viene usata per scaldare la sabbia attraverso un circuito chiuso di resistenze elettriche e scambiatori di calore.

La sabbia, composta principalmente da biossido di silicio (SiO₂), raggiunge temperature fino a 600 °C e trattiene il calore per settimane grazie all’isolamento del contenitore. Quando serve, l’aria viene fatta circolare all’interno della sabbia calda, raccoglie il calore e lo trasferisce al sistema di teleriscaldamento locale.

Oggi il grande tallone d’Achille della transizione energetica è rappresentato dal riscaldamento. In Europa circa la metà dell’energia totale consumata serve proprio a produrre calore per case, uffici e industrie. Oltre il 70% proviene ancora da combustibili fossili.

Sabbia economica ed efficiente: perché conviene

La sabbia è economica e disponibile ovunque, senza bisogno di estrazioni intensive come quelle delle materie prime critiche.

È anche un materiale estremamente inerte, capace di raggiungere temperature elevatissime senza fondere e conservare il calore per settimane: un vantaggio enorme rispetto ad altri sistemi di accumulo che disperdono energia più rapidamente.

La sua semplicità è un altro punto forte. Niente reazioni chimiche né degrado veloce delle celle, ma un contenitore che può durare decenni con manutenzione minima.

I limiti però non mancano. Questo tipo di impianto funziona bene collegato a reti di piccole comunità, ma è difficilmente scalabile nelle singole abitazioni, sia per le dimensioni sia per i costi delle strutture in acciaio.

Inoltre, la tecnologia Pne oggi immagazzina energia soprattutto su scala settimanale. La sfida futura è lo stoccaggio stagionale, con l’accumulo di calore in estate e l’utilizzo in inverno, quando la domanda di riscaldamento è massima.

Con la sua batteria di sabbia, Pornainen ha mostrato che non servono materiali rari né infrastrutture ipertecnologiche per accumulare energia rinnovabile. Basta riscoprire un principio antico — il calore intrappolato nei granelli — e portarlo nel futuro.

In un mondo che corre verso l’obiettivo net zero entro il 2050, è un segnale forte. Forse la transizione non dipenderà solo dai chip e dalle batterie high-tech, ma anche da soluzioni elementari, solide e accessibili. Proprio come la sabbia sotto i nostri piedi.