Finanza sostenibile, trovata l’intesa per gli European green bond

Il mercato dei green bond sta diventando sempre più rilevante per le aziende, che avvertono la necessità di finanziare investimenti rispettosi del clima

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Il mercato dei green bond sta diventando sempre più rilevante per le aziende, che avvertono la necessità di finanziare investimenti su larga scala, rispettosi del clima, indirizzando l’ecosistema finanziario secondo i principi di una crescita sostenibile.

Il sistema economico globale cerca di muoversi verso un’economia a basse emissioni di carbonio al fine di contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Al contempo aumentano, a livello europeo e nazionale, le risorse finanziarie e le opportunità riservate alle imprese che decidono di integrare e rafforzare la sostenibilità nelle proprie strategie aziendali, in quanto driver strategico di successo e leva di vantaggio competitivo e di creazione di valore.

Nuovi modelli di business rispettosi del clima offriranno nuove opportunità di investimento. In questo contesto assume grande rilevanza il processo di regolamentazione della finanza sostenibile, a livello sovranazionale, che si propone di garantire regole comuni e un approccio organico per contrastare il greenwashing e creare canali di finanziamento dedicati alle imprese che possano realmente dimostrare di essere sostenibili.

Gli European Green Bond

Le obbligazioni ecosostenibili sono uno dei principali strumenti per finanziare gli investimenti relativi alle tecnologie verdi, all’efficienza energetica e delle risorse, nonché alle infrastrutture di trasporto sostenibili e alle infrastrutture di ricerca.

L’UE, quindi, si sta adoperando nell’allineare ulteriori misure per attuare la sua strategia sul finanziamento della crescita sostenibile e la transizione verso un’economia neutrale dal punto di vista climatico ed efficiente sotto il profilo delle risorse.

Il 6 luglio 2021 la Commissione europea ha presentato la sua proposta di regolamento che istituisce gli European Green Bond (EuGB).

La proposta EuGB mira a regolamentare l’uso della denominazione “European green bond” o “EuGB” per le obbligazioni che perseguono obiettivi sostenibili dal punto di vista ambientale, istituendo un sistema per la registrazione e la vigilanza dei soggetti che agiscono come revisori esterni per la EuGB e a regolamentare la vigilanza degli emittenti della EuGB, con l’obiettivo di creare il primo miglior standard di classe per l’emissione di green bond.

Il Consiglio ha definito la sua posizione sulla proposta il 13 aprile 2022. I negoziati tra Parlamento e Consiglio sono iniziati il 12 luglio 2022 e si sono conclusi con un accordo provvisorio che mira anche ad evitare il greenwashing nel mercato obbligazionario.

L’accordo è provvisorio in quanto, prima di considerarlo nella sua versione definitiva, deve essere confermato da entrambi gli organi europei e adottato da entrambe le istituzioni. Inizierà ad applicarsi 12 mesi dopo l’entrata in vigore.

Grazie a questo accordo gli emittenti di obbligazioni potranno dimostrare che finanziano progetti verdi in linea con la tassonomia dell’UE, mentre gli investitori saranno in grado di individuare più facilmente obbligazioni verdi di qualità elevata.

L’Unione europea sostiene fortemente la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, più efficiente in termini di risorse e più sostenibile, rafforzando gli sforzi per conseguire gli obiettivi in materia di clima e di energia, in linea con l’accordo di Parigi e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite per il 2030, laddove il Green Deal europeo ha sottolineato la necessità di mobilitare flussi finanziari e di capitale privati a favore degli investimenti verdi.

Per conseguire gli obiettivi in materia di clima, ambiente e sostenibilità sociale sono necessari importanti investimenti pubblici e privati e l’UE e gli Stati membri sono il principale fornitore a livello mondiale di finanziamenti pubblici per il clima, con 23,04 miliardi di EUR erogati nel 2021.

Nel piano dell’UE per la ripresa, Next Generation EU, il 37% dei 672,5 miliardi di EUR del dispositivo per la ripresa e la resilienza è speso per obiettivi legati al clima. Un obiettivo climatico globale del 30% si applica all’importo totale delle spese a titolo del bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027.

Cosa stabilisce l’accordo

L’Accordo, raggiunto dai negoziatori del Parlamento europeo, guidati dal relatore Paul Tang e dalla presidenza svedese dell’Ue, stabilisce prescrizioni uniformi per gli emittenti di obbligazioni che desiderano utilizzare la denominazione “obbligazione verde europea” o “EuGB” per le loro obbligazioni ecosostenibili, messe a disposizione degli investitori a livello mondiale, e allineate alla tassonomia dell’UE, che, a sua volta, definisce quali attività economiche possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale.

Lo “European Green Bonds Standard” (EUGBS) consentirà agli investitori di orientare gli investimenti in modo più sicuro verso tecnologie e imprese più sostenibili, dando, inoltre, alla società che emette l’obbligazione maggiore certezza che il titolo sarà adatto agli investitori che cercano obbligazioni verdi.

Lo EUGBS consentirà:

  • agli investitori di identificare le obbligazioni verdi e le società di alta qualità, riducendo così il greenwashing;
  • di chiarire agli emittenti obbligazionari quali attività economiche possono essere intraprese con i proventi dell’obbligazione;
  • di istituire un chiaro processo di rendicontazione sull’uso dei proventi della vendita delle obbligazioni e standardizzare il lavoro di verifica dei revisori esterni che migliorerà la fiducia nel processo di revisione.

Secondo l’accordo provvisorio:

  • tutti i proventi delle EuGB dovranno essere investiti in attività economiche allineate alla tassonomia dell’UE, purché i settori interessati siano da essa già contemplati;
  • per i settori non ancora contemplati dalla tassonomia dell’UE e per alcune attività molto specifiche e’ prevista una sacca di flessibilità del 15%, al fine di garantire l’utilizzabilità della norma europea per le obbligazioni verdi fin dall’inizio della sua esistenza. L’uso e la necessità di tale sacca di flessibilità saranno riesaminati con il procedere della transizione dell’Europa verso la neutralità climatica e sulla base del numero sempre crescente di opportunità di investimento attraenti e verdi che si prevede saranno disponibili nei prossimi anni.

La Commissione, successivamente, pubblicherà anche modelli UE per gli emittenti di altre obbligazioni con obiettivi ambientali, anche se non fanno uso dell’EUGBS. L’uso di questi modelli sarà strettamente volontario.

Ci sarà, per la prima volta, un modello standardizzato che gli emittenti possono utilizzare per segnalare informazioni sull’allineamento tassonomico delle obbligazioni verdi, riducendo così gli oneri amministrativi e l’incertezza sia per gli emittenti di obbligazioni verdi che per i loro investitori.

Il regolamento istituisce, inoltre, un regime per la registrazione e la supervisione dei revisori esterni, che valutano i green bond in dettaglio e forniscono agli investitori la conferma delle loro credenziali ambientali.

Gli emittenti che si avvalgono del nuovo EUGBS saranno tenuti ad impiegare tali revisori esterni in diversi momenti durante il ciclo di vita dell’obbligazione, anche per verificare l’allineamento dei progetti finanziati.

Per evitare il fenomeno del greenwashing nel mercato delle obbligazioni verdi il regolamento prevede anche alcune prescrizioni, in materia di informativa volontaria, per altre obbligazioni ecosostenibili e obbligazioni connesse alla sostenibilità emesse nell’UE.

Per quanto riguarda la vigilanza, le autorità nazionali competenti designate dallo Stato membro d’origine controlleranno che gli emittenti rispettino i loro obblighi ai sensi della nuova norma.

Il regolamento prevederà che qualsiasi conflitto di interessi effettivo o potenziale sia adeguatamente identificato, eliminato o gestito e divulgato in modo trasparente.

Tutte le società, che scelgono di utilizzare lo standard quando commercializzano un green bond, saranno tenute a rivelare molte informazioni su come verranno utilizzati i proventi del bond, ma sono anche obbligate a mostrare come tali investimenti si inseriscono nei piani di transizione dell’azienda nel suo complesso.

Lo standard richiede, quindi, alle aziende di impegnarsi in una transizione verde generale.

L’adozione dello standard garantirà, inoltre, agli investitori che il bond sia allineato tassonomicamente.

Gli obblighi di informativa, definiti in un modello, saranno, altresì, aperti alle società che emettono obbligazioni che non possono soddisfare tutti i requisiti per ottenere l’EUGBS.

In tal modo queste società si assoggetteranno a requisiti di trasparenza ambiziosi e, di conseguenza, beneficeranno di una maggiore fiducia tra gli investitori.

Il mercato delle obbligazioni verdi ha visto una crescita esponenziale dal 2007, con l’emissione annuale di obbligazioni verdi che ha superato per la prima volta la soglia di mezzo trilione di dollari nel 2021, un aumento del 75% rispetto al 2020. L’Europa è la regione di emissione più prolifica, con il 51 % del volume globale di obbligazioni verdi emesse nell’UE.

L’emissione di obbligazioni verdi è, tuttavia, modesta rispetto all’emissione totale, che rappresenta circa il 3-3,5 % dell’emissione complessiva di obbligazioni.

La Tassonomia

La tassonomia è lo strumento che, con un linguaggio uniforme a livello europeo, aiuta il mondo finanziario, le imprese e gli enti pubblici a capire cosa si intenda per investimento o azione sostenibile, come applicare la tassonomia nel contesto aziendale, come un’impresa è posizionata rispetto ai criteri minimi richiesti e come colmarli per accedere a canali di finanziamento dedicati.

Con il PNRR, poi, alcuni elementi introdotti dalla tassonomia sono oggi utilizzati per richiedere garanzie di sostenibilità ambientale ai soggetti coinvolti nell’attuazione del Piano e nella realizzazione dei progetti.

La Commissione specifica anche che cosa non è la Tassonomia verde, ovvero:

  • un elenco obbligatorio per investitori delle attività economiche in cui investire;
  • un elenco di requisiti obbligatori per gli investimenti pubblici;
  • un elenco di requisiti obbligatori in materia di performance ambientali per aziende o per prodotti finanziari.

La normativa sulla Tassonomia per la finanza sostenibile è in vigore dal 13 luglio 2020, a seguito della pubblicazione, il 22 giugno, sulla Gazzetta Ufficiale europea del Regolamento (UE) 2020/852.

La Tassonomia individua sei obiettivi ambientali e climatici:

  1. mitigazione del cambiamento climatico;
  2. adattamento al cambiamento climatico;
  3. uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
  4. transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
  5. prevenzione e controllo dell’inquinamento;
  6. protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.

Per essere eco-compatibile, un’attività dovrà soddisfare i seguenti criteri:

  1. contribuire positivamente in modo sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali;
  2. non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo;
  3. essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime, inclusi i diritti dei lavoratori e dei consumatori.