Due terzi dei ghiacciai spariranno entro il 2100

Secondo gli scienziati il 49% dei ghiacciai scomparirebbe anche mantenessimo la crescita della temperatura media globale a 1,5°C

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 14 Gennaio 2023 09:00

Metà dei ghiacciai del pianeta si scioglieranno entro il 2100, anche se ci atterremo agli obiettivi fissati negli accordi sul clima. Questo è quello che sostiene una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Science, che rileva che la portata e gli impatti dello scioglimento dei ghiacci sono maggiori di quanto si pensasse in precedenza. Almeno la metà di questa perdita si verificherà nei prossimi 30 anni.

Quasi la metà dei ghiacciai sono in pericolo

I ricercatori hanno scoperto che il 49% dei ghiacciai scomparirebbe, anche se ci mantenessimo nello scenario più ottimistico crescita della temperatura media globale di 1,5°C. Comunque, se il riscaldamento globale continuasse con l’andamento attuale, circa di 2,7°C, le perdite sarebbero più significative, con la scomparsa del 68% dei ghiacciai, sempre secondo lo studio. Se ciò accadesse, non rimarrebbero quasi più ghiacciai nell’Europa centrale, in Canada occidentale e negli Usa, entro la fine del prossimo secolo.

Circa il 10% della superficie terrestre del mondo è attualmente coperta da ghiacciai, che immagazzinano il 70% dell’acqua dolce della Terra. Con il riscaldamento globale e l’aumento delle temperature, questi enormi corpi di ghiaccio si stanno ritirando a velocità senza precedenti. Tra il 1994 e il 2017, i ghiacciai di tutto il mondo hanno perso quasi 30 trilioni di tonnellate di ghiaccio e ora si stanno sciogliendo a una velocità equivalente a 1,2 trilioni di tonnellate all’anno. Tra i ghiacciai che stanno scomparendo i più veloci sono quelli situati sulle Alpi, in Islanda e in Alaska. Tra il 2000 e il 2019, l’acqua di disgelo del ghiacciaio e la sola perdita di calotta glaciale hanno rappresentato il 21% dell’innalzamento globale del livello del mare.

L’innalzamento del mare come conseguenza principale

Lo studio, che ha esaminato tutto il ghiaccio terrestre glaciale, a eccezione delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide, prevede che questo scioglimento contribuirà in modo significativo all’innalzamento del livello del mare, minacciando l’approvvigionamento idrico di 2 miliardi di persone e aumenterà il rischio di pericoli naturali come le inondazioni.
Se l’aumento della temperatura media fosse limitato a 1,5°C, nel 2100 il livello medio del mare aumenterebbe di 90 mm rispetto al livello del 2015, ma con 2,7°C di riscaldamento, lo scioglimento dei ghiacciai porterebbe a circa 115 mm l’innalzamento del livello del mare. Questi scenari sono maggiori fino al 23% più rispetto a quanto stimato dai modelli precedenti.

Un metodo per analizzare lo scioglimento dei ghiacciai

Si ritiene che lo scioglimento dei ghiacciai di montagna contribuisca a più di un terzo dell’innalzamento del livello del mare. Gran parte di questa perdita è inevitabile, ma l’entità della perdita è direttamente correlata all’aumento della temperatura, quindi agire sulla crisi climatica è fondamentale. Secondo il gruppo di ricerca dello studio pubblicato su “Science” le perdite di massa dei ghiacciai in rapido aumento, man mano che la temperatura globale aumenta oltre 1,5°C, sottolineano l’urgenza di stabilire impegni climatici più ambiziosi, per preservare i ghiacciai in queste regioni montuose.

Gli scienziati hanno analizzato due decenni di dati satellitari per mappare i ghiacciai del pianeta con una precisione inedita. I modelli precedenti si basavano su misurazioni di ghiacciai specifici e queste informazioni venivano quindi estrapolate, ma ora i ricercatori hanno potuto ottenere dati su ciascuno dei 200.000 ghiacciai del pianeta. Per la prima volta, dunque, questo ha dato loro un’idea di quanti ghiacciai sarebbero stati persi in diversi scenari di cambiamento climatico.

I piccoli ghiacciai i più soggetti allo scioglimento

Secondo l’autore principale dello studio, David Rounce, ingegnere civile e ambientale della Carnegie Mellon University e dell’Università dell’Alaska Fairbanks, questa è la prima volta in cui è stato isolato il numero di ghiacciai che andranno persi. La maggior parte dei ghiacciai che andranno perduti sono piccoli, misurano meno di 1 chilometro quadrato. Sebbene contribuiscano meno al volume complessivo, sono più vulnerabili al cambiamento. Questo è il motivo per cui la perdita totale di massa è minore – quindi, ad esempio, nello scenario 2.7C andrà perso il 68% dei ghiacciai.

I piccoli ghiacciai sono un’importante fonte di acqua e di sostentamento per milioni di persone. Le catene montuose più basse come le Alpi e i Pirenei sono tra quelle più colpite. Nelle Alpi, ad esempio, entro il 2050, i ghiacciai dovrebbero essere in media più piccoli del 70%, molti dei più piccoli sarebbero già scomparsi, con le cime innevate sostituite da roccia nuda in alcune località e con significative perdite di biodiversità come conseguenza. I fiori alpini potrebbero estinguersi dopo la scomparsa dei ghiacciai, poiché specie più competitive colonizzeranno il terreno più in alto sulla montagna. Gli ambienti proglaciali sono infatti altamente sensibili al riscaldamento globale.

Questa non è la prima ricerca a prevedere l’innalzamento del livello del mare dovuto allo scioglimento glaciale, ma le proiezioni sono più accurate rispetto ai modelli precedenti. Segue una ricerca del 2021, che ha scoperto che la velocità dello scioglimento glaciale è raddoppiata negli ultimi due decenni, contribuendo maggiormente all’innalzamento del livello del mare rispetto alle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide.