Case green, perché in Italia siamo messi peggio degli altri Paesi

Il 74% degli immobili in Italia è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Considerando che i consumi energetici e le emissioni di gas serra legate all’energia degli edifici rappresentano circa il 40% in UE e il 36% in Italia, la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano è diventata una priorità a livello ambientale, sociale, economico, sanitario e del mercato del lavoro. Questo ispira la direttiva UE sulle “case green”.

La direttiva 2018/844/UE sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD) stabilisce che ogni paese dovrà stabilire standard minimi di efficienza energetica per gli edifici entro il 2027 e attuarli a partire dal 2030.

La bozza della direttiva Ue

La bozza della direttiva, inclusa nel pacchetto “Fit for 55”, stabilisce che entro il 2027 gli edifici pubblici e non residenziali debbano raggiungere almeno la classe energetica F e successivamente, dopo tre anni, la classe energetica E.

Gli edifici residenziali hanno tre anni in più di tolleranza e dovranno raggiungere almeno la classe energetica F entro il 2030, la classe E entro il 2033 e la classe D entro il 2040.

L’obiettivo ambizioso è che tutti gli edifici raggiungano la classe A a zero emissioni entro il 2050 (le classi vanno da A4 alla più bassa G). Al momento non c’è un divieto esplicito per la vendita o l’affitto di edifici inquinanti e la decisione viene lasciata ai singoli paesi.

I numeri delle case green in Italia

In Italia, gli obblighi per l’efficienza energetica degli edifici si scontrano con la realtà: secondo Confedilizia, oltre 9 milioni su 12,2 milioni di edifici non sono in regola.

Il 74% degli edifici in Italia sono stati costruiti prima dell’entrata in vigore della normativa sul risparmio energetico e sismico. Nel 2020, gli attestati di prestazione energetica riferiti agli edifici sono per il 75,4% in classi inquinanti (E, F, G), con la classe G che rappresenta il 35,3% secondo un monitoraggio Enea-CTI.

L’obbligo di costose ristrutturazioni

L’applicazione rigorosa della direttiva energetica entro breve termine richiederebbe costosi lavori di ristrutturazione per due edifici su tre, in un momento difficile per l’economia e ridurrebbe il valore degli edifici con una classe energetica più bassa.

Il monito di Confedilizia

Confedilizia sostiene che in molti casi gli interventi richiesti per rendere gli edifici più sostenibili sarebbero impossibili da eseguire a causa delle particolari caratteristiche degli edifici. Inoltre, i tempi brevi causerebbero un impatto negativo sul mercato, con aumenti dei prezzi, difficoltà nella disponibilità di materie prime, ponteggi, manodopera specializzata e professionisti.

I costi delle ristrutturazioni

I costi per raggiungere le classi energetiche richieste dalla direttiva 2018/844/UE sarebbero elevati. Secondo Enea, per “saltare” di tre classi energetiche in un condominio con 20 appartamenti, il costo sarebbe di circa 30.000 euro per ogni abitazione. Solo per gli infissi si stima un costo di 10-15 mila euro.

I lavori di ristrutturazione più costosi

I lavori più costosi per rendere le case green sono il cappotto termico (circa 60% della spesa totale) e il cambio dei serramenti. Seguono l’installazione di un impianto fotovoltaico, la sostituzione del vecchio impianto di riscaldamento con una caldaia a gas ad alta prestazione o una pompa di calore. Il costo aumenterebbe ulteriormente con il rifacimento del tetto e la messa a pavimento del riscaldamento.

Il possibile risparmio energetico con le ristrutturazioni

Il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica di Enea (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, Energia e Sviluppo Economico Sostenibile) mostra che rendere le case green attraverso investimenti costosi può generare risparmi fino al 60% sui consumi e aumentare il valore degli immobili del 30%.

Efficienza energetica per ridurre le importazioni fossili

“L’efficienza energetica è importante sia per la decarbonizzazione che per la sicurezza energetica, poiché riducendo la domanda di energia si riduce la dipendenza dalle importazioni di fonti fossili”, questo è quanto ha affermato Livio de Santoli, presidente del Coordinamento FREE, la maggiore associazione italiana di aziende ed enti che si occupano di rinnovabili ed efficienza energetica in Italia. Santoli ha aggiunto che coloro che sono contrari all’efficienza energetica e alle sue modalità negherebbero non solo l’importanza del processo di decarbonizzazione, ma anche i molti altri benefici collegati evidenziati dal recente rapporto del Censis “Ecobonus e Superbonus per la transizione energetica del Paese“.

Come si sta muovendo l’Italia in Europa

Il Governo italiano, insieme a associazioni imprenditoriali, sta promuovendo la proposta UE sulle case green con incentivi per mitigare l’impatto finanziario. La direttiva richiede che gli Stati membri forniscano sostegno finanziario per le famiglie che non possono permetterselo, ma le casse statali sono già sotto stress a causa della lotta contro l’aumento dei prezzi.

Le prossime tappe

La versione finale della proposta UE sulle case green arriverà alla Commissione ITRE il 9 febbraio 2023, con oltre 1.500 emendamenti per discutere. L’iter continuerà in Aula a Strasburgo, dove verrà votato e successivamente negoziato con il Consiglio UE formato dai leader di 27 paesi membri. La situazione è complessa e vedremo se ci saranno modifiche a seguito delle preoccupazioni emerse in Italia.