I cambiamenti climatici mettono a rischio il turismo in Italia?

Cambiamenti climatici e turismo in Italia: sfide e opportunità per preservare l'attrattività dell'industria turistica italiana

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Alessandro Mariani

Giornalista green

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Archiviate le polemiche, almeno per ora, sulle dichiarazioni di ministri tedeschi sulla futura scomparsa del turismo in Italia e relative risposte di rampanti first gentleman; cerchiamo di capire cosa potrebbe accadere in Italia e in Europa con l’innalzamento delle temperature medie.

Impatto del cambiamento climatico sul turismo europeo

Il cambiamento climatico sta proiettando l’Europa verso una rivoluzione nel settore del turismo. Uno studio del JRC, il servizio scientifico della Commissione europea che impiega scienziati per svolgere attività di ricerca per fornire consulenza scientifica indipendente e sostegno alla politica dell’UE, evidenzia che un aumento della temperatura di 3°C o 4°C ridurrà del 10% il numero di turisti estivi nelle regioni costiere del Sud e aumenterà la domanda per le coste settentrionali del continente del 5%. Le proiezioni mostrano che il turismo europeo subirà uno spostamento stagionale della domanda, con una crescita in primavera, autunno e inverno e una diminuzione in luglio.

L’Europa, che è la regione più visitata al mondo, con il 51% degli arrivi internazionali (743 milioni di turisti nel 2019), dipende fortemente dal turismo come motore economico, generando direttamente il 5% del PIL dell’UE. Tuttavia, l’aumento delle temperature e la maggiore imprevedibilità del clima richiedono azioni concrete per garantire la sostenibilità del settore turistico. Secondo lo studio, l’impatto complessivo sulla domanda turistica europea è proiettato in crescita del 1.58% nello scenario di maggiore riscaldamento (4°C), ma i risultati aggregati nascondono una grande diversità tra le regioni. Mentre le regioni centrali e settentrionali d’Europa vedranno un aumento della domanda, ci sarà una diminuzione nella domanda per le regioni meridionali.

Variazioni stagionali e impatto sulle regioni costiere

Il cambiamento climatico avrà quindi un impatto significativo sulla stagionalità del turismo europeo, con effetti diversi nelle diverse regioni.

    • Le regioni costiere del Nord vedranno un aumento della domanda del 5% durante i mesi estivi e all’inizio dell’autunno.
    • Le regioni costiere mediterranee subiranno una perdita di quasi il 10% dei turisti estivi, soprattutto in scenari climatici più caldi (3°C e 4°C).

Tuttavia, il calo della domanda estiva in queste regioni sarà in parte compensato da un aumento delle visite turistiche in primavera, autunno e inverno. A livello aggregato, il mese di aprile registrerà il maggior aumento del flusso turistico, con un +8.89% rispetto al presente nello scenario a 4°C. La maggiore diminuzione della domanda turistica europea è proiettata per luglio, con valori che vanno dal -0.06% nello scenario a 1.5°C al -5.72% nello scenario climatico più caldo.

Il cammino verso un turismo sostenibile in Europa

Per mantenere l’Europa al vertice delle destinazioni turistiche più ambite, la Commissione Europea ha lanciato nel 2022 una roadmap per realizzare una doppia transizione (green e digitale) e promuovere la resilienza nel settore turistico. L’iniziativa si focalizza su un percorso di transizione che mette in luce i collegamenti tra la sostenibilità ambientale del turismo e le iniziative legislative per la protezione ambientale e la neutralità climatica. Il Consiglio dell’Unione Europea (2022) ha ribadito l’importanza della resilienza e della sostenibilità nel settore turistico nel plasmare l’Agenda dell’UE per il turismo del 2030.

Il futuro del turismo europeo è indissolubilmente legato alla sfida di adattarsi al cambiamento climatico e di abbracciare pratiche sostenibili. Solo attraverso una gestione responsabile delle risorse naturali e un approccio oculato al turismo, l’Europa potrà continuare a essere una destinazione ambita e allo stesso tempo protettiva dei suoi gioielli naturali e culturali.

Il turismo in Italia: affrontare la crisi del clima

Alla luce di questi dati, quali saranno le conseguenze del surriscaldamento globale sull’industria turistica italiana? Le ondate di caldo estremo, le siccità, l’erosione delle coste e il scioglimento dei ghiacciai sono solo alcuni degli effetti che stanno già influenzando l’offerta turistica del Belpaese.

L’incremento delle temperature mediterranee rende quindi l’Italia particolarmente vulnerabile agli effetti del surriscaldamento globale. Le previsioni mostrano una diminuzione del flusso turistico nelle regioni meridionali durante l’estate. Le coste italiane dovranno affrontare la concorrenza con le destinazioni balneari dell’Atlantico e dell’Europa settentrionale, che beneficeranno di condizioni climatiche migliorate. Ciò significa che i Paesi meridionali dovranno adattarsi, promuovendo il turismo in periodi alternativi e valorizzando le loro bellezze anche al di fuori dell’estate.

Non solo il turismo balneare è minacciato, ma anche le destinazioni di montagna dovranno affrontare nuove sfide. Con la prevista riduzione della neve su tutto il territorio nazionale, le località sciistiche dovranno diversificare la loro offerta. Le stazioni sciistiche dell’arco alpino subiranno una riduzione della copertura nevosa annuale di 20-40 giorni, come riporta uno studio pubblicato su Scientific Reports, rendendo lo sci sempre più incerto. Questo potrebbe portare a una spostamento del turismo montano verso periodi fuori stagione, come primavera e autunno, quando le condizioni climatiche sono ancora favorevoli per attività escursionistiche e all’aria aperta. Le destinazioni montane dovranno essere resilienti e promuovere un turismo sostenibile e a basso impatto ambientale, per continuare a essere attrattive in un contesto climatico mutevole. In questo modo si può evitare che si diffonda il Last Chance Tourism, cioè quei viaggi diretti verso le destinazioni messe in pericolo dal riscaldamento globale.

Preservare l’attrattività turistica italiana

Ma come possono essere protette le coste e le montagne per preservare l’attrattiva turistica dell’Italia? Dovranno essere intraprese azioni concrete per tutelare le zone costiere e montane e dagli eventi climatici estremi. Queste misure, tuttavia, richiederanno sforzi a livello nazionale e istituzionale, poiché coinvolgeranno progetti complessi come il ripascimento delle spiagge e la gestione sostenibile del territorio.

Affrontare la crisi climatica richiede inventiva e innovazione. Vanno trovare nuove soluzioni per adattarci ai cambiamenti climatici e promuovere un turismo sostenibile. Valorizzare la bellezza naturale e il patrimonio culturale del nostro paese sarà fondamentale per attirare i turisti in qualsiasi periodo dell’anno. Ma oltre all’attrattività, devono essere garantire la sicurezza delle destinazioni. Le valutazioni di resilienza e adattamento ai cambiamenti climatici diventeranno sempre più decisive nella scelta delle vacanze, e le destinazioni italiane dovranno dimostrare di essere pronte ad affrontare gli eventi atmosferici imprevisti.

La sfida del turismo italiano di fronte ai cambiamenti climatici non è banale. È necessario trasformare le difficoltà in opportunità. Con una visione lungimirante e azioni concrete, per proteggere il patrimonio naturale e storico artistico e garantire un futuro sostenibile per l’industria turistica italiana.