Il boom delle rinnovabili non basta, l’obiettivo di 1,5°C sempre più distante

L'incremento dell'energia green nella composizione energetica al momento sta solo compensando la crescita della domanda globale, ma non erode quote alle fossili

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Per affrontare il problema del riscaldamento globale, è necessario un intervento coordinato e planetario che favorisca una conversione ecologica e in particolare energetica verso uno scenario di sostenibilità per tutti.

Combustibili fossili ancora dominanti nella nuova domanda energetica

Negli ultimi cinque anni, i combustibili fossili hanno soddisfatto la metà della nuova domanda di energia a livello globale, nonostante una rapida costruzione della capacità rinnovabile, secondo l’ultimo rapporto annuale di Det Norske Veritas (DNV) sui progressi complessivi di abbandonare i combustibili fossili.

Il rapporto, intitolato “Energy Transition Outlook 2023“, ha rilevato che la domanda globale di energia è aumentata del 2,5% nel 2022, raggiungendo un nuovo record di 161.000 terawattora. La crescita è stata guidata dalla Cina e da altri paesi in via di sviluppo, dove l’aumento della popolazione e dell’urbanizzazione sta alimentando la domanda di energia.

La crescita della domanda di energia è stata soddisfatta principalmente da combustibili fossili, che hanno rappresentato il 73% della nuova domanda. Le rinnovabili, invece, hanno rappresentato il 27% della nuova domanda, con una crescita del 20% rispetto al 2021.

Il rapporto di DNV ha rilevato che la transizione energetica è in corso, ma che è ancora troppo lenta per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima. Per raggiungere questi obiettivi, è necessario accelerare la costruzione di capacità rinnovabile e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

Le rinnovabili coprono il 51% della domanda energetica

Nel suo Energy Transition Outlook 2023, DNV ha evidenziato che nel periodo 2017-2022, le fonti di energia rinnovabile hanno coperto il 51% della domanda energetica aggiuntiva rispetto a quanto richiesto globalmente fino a quel momento. Nel frattempo, la restante parte della nuova domanda, pari al 49%, è stata soddisfatta ancora dai combustibili fossili.

Il rapporto ha rilevato che la domanda globale di energia è aumentata del 2,5% nel 2022, raggiungendo un nuovo record di 161.000 terawattora. La crescita è stata guidata dalla Cina e da altri paesi in via di sviluppo, dove l’aumento della popolazione e dell’urbanizzazione sta alimentando la domanda di energia.

Come sarà il sistema energetico mondiale nel 2050

Le previsioni del rapporto per il 2050 si basano sul modello DNV del sistema energetico mondiale ed è un’analisi completa che comprende:

  • Dimensioni e costi della tecnologia delle energie rinnovabili
  • Domanda di energia per settore e fonte
  • Efficienza energetica
  • Rifornimento energetico
  • Elettricità e infrastrutture
  • Idrogeno
  • Dispendio energetico
  • Politiche che guidano la transizione
  • Emissioni globali
  • Analisi per 10 regioni del mondo

Il rapporto prevede che le energie rinnovabili rappresenteranno il 70% della produzione di energia globale nel 2050, rispetto al 29% del 2022. L’eolico e il solare saranno le fonti rinnovabili dominanti, rappresentando rispettivamente il 36% e il 29% della produzione di energia globale.

Transizione energetica è troppo lenta per fermare il cambiamento climatico

Secondo il rapporto DNV 2023, le fonti rinnovabili non stanno sostituendo i combustibili fossili, ma solo coprendo l’aumento della domanda di energia. Di conseguenza, l’offerta di combustibili fossili continua a crescere e l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale di 1,5 °C appare sempre più irraggiungibile. Il rapporto DNV avverte che è necessario accelerare la transizione energetica per evitare gli effetti catastrofici del cambiamento climatico.

Il Percorso verso gli Obiettivi di Parigi secondo DNV

Il Registro di Classificazione Navale norvegese afferma che per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, le emissioni di CO2 devono dimezzarsi entro il 2030. Tuttavia, secondo le previsioni di DNV, questo obiettivo sarà raggiunto solo dopo il 2050. Si prevede una diminuzione delle emissioni del 4% rispetto al 2023 entro il 2030 e una riduzione del 46% entro la metà del secolo. Inoltre, DNV individua il picco del petrolio nel 2024, segnando l’inizio della diminuzione della domanda di combustibili fossili.

La transizione energetica globale è lontana

Il CEO di DNV, Remi Eriksen, nella presentazione del rapporto, ha mostrato che il mondo non sta compiendo abbastanza progressi nella transizione energetica verso fonti pulite. Il rapporto afferma che l’energia fossile continua a dominare il mix energetico globale e che le emissioni di CO2 sono destinate a raggiungere livelli record entro il prossimo anno. Eriksen ha dichiarato che la transizione energetica è in corso solo a livello settoriale, nazionale e locale, ma non a livello globale.

La sicurezza energetica e le crisi geopolitiche rallentano la transizione energetica

Secondo DNV, l’incertezza geopolitica legata alle crisi tra Ucraina e Russia, e ora anche tra Israele e Hamas, ha evidenziato che la sicurezza energetica sta emergendo come un potente motore della politica energetica. Il rapporto sottolinea che i governi sono sempre più inclini a investire maggiormente nell’energia prodotta localmente.

Remi Eriksen, CEO di DNV, ha commentato che, nonostante le pause a breve termine nella transizione energetica causate dall’incremento dei tassi di interesse, dalle sfide nella catena di approvvigionamento e dai cambiamenti commerciali energetici legati anche alla guerra in Ucraina, la tendenza a lungo termine verso la transizione energetica rimane chiara. Si prevede che il sistema energetico mondiale si sposterà da un mix energetico, attualmente all’80% basato sui fossili, a uno che comprende circa il 50% di fonti non fossili nel corso di una singola generazione. Tuttavia, Eriksen sottolinea che, nonostante questa accelerazione, potrebbe non essere sufficiente per raggiungere gli obiettivi di Parigi.

Un mix di rinnovabili e combustibili fossili

Il rapporto DNV prevede che le energie rinnovabili rappresenteranno il 70% della produzione di energia globale nel 2050, rispetto al 29% del 2022. L’eolico e il solare saranno le fonti rinnovabili dominanti, rappresentando rispettivamente il 36% e il 29% della produzione di energia globale.

Tuttavia, il rapporto prevede anche che i combustibili fossili continueranno a svolgere un ruolo importante nel sistema energetico globale, rappresentando il 30% della produzione di energia nel 2050. Il gas naturale, in particolare, è destinato a rimanere una fonte importante di energia per i trasporti, l’industria e la generazione di energia elettrica.

Questo mix di rinnovabili e combustibili fossili è necessario per garantire un’approvvigionamento energetico sicuro e affidabile, nonché per sostenere l’economia globale.