Black Friday, come ridurre gli impatti ambientali degli e-commerce del fashion?

Il decalogo stilato dalla società di consulenza ambientale Quantis illustra le dieci buone pratiche da seguire per contenere le emissioni dello shopping online

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il Black Friday avrà effetti non solo sul commercio e sulle tasche dei consumatori, ma anche sull’ambiente. Lo affermano gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che hanno provato a calcolare l’impatto della settimana di sconti in termini di inquinamento atmosferico.

L’impatto ambientale del Black Friday

Come spiega Alessandro Miani, presidente di Sima, la crescita costante del numero di italiani che aderisce al Black Friday attraverso acquisti online e nei negozi fisici ha ripercussioni dirette sull’ambiente. Infatti, è sufficiente pensare che nella settimana di sconti speciali un numero ingente di utenti si sposta utilizzando l’automobile per recarsi presso centri commerciali e punti vendita e fare acquisti a prezzi ribassati, incrementando così le emissioni inquinanti di CO2, ossidi di azoto e poveri fini rilasciate in atmosfera. Ma sono soprattutto gli acquisti online ad avere un forte impatto sull’ambiente: un prodotto comprato sul web in Italia deve essere infatti imballato, spedito e consegnato al domicilio del cliente, passando da hub e magazzini vari, spesso percorrendo migliaia di chilometri a bordo di aerei e camion prima di arrivare a casa dell’acquirente. Quando sono milioni i consumatori che fanno acquisti contemporanei in un arco di tempo ristretto, i costi ambientali si impennano raggiungendo livelli altissimi.

Secondo le stime di Sima, gli italiani che quest’anno stanno acquistando durante l’intera settimana del Black Friday, contribuiranno all’immissione in atmosfera di circa 400mila di tonnellate di CO2 a livello globale, considerando sia il trasporto merci legato alle consegne dei prodotti ordinati online e provenienti dalle varie parti del mondo, sia la maggiore circolazione di autoveicoli privati, con conseguenze negative sull’inquinamento atmosferico e sul cambiamento climatico.

Le pratiche per contenere l’impatto ambientale degli e-commerce

Quantis, società leader per la consulenza ambientale, in occasione del Black Friday 2022 ha individuato le buone pratiche per contenere l’impatto dell’e-commerce, stilando la classifica delle diverse fasi, dall’ordine, al packaging, alla consegna, ai resi, basandosi sulla sua ricerca “Sostenibilità: aggiungi al carrello. E-commerce nel settore fashion in Italia: buone prassi di sostenibilità nel contesto omnicanale”. Lo studio si concentra sulle emissioni di gas serra generate da un ordine di acquisto e-commerce di prodotti di abbigliamento, calzature o accessori moda, che preveda una spedizione di consegna al cliente con origine e destino in Italia.

Lo scenario

Nello scenario di base, il principale hotspot ambientale è rappresentato dall’imballaggio della consegna, che rappresenta il 75% delle emissioni di gas serra ed è quindi l’area su cui è necessario prestare maggiore attenzione in termini di azioni e investimenti. La logistica delle spedizioni e delle consegne contribuisce al 15% delle emissioni di gas serra, considerando una spedizione su strada entro un raggio di circa 480 km dal consumatore. Lo shopping online, ovvero la ricerca di prodotti sui siti di e-commerce e il completamento dell’acquisto da parte del consumatore, genera il 7% delle emissioni di gas serra. Ipotizzando un tasso di ritorno del 14%, la fase logistica a ritroso contribuisce al 3% delle emissioni di gas serra.

Consumatori più consapevoli

La buona notizia è che i consumatori sono sempre più consapevoli dell’impatto ambientale dei propri acquisti, anche in Italia. Infatti, le stime di BCG sul Black Friday di quest’anno suggeriscono la preferenza per acquisti più sostenibili, come indicato dalle preferenze dei due terzi dei consumatori italiani intervistati. Nello specifico, il 67% prediligerà la scelta di prodotti in grado di durare di più nel tempo, il 63% comprerà meno articoli, mentre il 57% farà più attenzione alla policy delle aziende in materia di protezione dell’ambiente. Maggiore sensibilità anche per quanto riguarda le emissioni di CO2 e la social footprint, ossia la misurazione dell’impronta sociale di un prodotto attraverso l’analisi dell’organizzazione, delle persone e della filiera. Ciò significa che il 59% prediligerà l’acquisto da aziende locali, il 57% farà attenzione alla sostenibilità del packaging e il 54% comprerà più articoli con componenti riciclate.

Il decalogo delle buone pratiche

Quantis, sulla base delle sue ricerche, ha stilato un elenco, in ordine di importanza, di dieci opzioni che possono migliorare le performance ambientali dell’e-commerce. Ciascuna di queste fa riferimento ad uno dei 4 ambiti menzionati: shopping online, spedizione e consegna, packaging, reverse logistics.  Le buone prassi sono le seguenti:

  1. Investire in sistemi di packaging riutilizzabili
  2. Alleggerire il packaging
  3. Investire in sistemi di packaging con materiali 100% riciclati
  4. Privilegiare veicoli elettrici per spedizione e consegna last mile
  5. Alimentare i fulfillment center con energia rinnovabile
  6. Consegnare last mile con cargo bike
  7. Ottimizzare le dimensioni dei contenuti e degli elementi del sito web
  8. Incentivare modalità di consegna alternative più efficienti
  9. Ridurre il numero dei resi
  10. Promuovere la scelta di tempi di consegna più sostenibili