Anas e Vigili del Fuoco contro gli incendi con la campagna “La strada non è un posacenere”.
L’obiettivo della campagna Anas è chiaro: prevenire i roghi che ogni anno devastano chilometri di vegetazione, minacciano la sicurezza di automobilisti e motociclisti e richiedono interventi costosi che talvolta fanno registrare vittime fra gli operatori.
Indice
La campagna Anas contro gli incendi
Claudio Andrea Gemme, Amministratore Delegato di Anas, si dice infatti convinto che anche riguardo gli incendi prevenire sia meglio che curare. La campagna è volta alla sensibilizzazione di cittadini e operatori.
Il testo “Pericolo Incendi. Non gettare sigarette” sarà visibile a milioni di automobilisti durante tutta la stagione estiva.
Sul fronte operativo, il Prefetto Attilio Visconti, capo dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, ricorda che l’estate 2025 non fa eccezione in termini di rischio, con le alte temperature e il vento forte, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle isole, che mantengono elevata la possibilità di incendi boschivi e di vegetazione. “Basta un attimo di disattenzione per compromettere ciò che la natura ha impiegato secoli a creare. Proteggerla è un impegno che appartiene a tutti”, aggiunge Visconti.
Cosa fare in caso di incendio
Ogni giorno migliaia di pompieri e forestali in tutta Italia affrontano emergenze in scenari complessi, dove la rapidità d’intervento può fare la differenza tra un focolaio contenuto e un incendio fuori controllo. Per questo, la tempestività delle segnalazioni dei cittadini è determinante: chiamare subito il 115, il 112 o il 1515 in caso di avvistamento di fumo o fiamme può salvare interi ecosistemi.
La campagna Anas ribadisce alcune indicazioni fondamentali:
- non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi accesi;
- non abbandonare rifiuti che possono fungere da combustibile;
- non parcheggiare sull’erba secca per evitare che la marmitta calda inneschi un rogo;
- accendere fuochi solo nelle aree attrezzate e assicurarsi che siano completamente spenti;
- non bruciare stoppie o residui agricoli rispettando le ordinanze comunali.
Gli incendi stradali non causano soltanto disagi alla viabilità e pericoli diretti per gli automobilisti: bruciano habitat naturali, riducono la biodiversità e compromettono l’equilibrio ambientale. Molte specie animali perdono il loro rifugio e interi paesaggi vengono alterati in modo irreversibile.
Campagna contro gli incendi tardiva
La campagna contro gli incendi era doverosa, ma è anche tardiva se è vero che già milioni di vacanzieri stanno organizzando il rientro subito dopo il ferragosto e che intanto l’Italia è stata devastata dagli incendi, da Nord a Sud.
Secondo un recente rapporto di Legambiente, nel dal 1° gennaio al 31 luglio 2025 sono già andati in fumo 56.000 ettari. In Italia sono bruciati praticamente 78.800 campi da calcio.

Perché scoppiano gli incendi
Al netto dei comportamenti indicati da Anas, ci sono ben altre cause alla base degli incendi in Italia. I soggetti psichiatrici, i cosiddetti “piromani“, sono solo una parte minima del problema. La maggior parte degli incendi, in realtà, non sono innescati da piromani o da persone sbadate, ma da chi ha una chiara ed esplicita volontà dolosa: si tratta degli “incendiari“.
Nel Meridione la mano mafiosa è quella che funesta maggiormente i territori: si brucia per ritorsione o per affermare il controllo del territorio. I boschi vengono bruciati per conquistare terreni da coltivare o da destinare al pascolo, anche al fine di incassare i ricchi contributi comunitari. Sulle aree bruciate si applica il vincolo di 15 anni che impedisce il cambio nella destinazione d’uso, ma per chi intende strappare un permesso edilizio i roghi sono un investimento a lungo termine. Viene inoltre ipotizzato un collegamento tra i roghi e il business del fotovoltaico.
Una delle Regioni più colpite, la Sicilia, nel suo piano antincendio del 2020 parla esplicitamente della cosiddetta “industria del fuoco”, dove gli incendi vengono talvolta appiccati da operai stagionali che protestano contro il mancato rinnovo.
Ma negli anni sono finiti sotto la lente della magistratura volontari infedeli dei Vigili del Fuoco accusati di bruciare i boschi per poi incassare la paga oraria per lo spegnimento.
C’è poi la responsabilità di alcuni coltivatori diretti: bruciare è il modo più rapido ed economico per liberare un campo dalle sterpaglie e prepararlo per la nuova semina. Nei mesi estivi, però, scattano i divieti di abbruciamento. Per questo, contadini scorretti bruciano tutto e fuggono, lasciando i campi in balia delle fiamme. Fiamme che possono propagarsi alle coltivazioni dei vicini, ai centri abitati, ai boschi e alle strade extraurbane che vengono invase dal fumo