Allarme ghiacciai, a rischio a causa delle temperature bollenti

I ghiacciai registrano a livello globale una forte riduzione. Le emissioni di Co2 e le temperature in aumento rappresentano una vera minaccia

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 12 Novembre 2022 17:58

I ghiacciai registrano a livello globale una forte riduzione sia dell’estensione che dello spessore. Un argomento così importante che non può mancare nell’agenda della Cop27. Tutti i ghiacciai dell’emisfero boreale, infatti, sono afflitti da questo veloce e inesorabile scioglimento. La questione fondamentale, ormai accettata dagli scienziati, è che questo stravolgimento dell’ambiente glaciale deriva dall’aumento delle temperature: più salgono le temperature, meno si estendono i ghiacciai.

L’area più colpita da questo fenomeno è l’area artica, perché in questa regione negli ultimi 40 anni sono stati registrati i maggiori aumenti di temperatura, compresi tra i 3/4 gradi. Le grandi calotte polari che rappresentano l’enorme deposito di acqua dell’Islanda e della Groenlandia, come le isole artiche canadesi, hanno avuto una riduzione del volume fino al 35%, un dato incredibilmente alto.

I ghiacciai europei

Anche i ghiacciai delle basse e medie latitudini non si trovano in una situazione migliore: secondo gli studiosi, le aree tra i 2000 e i 3000 metri, per ragioni termodinamiche, negli ultimi 40-50 anni sono quelle che hanno avuto l’aumento maggiore delle temperature. Quindi se a livello globale, o europeo, si osserva un aumento delle temperature negli ultimi 50 anni di circa un grado, in montagna l’aumento è di circa due gradi, con effetti molto più forti sull’ecosistema. Per questo motivo i ghiacciai europei si stanno ritirando quasi con la stessa rapidità di quelli artici e himalayani.

La situazione dei ghiacciai in Italia

In Italia al momento ci sono oltre 900 ghiacciai. Negli ultimi 5 anni il numero è cresciuto, perché si sono separati quelli che prima univano le quote medio-basse con il ritiro delle lingue glaciali. Quindi si potrebbe pensare che siano aumentati, ma in realtà si sono solo divisi, poiché hanno subito un forte calo di masse e lunghezze.

Attualmente ci sono solo tre ghiacciai che superano i 10 km quadrati: Adamello, Forni e Miage. Questi ghiacciai hanno perso mediamente il 10% del loro volume negli ultimi 15 anni. Ci troviamo in una condizione davvero drammatica, non solo per la modificazione dell’ambiente fisico delle alte quote, ma anche perché questi ghiacciai rappresentano una fonte d’acqua disponibile per l’ambiente circostante, che ogni anno però diminuisce in quantità e qualità; perché i ghiacciai sono diventando anche fortemente inquinati.

Anche l’UNESCO denuncia lo scioglimento dei ghiacciai

Un recente studio dell’UNESCO evidenzia lo scioglimento accelerato dei ghiacci nei 50 siti del patrimonio mondiale che ospitano un ghiacciaio. I ghiacciai in un terzo dei siti sono minacciati, indipendentemente dagli sforzi per limitare l’aumento della temperatura. Tuttavia, lo studio sottolinea anche che è ancora possibile salvare gli altri due terzi, se l’aumento delle temperature globali non supera 1,5°C rispetto all’era preindustriale. Ed è proprio questa, secondo l’UNESCO la grande sfida per i delegati della COP27.

I 50 siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO che ospitano ghiacciai, rappresentano quasi il 10% dell’area ghiacciata della Terra. Tra queste il più lungo (in Alaska), il più alto (vicino al monte Everest) e gli ultimi ghiacciai rimasti in Africa. Lo studio mostra che questi ghiacciai si stanno ritirando a un ritmo sempre più veloce dal 2000, a causa delle emissioni di CO2. Attualmente stanno perdendo 58 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno e sono responsabili di quasi il 5% dell’innalzamento del livello dei mari.

Le soluzioni secondo l’UNESCO

Solo una rapida riduzione dei nostri livelli di emissioni di CO2 può salvare i ghiacciai e l’eccezionale biodiversità che da essi dipende. La COP27 può avere un ruolo cruciale per aiutare a trovare soluzioni a questo problema. Oltre a ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica, l’UNESCO sostiene la creazione di un nuovo fondo internazionale per il monitoraggio e la conservazione dei ghiacciai. Tale fondo sosterrebbe la ricerca globale, promuoverebbe reti di scambio tra tutte le parti interessate e attuerebbe misure di allerta precoce e riduzione del rischio di catastrofi.

Metà dell’umanità dipende direttamente o indirettamente dai ghiacciai come fonte d’acqua per uso domestico, agricoltura ed energia. I ghiacciai sono anche elementi fondanti della biodiversità, alimentando molti ecosistemi. Quando i ghiacciai si sciolgono rapidamente, milioni di persone affrontano la scarsità d’acqua e il rischio di disastri naturali come le inondazioni. Lo studio evidenzia dunque l’urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra e investire in soluzioni rispettose della natura, che possono aiutare a mitigare il cambiamento climatico e consentire alle persone di adattarsi meglio ai suoi impatti.