Il VaR, acronimo di Value at Risk, è una misura statistica utilizzata nel settore della finanza per stimare il rischio di perdita finanziaria in un determinato periodo di tempo. Il VaR rappresenta la massima perdita potenziale che un investimento o un portafoglio di investimenti può subire, con un determinato livello di confidenza.
Come si calcola il VaR
Il calcolo del VaR si basa sull’analisi storica dei rendimenti degli strumenti finanziari e tiene conto:
- della volatilità dei prezzi;
- delle correlazioni tra gli asset;
- dell‘orizzonte temporale considerato.
Caratteristiche del VaR
Ecco alcune caratteristiche da tenere a mente riguardo al VaR:
- la misura del rischio. Il VaR quantifica il rischio di perdita finanziaria in base alla distribuzione statistica dei rendimenti degli strumenti finanziari. È espresso come un valore monetario o percentuale;
- il livello di confidenza. Il VaR viene calcolato a un determinato livello di confidenza, che rappresenta la probabilità che la perdita superi il valore stimato. Ad esempio, un VaR al 95% indica che c’è solo il 5% di probabilità che la perdita superi il valore calcolato;
- l’orizzonte temporale. Il VaR può essere calcolato per diversi orizzonti temporali, come un giorno, una settimana o un mese. L’orizzonte temporale scelto dipende dalla natura degli investimenti e dalla strategia adottata.
Limiti e utilizzo del VaR
Il VaR ha dei limiti. Anzitutto non tiene conto degli eventi estremi o delle crisi finanziarie impreviste che possono influenzare i mercati. Inoltre, si basa sull’assunzione che i rendimenti passati siano indicativi dei rendimenti futuri, ma ciò potrebbe non essere sempre vero. Malgrado questi aspetti, il VaR è ampiamente utilizzato dalle istituzioni finanziarie, come banche e fondi d’investimento, per valutare il rischio dei propri portafogli e per stabilire limiti di esposizione. Inoltre, è uno strumento importante nella gestione del rischio e nella pianificazione finanziaria.