Stangata sulla tassa di soggiorno. Un emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio rende più semplice l’innalzamento dell’imposta di soggiorno a 10 euro nei Comuni capoluogo di provincia che, in base alle ultime rilevazioni, abbiano avuto presenze turistiche venti volte superiori a quelle dei residenti.
Critiche Federalberghi e Federturismo Confindustria: “Una batosta, il settore si sta appena risollevando dopo la pandemia”.
Tassa di soggiorno raddoppia da 5 a 10 euro
Finora la tassa di soggiorno era fissata dai comuni con una prima aliquota più bassa per i B&B e affittacamere, mentre chi soggiorna in hotel di fascia medio-alta deve pagare all’amministrazione locale in media 5 euro.
Ora i comuni potranno arrivare a far pagare anche 10 euro, con effetti negativi sulle famiglie che per un soggiorno di una settimana in una città d’arte si troveranno a pagare un extra di 140 euro.
Tassa di soggiorno, quali sono i comuni in cui raddoppia
Il cambiamento potrà essere adottato da quei comuni che, nel corso dei 3 anni precedenti, hanno rilevato presenze turistiche per un numero di venti volte superiore ai residenti della città.
I comuni non saranno più individuati tramite decreto ministeriale, ma faranno direttamente riferimento ai dati pubblicati dall’Istat riguardanti le presenze turistiche medie registrate nel triennio precedente all’anno in cui viene deliberato l’aumento dell’imposta.
Per il periodo 2023-2025 si considera la media delle presenze turistiche del 2017-2019, si salterà quindi come riferimento l’anno del Covid.
Le associazioni: “Una batosta”
“È un pessimo regalo di Natale per le imprese e i lavoratori turistici delle destinazioni interessate, che con grande fatica si stanno risollevando dal baratro in cui erano sprofondate durante la pandemia e sono tuttora alle prese con la stangata del caro energia”, commenta Federalberghi.
“L’imposta di soggiorno è già una gabella poco gradita, anche perché – in teoria – avrebbe dovuto essere un’imposta di scopo destinata agli investimenti per lo sviluppo del turismo, ma le risorse sono arrivate al comparto con il contagocce, e solo in alcuni territori”, commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti. Con questo nuovo intervento, poi, l’imposta diventa un vero e proprio esborso, da 280 euro a settimana per una famiglia con due figli. Una stangata da evitare assolutamente – conclude Messina – anche in considerazione del fatto che l’imposta di soggiorno già costa agli ospiti delle strutture ricettive italiane più di mezzo miliardo di euro l’anno: tra questa e l’Iva su prodotti e servizi turistici, i visitatori del nostro paese sono tra i turisti più tartassati al mondo”.